lunedì 20 ottobre 2008

Lettera al sottosegretario al Ministero degli Interni Alfredo Mantovano


Cari ragazzi,
gli amici di Pino Masciari hanno deciso di inviare una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno al sottosegretario del Ministero dell'Interno Alfredo Mantovano e per conoscenza al ministro dello stesso ministero Roberto Maroni, al Presidente del consiglio Silvio Berlusconi e al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano soprattutto adesso che Napolitano, in particolare, ha espresso la sua solidarietà a Saviano.
Si chiede di intervenire immediatamente sulla vicenda di Pino attuando le leggi che esistono e che non vengono rispettate.
Visto che forse non tutti sono disposti a spedire quattro raccomandate con ricevuta di ritorno,sarebbe importantissimo spedire quella a Mantovano, la lettera è indirizzata a lui, e a Maroni.
Dobbiamo cercare di farci sentire e di pretendere dallo Stato un trattamento verso i testimoni di giustizia più rispettoso.
Le raccomandate si possono spedire già da domani ed eventualmente al più presto.
Nella lettera c'è da aggiungere la data in cui spedite la raccomandata A/R, la città dalla quale scrivete e il vostro nome e cognome.
I destinatari sono inclusi nella lettera.
Divulgate l'iniziativa ai soliti contatti personali, meetup e associazioni varie.
In caso di problemi, fate sapere.
Vi giro la lettera che ho già mandato.
Vi ringrazio di cuore.

Rebecchi Lorenzo




"Ministero dell’Interno
Piazza del Viminale, 1
00184 – ROMA
Alla c.a: On. Sottosegretario Alfredo Mantovano

e p.c.:

Ministero dell’Interno
Piazza del Viminale, 1
00184 – ROMA
Alla c.a: On. Ministro Roberto Maroni

Presidenza della Repubblica
c/o Palazzo del Quirinale
Piazza del Quirinale
00187 – ROMA
Alla c.a: Ill.mo Presidente Giorgio Napolitano

Presidenza del Consiglio dei Ministri
c/o Palazzo Chigi
Piazza Colonna, 370
00187 – ROMA
Alla c.a: Ill.mo Presidente Silvio Berlusconi


Egr. Sig. Sottosegretario Mantovano ,
Le invio questa lettera perché sono indignato in merito alle Sue decisioni riguardanti la vicenda
dell’imprenditore Giuseppe Masciari. Il Suo provvedimento di revocare la scorta e autorizzarlo a
muoversi ”in autonomia”, rendendolo bersaglio facile alle ritorsioni dei mafiosi fatti condannare,
non mi trova per nulla d’accordo. Anzi così facendo da' un chiaro segnale che lo Stato, da Lei
rappresentato, non ha come obiettivo primario la lotta alla criminalità organizzata.
Malgrado questo atteggiamento esistono della realtà istituzionali locali che si schierano apertamente
dalla parte di Masciari e di tutti coloro che sono dalla parte della Giustizia e della Legalità, come ad
esempio il riconoscimento della cittadinanza onoraria da parte del comune di Torino, Alpignano e
Ivrea, e la lettera al Suo indirizzo, iniziativa unanime del Consiglio Regionale del Piemonte.
Io credo che in un paese democratico persone come l’imprenditore Giuseppe Masciari dovrebbero
essere di esempio per risvegliare le coscienze di tutti, da nord a sud: isolare cittadini di estremo
valore civico come la famiglia Masciari per 12 anni tra quattro mura, privandoli dei propri diritti, è
insopportabile non solo per loro ma anche per me che ora, conosciuta la vicenda non riesco più a far
finta di nulla.
Nella delibera del 28 luglio 2004 in cui si notificava all'imprenditore Giuseppe Masciari di non
potersi più recare in Calabria, e in quella successiva del 1 Febbraio del 2005 nella quale si comunica
l'esclusione comunque dal programma di protezione, noto una forte contraddizione nelle Sue
decisioni.
Non riesco a capire come una persona possa essere esiliata dalla sua terra per il pericolo imminente
che corre e dopo qualche mese essere escluso dal programma di protezione che gli garantiva la
sicurezza.
La garanzia di sicurezza: è questo il motivo per cui la Famiglia Masciari è stata sradicata dalla
propria terra nel 1997, quando non vi erano leggi, ma solo l’animo speranzoso e fiducioso di una
famiglia che per scelta si era affidata incondizionatamente nelle mani dello Stato.
Pertanto trovo alquanto scorretto e vergognoso, nei confronti di tutti i cittadini, rispondere alla
richiesta di sicurezza della famiglia Masciari con un freddo comunicato stampa e un’identica
relazione, in cui si evidenzia unicamente il fattore economico, piuttosto che il credibile
reinserimento sociale e lavorativo ed il diritto alla vita garantito da una protezione che consenta di
svolgere qualunque operosità.
Come del resto stabilisce la legge 45/2001 da Lei tanto sbandierata.
Diritti, tra l'altro, sanciti anche dall'Art.4 della nostra Costituzione. E ancor prima la parità di diritti
dell'Art.3.
Questa mia lettera sia l’auspicio che in un immediato futuro le cariche istituzionali promuoveranno
percorsi atti a divulgare nel nostro Paese una vera cultura di giustizia e di legalità: ma non
fermandosi alla commemorazione e al ricordo delle vittime innocenti della criminalità organizzata,
bensì affiancando quotidianamente coloro che sono VIVI e che hanno deciso di non piegarsi al
sistema delle mafie, nella dimostrazione pratica di scegliere da che parte stare.
La invito a riflettere sulle richieste dell'imprenditore Giuseppe Masciari e mi auguro che Lei faccia
ciò che è in Suo dovere visto il ruolo che riveste e le responsabilità che Le competono".

20 ottobre, Galliate

Rebecchi Lorenzo

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