giovedì 30 agosto 2007

30/08/2007: giornata internazionale dei desaparecidos

Si celebra oggi 30 agosto la giornata internazionale dei desaparecidos. Questo è un argometno molto caro al nostro movimento giovanile.
Il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulle scomparse forzate o involontarie - che opera presso l'Alto commissariato per i diritti umani - ha voluto nell'occasione lanciare un messaggio di allarme sul crescente numero di sparizioni di persone, soprattutto per motivi politici o in contesti di conflitto, e di monito agli Stati ad impedire l'impunita', anche in base al trattato internazionale sulle scomparse forzate (che Italia e Stati Uniti non hanno sottoscritto, ndr).
Il gruppo di lavoro - istituito dalla Commissione delle Nazioni Unite sui diritti dell'uomo nel 1980 come procedura speciale finalizzata ad aiutare i parenti delle persone sparite nell'accertamento del loro destino e per fungere da intermediario fra le famiglie ed i governi - attualmente si compone di cinque esperti indipendenti: Santiago Corcuera (Presidente-Relatore), J. 'Bayo Adekanye, Darko Göttlicher, Saied Rajaie Khorasani e Stephen J. Toope. Dall'inizio del suo lavoro, il gruppo ha segnalato piu' di 50.000 diversi casi ai governi in piu' di 90 paesi.
Il gruppo - pur riconoscendo l'importanza che le Nazioni Unite assegna alla questione delle scomparse forzate, dichiarando un giorno per commemorare questa pratica terribile, sottolinea infatti che - "in considerazione della natura continua di questa violazione - le vittime delle scomparse forzate o il cui destino rimane sconosciuto non dovrebbero essere commemorate una volta all'anno", ma quotidianamente.
Gli esperti ONU hanno espresso la sua preoccupazione sul numero crescente di casi nel mondo - soprattutto in situazioni di conflitto o di transizione democratica, dove le scomparse restano spesso insolute e impunite - notando che laddove le organizzazioni per i diritti dell'uomo sono assenti o sottodimensionate molti casi non possono venire alla luce. Il gruppo ONU esprime solidarieta' sia alle vittime che alle organizzazioni per i diritti dell'uomo che lavorano per le vittime. Il gruppo di lavoro sulle scomparse forzate invita la Comunità internazionale a continuare a fornire il supporto per lo sviluppo delle associazioni delle famiglie e delle ONG che si occupano di tale tema.
Gli esperti ONU ricordano agli Stati i loro obblighi in base alla dichiarazione per la protezione di tutte le persone contro le scomparse forzate, fra cui condurre indagini efficaci per quanto riguarda tutti i casi di scomparse. Il gruppo nota che le leggi sulle amnistie e affini conducono spesso all'impunita' e pertanto sono contrarie all'articolo 18 della dichiarazione. Gli Stati dovrebbero infatti astenersi dal fare o promulgare leggi di amnistia che esentino i perpetratori di atti di scomparsa forzata dalle sanzioni penali.
Inoltre, sottolinea il gruppo ONU, senza riguardo alla durata della privazione della liberta', una detenzione seguita da un'esecuzione estragiudiziale e' una scomparsa forzata, anche se tale detenzione o privazione della liberta' e' effettuata da agenti governativi, o da gruppi o individui privati organizzati che agiscano in nome dello Stato, o con il supporto, diretto o indiretto, il consenso o l'acquiescenza del governo. E il fatto e' tanto piu' grave quando dopo l'esecuzione funzionari dello Stato rifiutino di rivelare il destino delle persone scomparse.
Il problema dei desaparecidos, che ha riguardato massicciamente Centro e Sudamerica all'epoca delle dittature degli anni '70 (scomparse per le quali si chiede ancor oggi giustizia), tocca oggi molti Paesi del mondo, dalla Colombia al Guatemala, dall'Uganda al Sudan, ma costituisce anche un aspetto della cosiddetta guerra al terrorismo. Questi argomenti li abbiamo già trattati nel blog. Il nostro movimento giovanile novarese non dimenticherà il dramma dei desaparecidos. Segnalerò al nostro comitato esecutivo nazionale GIV la mancata partecipazione dell'Italia al Trattato Internazionale sulle scomparse forzate affinchè il caso arrivi alle sedi competenti del partito "Italia dei Valori". Spero che poi si faccia le dovute richieste di adesione al Trattato al Governo Prodi.

Rebecchi Lorenzo
Portavoce GIV Novara

Kenneth Foster è stato graziato

Il governatore del Texas Rick Perry ha commutato la pena di morte per Kenneth Foster in un ergastolo. L'esecuzione di Foster era prevista per all'una di notte, ora italiana. Dopo la richiesta di grazia della Commissione per la liberta' e i perdoni, Perry ha quindi commutato la pena. Foster era stato condannato per omicidio, pur non avendo mai ucciso in virtu' di una legge sulla responsabilita' penale dei complici che il Texas applica nei casi di pena capitale. Lorenzo Di Pietro, coordinatore nazionale del movimento "Giovani dell'Italia dei Valori", ha esultato con il suo gruppo di lavoro e ha dichiarato: "Non posso crederci, quasi non ci speravo, invece è accaduto! Sono senza parole, emozionato, incredulo". Inoltre ha detto che "Non sappiamo chi e cosa abbia influito, ma ci piace pensare di aver contribuito a cambiare la sorte di un uomo. Non ricordo l'ultima volta che sono stato così felice.
Il comitato - da lui stesso costituito - che ha preso il nome di Foster, sono fermamente dell' idea che debba continuare ad esistere ed impegnarsi perché, ci piace credere, è nato sotto una buona stella e non può chiudere. Al momento non trovo altre parole, ma sono felice.
Grazie di cuore a ciascuno di coloro che hanno reso azione la propria intima speranza".

'NDRANGHETA, GIOVANI IDV: VICINI A CALABRESI E A CITTADINI OPPRESSI DA MAFIE

"I Giovani dell'Italia dei Valori si sentono moralmente vicini ai ragazzi calabresi e sostengono in maniera convinta "La Giornata della Libertà" che si sta tenendo a Locri, manifestazione con un nobile fine, la lotta contro le mafie, cui partecipa anche il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori ". Lo dichiara in una nota congiunta il Comitato Esecutivo dei Giovani dell'Italia dei Valori. "I Giovani IdV ritengono sia giunta l'ora che la politica dia un segnale forte contro l'ascesa dilagante del crimine organizzato, dotando le procure di più risorse materiali ed umane, facendo arrivare più finanziamenti ed aumentando i magistrati. Auspichiamo inoltre leggi più severe sia contro i crimini ed i traffici illeciti delle mafie, sia contro la corruzione nella pubblica amministrazione. Vogliamo altresì sottolineare che alla manifestazione parteciperanno molti esponenti politici della Regione Calabria indagati per vari reati, certamente non saranno loro a lanciare un segnale etico tangibile sul tema. Nutriamo infine la speranza che il riscontro mediatico da parte delle emittenti televisive nazionali sia ben maggiore rispetto alle precedenti manifestazioni similari, crediamo sia un obbligo morale verso tutti quei cittadini onesti che da anni subiscono in silenzio angherie da parte di organizzazioni mafiose, qualunque nome esse abbiano ed in qualunque regione d'Italia abbiano ramificazioni".

Comitato esecutivo dei Giovani dell'Italia dei Valori

DI PIETRO, CLEMENZA PER KENNETH FOSTER

"Sono fermamente contrario alla pena di morte ed invoco un atto di clemenza per Kenneth Foster". Lo dice il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, in merito alla esecuzione della sentenza di condanna a morte prevista per domani nello Stato del Texas. "Togliere la vita ad un condannato - prosegue Di Pietro - e' una forma estrema che non condivido e che reputo come una barbarie che non si addice ad uno stato di diritto. Non si puo' arrivare a togliere la vita ad una persona, qualunque sia il reato che ha commesso. Sono fermamente convinto che per ogni crimine commesso debba essere applicata e scontata la giusta pena detentiva. Una volta per tutte bisognerebbe affrontare il caso di quegli Stati, compresa l'America, in cui viene inflitta la pena di morte. L'America, alla quale guardiamo sempre con ammirazione profonda per i suoi valori di liberta' e democrazia - conclude il ministro - sotto questo aspetto mette purtroppo in evidenza un triste angolo buio".

PENA DI MORTE: APPELLO A NAPOLITANO PER SALVARE KENNETH FOSTER

Illustre Signor Presidente,
Le indirizziamo questa lettera facendo appello al suo profondo senso di giustizia ed umanità e per l'alta funzione di garante dei principi costituzionali che Ella ricopre con il mandato presidenziale.
Come Lei già saprà, il 30 agosto Kenneth Foster sarà giustiziato con la pena capitale.
Come cittadini italiani e credenti nei valori della Carta costituzionale non possiamo che esprimere il nostro profondo dissenso per questa condanna.
Kenneth Foster è un ragazzo afro-americano che sebbene non abbia mai ucciso nessuno è stato condannato a morte in base alla “law of parties” (legge delle bande). Questa legge prevede che un individuo sia “responsabile di un crimine commesso da altri qualora nel tentativo di effettuare un reato venga commesso un altro crimine da uno dei partecipanti, considerando colpevoli dello stesso - e parimenti punibili - tutti i partecipanti anche se non avevano l’intenzione di commetterlo”.
È in base a questa legge, che rasenta la responsabilità oggettiva in campo penale, che Kenneth Foster dovrà salire al patibolo: riteniamo tutto ciò umanamente ingiusto e legalmente sbagliato.
All’epoca del fatto Kenneth aveva solo 19 anni, oggi ha una moglie e una figlia.
Da quando entrato nel braccio della morte, ha studiato e lavorato dimostrando così che anche il carcere può essere strumento di elevazione dell’individuo, mentre la morte non può migliorare nessuno, ma solo soddisfare i più bassi istinti dell’uomo tramite la vendetta.
Il caso di Kenneth è più di una vita, è una causa giusta per tutti gli uomini che credono e vogliono credere nella giustizia.
Per tutti questi motivi Le rivolgiamo la preghiera di intervenire presso le alte Autorità del Governo statunitense per chiedere, in favore di Kenneth Foster, la conversione della pena di morte in carcere a vita.
Il suo personale interessamento sarà per tutti noi il segno della possibilità di una più alta fiducia verso le nostre Istituzioni e il comune futuro, nonché la concreta possibilità per il nostro Paese di compiere un altra importante azione che resterà nelle coscienze di tutti.

COMITATO KENNETH FOSTER

(Il comitato è promosso dai Giovani dell’Italia dei Valori ed hanno aderito altre sigle giovanili)

Per aderire scrivere a “italia@kennethfoster.eu”

martedì 28 agosto 2007

On. Carlo Costantini: "Le mie risposte al sondaggio di Beppe Grillo"

Ieri mattina, leggendo come di consueto la mia posta elettronica, ho aperto una mail inviata da Beppe Grillo a tutti i Colleghi parlamentari, con la quale ci invita a rispondere ad alcuni quesiti, relativi ad una legge di iniziativa popolare depositata in Cassazione.

Di seguito potrete leggere le domande poste da Grillo e le risposte che gli ho inviato.

1) E' d'accordo che un cittadino italiano non possa candidarsi in Parlamento se condannato in via definitiva, o in primo o secondo grado e in attesa di giudizio finale?

Sono primo firmatario dei pdl 2680 e 2681, già all'esame della I Commissione Affari Costituzionali della Camera, in materia di incandidabilità dei condannati alle elezioni parlamentari e di ineleggibilita' dei titolari (intesi anche come azionisti diretti o indiretti e non solo come amministratori) di concessioni dello Stato alle medesime cariche elettive.

Ho esteso il principio anche ai titolari di cariche di governo che, in quanto non necessariamente eletti, potrebbero eludere un divieto circoscritto ai soli candidati alle elezioni: per questo ho presentato un emendamento al pdl sul Conflitto di interessi (ad oggi non ancora sottoposto al voto dell'aula) per rendere i condannati non solo incandidabili, ma anche impossibilitati ad accedere alle cariche di governo, ovviamente se non eletti (emendamento 7.011 al pdl 1318-A "Conflitto di interessi").

Per accelerare i tempi di approvazione ho anche trasformato i pdl 2680 e 2681 in emendamenti al pdl 1318-A sul conflitto di interessi (emendamenti nn. 2.010, 2.015, 2.012, 2.013), anch'essi ad oggi non ancora sottoposti all'esame dell'aula.

Sono stato tuttavia costretto a riferirmi ai soli condannati per i reati già previsti dall'art. 58 del TUEL con sentenza definitiva, avendo la Corte Costituzionale dal 1996 in poi stabilito che solo una sentenza irrevocabile può giustificare l'esclusione dei cittadini che intendono concorrere alle cariche elettive, sia che si tratti di elezioni politiche, sia che si tratti di elezioni amministrative.

La risposta alla prima domanda è, quindi, "Sì", con la sola precisazione che precede.

2) E' d'accordo nel limitare l'eleggibilità al Parlamento a due legislature?

La mia risposta e' "Sì".

Tuttavia per assicurare un ricambio "generazionale" dei gruppi dirigenti il vincolo di permanenza decennale dovrebbe ricomprendere anche le cariche di governo, per evitare che la stessa persona, dopo aver ricoperto per dieci anni la carica parlamentare, possa ricoprire per altri dieci, quindici o venti anni la carica di ministro, vice ministro, sottosegretario o presidente del consiglio ed arrivare a cumulare mezzo secolo di presenza nelle più alte istituzioni dello Stato: trattasi, infatti, di cariche non riservate ai deputati e senatori, che frequentemente vengono affidate a "non eletti".

3) E' d'accordo nel ripristinare la preferenza diretta per l'elezione dei parlamentari?

La mia risposta e' "Sì"

Carlo Costantini
Deputato del gruppo Italia dei Valori

lunedì 27 agosto 2007

V-DAY, GIOVANI IDV SOSTENGONO INIZIATIVA DI GRILLO

Roma, 27 ago - "Il comitato Esecutivo dei Giovani dell'Italia dei Valori, pur riconoscendo l'esuberanza dei toni del comico genovese Beppe Grillo espressi nel volantino informativo, esprime il proprio sostegno al V-Day che si terrà l'8 Settembre prossimo nelle piazze d'Italia.
Questa giornata di grande partecipazione democratica sarà certamente di stimolo per aprire finalmente una discussione in Parlamento sull'esigenza di rinnovamento morale dell'attuale costume politico, andando peraltro incontro alla proposta di legge gia presentata in Parlamento da Italia dei Valori ad aprile, ed ancora non passata all'esame dell'aula.
Augurandoci la buona riuscita dell'iniziativa, auspichiamo che il Parlamento possa in un futuro prossimo decidere di affrontare tali questioni senza dover attendere proposte di iniziativa popolare".

Comintato Esecutivo Nazionale
Giovani dell'Italia dei Valori

Lorenzo Di Pietro

domenica 26 agosto 2007

Class Action

L'Arcidiocesi di Los Angeles, guidata dal Cardinale Roger Mahony, ha riconosciuto ben 660 milioni di dollari di risarcimento alle 508 vittime di pedofilia della chiesa cattolica USA. Il Cardinale ha affermato: "non c'è realmente alcun modo per ridar loro [alle vittime ndr] l'innocenza che gli è stata portata via", "ancora una volta, mi scuso con chiunque sia stato offeso, chiunque abbia subito abusi. Non sarebbe dovuto accadere e non accadrà ancora".
In casi consimili le scuse e le manifestazioni di rincrescimento sono d'obbligo, ma non si può dimenticare che gli abusi di cui si parla sono intercorsi in un periodo di tempo che va dagli anni '40 ad oggi: oltre 60 anni di silenzio, negazione, disinteresse, occultamenti e collusioni assolutamente ingiustificabili e imperdonabili.
Detto questo, ci preme ricordare che le vittime di questi "terribili peccati e crimini" (per usare le parole del Cardinale Roger Mahony) possono oggi ottenere una qualche forma di compensazione, esclusivamente pecuniaria, solo grazie all'esistenza dell'istituto legale Class Action (causa collettiva risarcitoria), accessibile negli USA e del tutto assente in Italia.
La vittima "tipo" del reato di pedofilia, in Italia e altrove nel mondo è spesso individuata dagli aguzzini negli strati marginali della società, nei ceti meno abbienti, insomma tra i poveri. Una vittima povera è "ideale" perché normalmente non ha la possibilità di reagire ai soprusi con una causa legale, troppo costosa, troppo lunga.
Dove esiste la "Class Action" le vittime non abbienti possono reagire in gruppo ottenendo quasi sempre risarcimenti e cospicue compensazioni economiche per i danni subiti dal medesimo criminale: la class action è infatti gratuita, essendo le spese processuali totalmente a carico degli avvocati che tutelano gli interessi del gruppo di vittime ("la classe"), inoltre è rapida ed efficace, in quanto normalmente (ben oltre l'80% dei casi) si risolve con una conciliazione amichevole "pre-giudiziale", ovvero un accordo tra le parti che avviene addirittura prima dell'inizio del processo vero e proprio, evitando così la possibilità dei corsi e ricorsi processuali (nei vari gradi di giudizio) e di conseguenza abbreviando drasticamente i tempi della giustizia.
Per chi ha avuto la disgrazia di subire un reato equiparabile alla violenza sessuale, parrà forse cinico e insufficiente limitarsi a richiedere un risarcimento economico. Ma il risarcimento ha una doppia valenza: è sì un compensare la vittima per il danno subito, ma è soprattutto un poderoso deterrente per coloro che hanno o potrebbero avere l'interesse e la volontà di commettere ancora e contro altre potenziali vittime un reato analogo. Ha dunque una straordinaria valenza sociale, di riequilibrio tra le parti: tra chi ha i soldi e attualmente non ha remore a commettere reati perché sa che non ha nulla da temere e chi non li ha, i soldi, e attualmente subisce in silenzio, senza soluzione di continuità, perché sa che non si può permettere di accedere alla giustizia e farla pagare ai propri aguzzini.
La class action, quella vera, su modello USA, va perciò immediatamente introdotta in Italia, deve essere accessibile a tutti coloro che hanno subito un reato penale o un danno, sia che si tratti di consumatori e risparmiatori truffati, sia che si tratti di vittime di reati indegni e odiosi come la pedofilia. L'alternativa, qui in Italia, è di continuare ad accontentarsi delle "scuse" e noi NON CI ACCONTENTIAMO.

Rebecchi Lorenzo

venerdì 24 agosto 2007

La vera e grande battaglia per la libertà

Il 28 agosto ci sarà una manifestazione contro ‘ndrangheta in Calabria. Il partito dell'Itala dei Valori aderirà. Sarà l’occasione per sfidare non solo i criminali, ma anche quella cultura, quella mentalità e quella protezione che sta intorno a queste organizzazioni. Il progresso territoriale, economico, imprenditoriale delle mafie è possibile solo quando le strutture statuali sono totalmente assenti e consenzienti.
Troppo spesso i cittadini, le associazioni anti-mafia, le vittime, i magistrati, i collaboratori di giustizia, i poliziotti, i carabinieri, i politici onesti rimangono soli di fronte alla lotta senza quartiere contro le forze criminali.
Se la ‘ndrangheta è riuscita a investire i propri profitti nelle borse, a controllare il traffico di droga in Europa, ad avere rapporti privilegiati con i narcos colombiani, ad avviare delle attività economiche, commerciali, turistiche ed immobiliare in tutto il modo, è perché c’è stato un accordo tra loro e il potere politico che ha permesso di accumulare ricchezze e di agire liberamente.
Non dimentichiamo gli Stati, che hanno subito il riciclaggio dei capitali delle cosche, non hanno opposto molta resistenza perché il denaro sporco porta forti vantaggi per le loro economie locali e nazionali.
Non ci è mai stata una vera opposizione dello Stato italiano, né tanto meno una presenza delle sue articolazioni sul campo. L’unica vera azione, per far rispettare la legalità, è costituita dal lavoro duro di singoli magistrati e componenti delle forze dell’ordine che non hanno mollato la loro offensiva. Il nostri governanti non hanno mai attuato un programma di repressione del fenomeno. Non hanno mai dato strutture, risorse, né emanato leggi severe e serie per il contrasto alle mafie negli ultimi anni. Non hanno neanche relizzato vere politiche per lo sviluppo del lavoro, in modo da eliminare quella manovalanza disoccuppata e povera, attirata dai guadagni facili e pericolosi offerti dalle associazioni fuori legge. Hanno creato solo assistenzialismo, spreco e un forte clientelarismo. La solidarietà, con strumenti concreti, non è mai arrivati a chi si trova sul fronte.
Non serve rivolgersi ai giovani per avere aiuto contro i poteri occulti. Non potete rivolgervi a noi solo quando serviamo o solo per riempirsi la bocca. Poche settimane fa, Prodi diceva che i giovani non sono presenti in politica perché non si fanno avanti. Allora non eravamo utili, perchè le nuove leve danno fastidio a chi ha già la poltrona. Noi siamo già impegnati nel duro lavoro di crearci un futuro e di arrivare a fine mese.
Non dimentichiamoci che, ancora oggi, molti ragazzi devono emigrare dalla propria terra di origine nella ricerca di una vita migliore. La loro esistenza è ancora troppo offuscata dall’enorme oppressione delle organizzazioni criminali e dall’inesistente presenza delle istituzioni.
Non stiamo assistendo ad una semplice faida di piccoli criminali. Non abbiamo di fronte solo semplici delinquenti. E’ invece una lotta contro quel equilibrio di interessi che tieni in piedi il sistema. E’ un battaglia contro quella mentalità che facilità l’azione illegale. E’ una vera guerra contro quei pezzi delle nostre istituzioni che stanno con il nemico e che inquinano l’ambiente politico.
Questa è la vera e grande battaglia per la libertà. Cari ragazzi, il 28 agosto saremo presenti. Saremo vicino a voi.

Rebecchi Lorenzo

giovedì 23 agosto 2007

Ancora 7 giorni per salvare un innocente - La storia di Kenneth Foster Jr

Potreste trovarvi nel braccio della morte in attesa di esecuzione, anche se completamente innocenti.
Kenneth Foster Jr., uomo di colore, non ha ucciso nessuno, eppure e' stato condannato a morte e l'esecuzione e' fissata per il 30 agosto. Kenneth non e' infatti l'autore dell'omicidio di Michael LaHood, avvenuto a San Antonio nel 1996, ma era solo presente quando accadde il fatto. Il vero assassino, Mauriceo Brown, pure condannato a morte, e' gia' stato eseguito un anno fa.
Foster e altre due persone erano con Brown la sera che questi ha ucciso LaHood, ma tutte le prove - compresa la testimonianza dello stesso Brown al processo - indicano chiaramente che i tre non hanno ne' promosso, ne' progettato il crimine, ne' vi hanno partecipato e nemmeno lo sapevano prima. Ma secondo legge del Texas, detta "law of parties", e poiche' Foster e' stato processato con Brown, egli e' stato condannato a morte ed ora aspetta l'esecuzione.
La quinta Corte d'Appello degli Stati Uniti ha confermato la sentenza di un giudice federale e la Corte suprema degli Stati Uniti non ha inserito fra le udienze in programma il ricorso presentato da Foster.
Eppure, come spiega Claudio Giusti, esperto di diritti umani, la Corte Suprema nel caso Enmund v Florida 1982 "decise che non può essere condannato a morte il complice di un felony murder che 'non ha ucciso, non ha tentato di uccidere e non intendeva uccidere', nonostante fosse presente all'agguato e qualora fosse in compagnia dell'assassino.
Foster rientra in questo caso. Non era a conoscenza dei piano del compagno, non l'ha nemmeno aiutato e nè sostenuto nella sua impresa. La sua condanna e' ingiusta. La decisione è in pieno contrasto con i principi penali del diritto statunitense. Kenneth Foster non merita di morire. In molti si sono mobilitati per arrestare l'esecuzione presentando appelli a diversi Tribunali, all'Ufficio del Texas dei Perdoni e Parole e direttamente all'ufficio del Governatore.
Foster sta cercando di farsi forza ed ha detto di non voler perdere la sua umanita' e la sua dignita'. Ne' noi vogliamo perdere le nostre.
Per scrivere al governatore - che fino all'ultimo momento puo' commutare la pena - per poter chiedere di fermare l'esecuzione di Kenneth Foster Jr. prevista per il 30 agosto, potete cliccare sul sito www.governor.state.tx.us/contact e mandare il vostro personale messaggio.
Kenneth ha bisogno di noi. Non possiamo lasciarlo solo. La vita è un bene prezioso.
Nessun uomo può disporre della vita altrui.

Rebecchi Lorenzo
Portavoce GIV Novara

mercoledì 22 agosto 2007

Fuori subito tutti i funzionari pubblici condannati per corruzione, reati sessuali e pedofilia

Gentile Presidente del Consiglio Romano Prodi,
noi cittadini le chiediamo di porre rimedio a un'infamia che mina l'efficienza e l'onestà della pubblica amministrazione. Chiediamo di affermare il patto di correttezza tra lavoratori e aziende anche all'interno della pubblica amministrazione. Chiediamo che tutti i funzionari pubblici condannati vengano automaticamente licenziati senza possibilità di scappatoie. Esiste una un progetto di legge in bozza ,avanzato all'interno della maggioranza, che determinerebbe il licenziamento soltanto per i dipendenti pubblici condannati a più di due anni per corruzione, violenza sessuale, pedofilia. In questo modo il 98% dei condannati resterebbe nella Pubblica Amministrazione! Si tratta di una proposta intollerabile e insultante per i cittadini e i funzionari pubblici onesti!
Un funzionario pubblico rappresenta lo Stato. Quindi deve essere persona integerrima. Oggi individui come l'ex ministro De Lorenzo sono ancora sul libro paga delle istituzioni. Addirittura restano al loro posto insegnanti condannati per pedofilia!
Se vogliamo rifondare il rapporto tra cittadini e istituzioni è indispensabile partire da qui.
Chiediamo che la Pubblica Amministrazione pretenda un risarcimento per il danno di immagine che reati del genere comportano. Chiediamo inoltre con che insieme a questa legge sul licenziamento dei dipendenti pubblici corrotti sia approvata anche la proposta di legge presentata da Franca Rame sul codice di procedura per i giudizi innanzi alla Corte dei conti, che annulla il condono emanato dal Governo Berlusconi, condono che permette ai funzionari pubblici condannati di evitare il pieno risarcimento dei danni arrecati. Chiediamo infine che sia revocato il trasferimento di Luigi Magistro, creatore del sistema di controllo informatico contro le truffe fiscali dell'Audit: e' mai possibile che una volta che c'è un funzionario che combatte con successo la corruzione lo si debba punire?
Nella certezza che Lei vorrà impegnarsi in questa “operazione di pulizia e giustizia” dando un segno forte e chiaro al Paese, La salutiamo cordialmente

Associazione “Franca Rame - Basta sprechi!”

Per firmare questa lettera per l'approvazione della nuova legge sul licenziamento dei funzionari pubblici condannati, cliccare www.ryb.it/senrame/firmare.php e seguite le istruzioni.

martedì 21 agosto 2007

Le tasse sono di destra o di sinistra

Recentemente si è dibattuto a Novara un argomento interessante che riguardava il problema della pressione tributaria. Il dibattito vedeva gli industriali da una parte e il sindacato CISL con il segretario Colzani, che ha difeso lo stato sociale pur ammettendo che esso presenta più di una falla.
Io condivido opinione del sindacalista sul fatto che si debba percorrere la strada utile per migliorare il sistema tributario per renderlo più equo, più efficiente ed efficace.
Ed ancora di più apprezzo la sua opinione sul fatto che la destinazione del denaro pubblico, ricavato con le tasse, è estremamente preziosa perché finanzia il nostro welfare e ciò permette di avere un equo trattamento sociale, la possibilità di avere i servizi pubblici e di godere di beni essenziali.
E' vero che il pagamento delle imposte può comportare seri e grossi sacrifici, ma, come dice Colzani, è il giusto prezzo per garantire a tutti i cittadini ed ai meno abbienti, il giusto livello di servizi e beni che solo il sistema sociale può garantire, pena l’esclusione grave di una buona parte della popolazione.
La mia preoccupazione è che vorrei il concetto che le tasse siano troppo alte o addirittura inutili, se non perfino dannose per i cittadini.
Non vorrei che si arrivi all’idea che l’impianto tributario è un enorme un furto dello Stato, come ha denunciato Berlusconi pubblicamente. Egli ha ammesso che fa solo bene chi evade le tasse.
Per cui il privato è l’unico che può dare i servizi di interesse generali a prezzi e con qualità migliori di quelli forniti dal settore pubblico. Questo metodo permetterebbe tranquillamente di ridurre le imposte.
Quindi non vorrei che si concepisse che l'unico rimedio per risolvere il problema è quello di abolire il Welfare e consegnare tutto al mercato o ai privati. Si determinerebbe la grave e seria conseguenza che buona parte della popolazione è privata del diritto di usufruire di servizi ospedalieri, di pensioni adeguate, di scuole valide, di università ecc.
Infatti il privato pensa solo al profitto e alza i prezzi e riduce i costi per avere un ottimo guadagno. Il privato non mira al pareggio di bilancio. Non agisce nell’interesse degli utenti che vogliono solo una parità di servizi ad adeguati livelli. A prezzi alti, non tutti possono perttersi certe opportunità, che sono diritti per la nostra carta costituzionale. I risultati sono evidenti: i prezzi aumentano, la qualità non è detto che migliori e ampie fasce della popolazione rimangono senza salute, come in Brasile, USA, Cina ed in altri paesi del terzo mondo.
Si pensi alla privatizzazione della fornitura dell’acqua di alcuni paesi africani suggerita dal fondo monetario per risanare i bilanci. Il risultato può essere quello che amici o uomini del potere entrano in possesso di gioielli di Stato ad ottimo prezzo e i cittadini rimangono senza acqua perché l’acqua è carissima.
Negli anni novanta è incominciata la privatizzazione e sembrava che ciò avrebbe portato ad ottimi benefici per i cittadini come: apertura del mercato, aumento dell'occupazione, prezzi competitivi e servizi più efficienti, se non addirittura ad ottime entrate per il bilancio dello Stato.
Le previsioni sono state quasi tutte errate e in questi anni si è dimostrato il contrario. I prezzi sono aumentati (Alitalia, assicurazioni, gas, Ferrovie dello Stato, banche), la concorrenza non è arrivata o è scarsa (Telecom, Enel, banche, aziende petrolifere), il patrimonio delle grandi aziende pubbliche è stato distrutto e rovinato (Telecom, banche) e i posti di lavoro sono diminuiti (Telecom, banche, Wind). Le favolose entrate per le casse statali non si sono viste ( vendite di aziende dell'Iri).
E' stata l'assenza di regole che garantissero il mercato, la concorrenza e le pari opportunità che ha creato danni. Sono mancate le norme che tutelassero i consumatori e gli azionisti. Vi è anche stata un'evidente mancanza di controlli (Consob e Banca d'Italia). Non si deve trascurare che le aziende pubbliche sono andate nelle mani di amici di politici o di finanzieri pericolosi. Non ci sono state regole che impedissero tutto questo e punissero chi ha commesso operazioni finanziare fallimentari e fraudolente.
Queste lobby hanno guadagnato alle spese dei cittadini. La corruzione l’ha fatta da padrone in molti casi.
Ciò dimostra che la legalità garantisce gli utenti, il motore dello sviluppo del paese e riduce i rischi di spreco di denaro pubblico. Sono il rispetto di regole vere che tutelano il mercato, gli azionisti, la concorrenza, i consumatori gli elementi che aiutano a migliorare la situazione e mantenere un buon livello di servizi sociali.
Se i soldi spariscono per fenomeni di malcostume politico e finanziario, è normale che poi non ci siano i risparmi per gli investimenti e per soddisfare le esigenze sociali della popolazione. I fenomeni di corruzione hanno spiegato chiaramente questo andamento. Gli sprechi di denaro pubblico aiutano la politica del malessere, ma non aiutano i cittadini che devono sempre pagare più tasse per mantenere gli alibi dei corrotti e di faccendieri senza scrupoli. Quindi si spinge a ridurre le tasse, si apre ai mercati e parte della popolazione non ha più le tutela assistenziali di prima. Questo crea un circolo vizioso che portare alla perdita di quei benefici che oggi godiamo.
Concludo dicendo che se il futuro è solo il mercato, senza regole adeguate per difendere i diritti dei cittadini, allora io preferisco quello che qualcuno chiamava "arretratezza economica".

Rebecchi Lorenzo

Nasce un'unità contro le armi di distruzione di massa presso l'Onu

E' stata inaugurata oggi una nuova unita' dell'ONU destinata alla prevenzione e riduzione della minaccia costituita dalle armi di distruzione di massa alla Comunita' internazionale.
L'unita', denominata ISU, e' stata lanciata oggi a Ginevra come componente dell'ufficio delle Nazioni Unite per gli affari del disarmo. Essa aiutera' i diversi Stati nei loro sforzi per sostenere l'esecuzione della convenzione sulle armi biologiche.
La decisione di creare l'ISU e' stata presa nel dicembre 2006 al sesto congresso di revisione della convenzione, che e' entrata in vigore in 1975 ed e' il primo trattato multilaterale sul disarmo che vieti un'intera categoria di armi. L'inaugurazione dell'ISU ha coinciso con l'inizio di una riunione fra gli esperti per rafforzare l'esecuzione del trattato.
L'ISU e' in pratica l'omologo delle agenzie create per sostenere l'applicazione dei trattati sulle armi nucleari e chimiche, l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica e l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, rispettivamente.
Per favore Russia, Cina, Corea del Nord, India, Pakistan, Iran, Giappone, Francia, Usa, Israele, insieme agli altri paesi che detengono o che stanno sperimentado armi di distruzione di massa, fate il vostro dovere per difendere l'umanità e il nostro ambiente.

Rebecchi Lorenzo

Circolo della legalità e della questione morale

Sicuramente molti di voi conoscono Michela Vittoria Brambrilla; è il presidente dei giovani industriali della Confcommercio di Lecco e sta sostenendo l’iniziativa dei Circoli della Libertà. Questi circoli stanno avendo un buon successo. Sono il braccio “armato” e operaio di Forza Italia.
Sono appoggiati da Berlusconi, ma nello stesso tempo stanno portando molti malumori e invidie da parti di deputati e uomini vicini al presidente di Forza Italia.
Fanno pubblicità a Berlusconi, danno prestigio alla sua figura e alla sua attività politica. Berlusconi è molto felice del lavoro della Brambilla perché tutti i politici hanno bisogno d’uomini che lavorano, che stanno in mezzo alla gente e che danno visibilità alla sua azione politica. Solo così si può aumentare i voti
Dall’altra parte questo non può essere ben accettato da chi invece non fa nulla, infatti l’azione della Brambrilla è lesiva degli interessi di chi sta vicino a Berlusconi; essi capiscono che rischiano di perdere la poltrona, perché la Brambilla può in qualsiasi momento, con il suo lavoro, raccogliere consensi e sostituire chiunque della nomenklatura del partito azzurro. Il suo lavoro è pericoloso perché porta via voti e scalza chi spera di avere la designazione giusta e desiderata da molti anni.
Adesso non voglio rendere omaggio all’attività della giovane Brambilla. Ogni volta che la si sente parlare dimostra le sue scarse doti e le sue magre conoscenze culturali. Vorrei solo lodare la sua iniziativa. Le stesse critiche, che sono rivolte a lei, sono le medesime che subiamo noi da parte di una frangia del partito.
Inoltre dovremmo anche noi cercare di lavorare con le stesse caratteristiche per sostenere le azioni di Di Pietro; dovremmo far evidenziare le sue ragioni e i suoi scopi, dare omaggio ai suoi progetti, sottolineare i problemi che vuole risolvere e far sentire le sue preoccupazioni per il nostro paese.
Anche noi dobbiamo andare periodicamente in mezzo alla strada, parlare con la gente, pubblicizzare le nostre iniziative, dare risalto all’immagine del nostro movimento e divulgare i risultati che Di Pietro ha ottenuto in un anno di lavoro.
Anche noi dipietristi abbiamo le nostre ragioni e le nostre idee per migliorare la vita di milioni di italiani. Anche noi abbiamo qualcosa da dire e da proporre.
Anche noi abbiamo motivi per credere che la nostra strada è la migliore delle altre.
Noi abbiamo qualcosa di più degli altri.
Quindi colgo l'occasione per fare una proposta che vorrei realizzare a brevi e che già feci. Lo proposi sul forum del GIV Piemonte il 03/06/2007. Adesso sono più convinto di prima, dopo avere letto le ultime notizie di come Berlusconi vorrebbe appropriarsi dell'iniziativa della Brambilla. Secondo me, uno strumento utile sarebbe quello di creare anche noi il nostro circolo della legalità e della questione morale, cioè un'associazione libera che divulgi le idee di legalità e di trasparenza e che rilanci il tema della questione morale e del senso di giustizia. Deve essere una struttura che abbia, tra i suoi principi cardini, i temi del nostro partito, che ricordiamo non sono valori solo della destra, del centro o della sinistra, ma sono patrimonio di tutti. Distaccata e vicina al partito e che voglia dialogare e ascoltare le necessità dei cittadini e che, nello stesso tempo, voglia dare prova che la via tracciata da Di Pietro è giusta e che per tali motivi deve essere sostenuta e apprezzata dagli elettori. Non dimenticate che molti cittadini sono stufi di ascoltare solo partiti e apprezzano di più le associazioni indipendenti che si interessano del territorio e che si occupano dei problemi reali. Dobbiamo raccogliere i consensi degli indecisi con le nostre ragioni ovviamente, senza utilizzare raggiri o comunicare delle falsità.
Questa può essere un’opportunità per avvicinare persone, perconoscere i simpatizzati e per far crescere il movimento giovanile e il partito. Può essere un’idea per convincere le persone a votare la forza giusta. Deve essere uno strumento che serve a insersi nella società civile e per dialogare con altre realtà. E' utile per proporsi e per avere quei contatti necessari. Inoltre deve essere sfruttato per percepire le esigenze della gente e per cogliere l'argomento che in quel momento è per loro necessario per migliorare la situazione personale e quella generale.
Questa può essere una mossa per distaccarci dalle morse del partito ed esercitare attività politica per Di Pietro. Possono anche ottenere i finanziamenti previsti per le associazioni per fini culturali e morali.
Mai come in questo momento dobbiamo stare vicini e aiutare Di Pietro con iniziative nuove e brillanti. Questi sono mezzi per raggiungere i nostri fini, che sono lo sviluppo sul territorio e la pubblicità dei nostri temi; non dimentichiamo che può tornarci utile per avere più voti, perchè, dopo un lungo lavoro ed un estenuante dialogo sul campo, hai dato risalto alle tue capacità, ai tuoi programmi alle gente e hai dato visione a tutti dei tuoi obiettivi.

Le nostre idee non moriranno mai

Rebecchi Lorenzo

domenica 19 agosto 2007

V-Day è anche nostro

Il nostro gruppo parteciperà al V-Day organizzato da Beppe Grillo per il giorno 8 settembre.
Quel giorno verranno raccolte le firme per promuovere una legge di iniziativa popolare. Con quella proposta di legge si vuole:
a) impedire che possano assumere cariche parlamentari chi ha una condanna definitiva o in primo e secondo grado;
b) limitare a due mandati il seggio in parlamento;
c) ripristinare la preferenza diretta degli elettori per eleggere deputati e senatori.
Quindi i motivi del nostro appoggio si possono benissimo intuire e sono di due tipi:
1. I contenuti dell'iniziativa. Infatti sono i nostri stessi cavalli di battaglia. In parlamento il partito IDV, cui siamo vicini, ha già presentato due proposte di legge che vanno nella direzione voluta da Beppe Grillo. Inoltre il nostro partito ha raccolto le firme per abrogare parzialmente la legge elettorale di Calderoli. Non possiamo lasciare solo chi crede nelle nostre idee e nei medesimi progetti.
2. La strategia politica. Questa è importante. E' l'occasione di dare un'immagine al nostro movimento, per dare pubblicità ai nostri propositi. E' il momento di entrare in azione, di avere contattato con la gente, con il territorio, con le associazioni e con la società civile. E' la nostra opportunità per coinvolgere giovani e per sviluppare sia la nostra associazione.
E' un modo per fare proselitismo e per attirare forze nuove.
Sono più 150.000 gli iscritti al V-Day. Non possiamo sciupare questa occasione per conoscere gente e per aumentare il nostro seguito.
Beppe Grillo è uno dei personaggi più vicini alle battaglie di Di Pietro. Più di un'occasione il comico ha pronunciato parole di apprezzamento per il nostro leader.
Non saremo solo delle comparse, ma daremo un contributo attivo alla manifestazione e faremo sentire la nostra presenza, sempre che gli organizzatori ci diano la possibilità.
Ho già avuto dei contatti con alcuni organizzatori e mi chiedono cosa facciamo, quanti siamo, se possiamo trovare un autenticatore. Noi abbiamo bisogno di loro, ma anche loro hanno bisogno di noi. Non lasciamoli soli.
Alcuni mi hanno detto che hanno votato per noi. Questa è la prova che sono vicino a noi. Non dobbiamo perdere questa straordinaria opportunità.
Se devo essere sincero, la parola usata da Grillo per lanciare la sua iniziativa non mi piace molto. Ma questo fa parte del suo repertorio ed il suo modo anche di comunicare.
Noi non ci dobbiamo vergognare di quello che siamo e di ciò in cui crediamo. Le loro battaglie sono anche le nostre. Di fronte alle parole oltraggiose e razziste di Gentilini e alle frasi calunniose di Caruso, non dobbiamo vergognarci degli aggettivi usati da una persona come Grillo che viene censurato da tutti i mezzi di informazione in Italia perchè di ce solo la verità. Le sue verità fanno male ai potenti. I suoi spettacoli in televisione non si vedono da una vita. Per fortuna che esiste internet.
Forza ragazzi. Andiamo per la nostra strada, le persone oneste di questo paese ci stanno aspettando.

Le nostre idee non moriranno mai.

Rebecchi Lorenzo
Portavoce Giovani Italia dei Valori
Novara

venerdì 17 agosto 2007

APPELLO PER LA DESTITUZIONE DA INCARICO DI VICESINDACO DI GIANCARLO GENTILINI E L’EMANAZIONE URGENTE DI UN DECRETO LEGGE CONTRO LE DISCRIMINAZIONI

Chiediamo al Ministro dell’Interno, On. Amato, a cui fa capo la competenza, attraverso il Dipartimento per gli affari interni e territoriali, di esercitare il controllo sugli organi degli Enti locali adottando i provvedimenti di rimozione o di sospensione degli amministratori locali, valutate le continue violazioni agli artt. 1, 12 e 18 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, all’art. 3 della Costituzione Italiana e della L. 13 ottobre 1975 n. 654, ispirata dalla Convenzione Internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale di New York, di destituire dall’incarico di vicesindaco del Comune di Treviso Giancarlo Gentilini.
Inoltre chiediamo all’attuale Governo, attraverso il suo Consiglio dei Ministri, di emanare al più presto un Decreto Legge in grado di arrestare il proliferare di atti di intolleranza razziale, etica, culturale, religiosa e l’attività, verbale e non, di chi fomenta l’odio sociale.

Floriano Tomasi

Firmate anche voi la petizione http://www.petitiononline.com/genty/petition.html

Rebecchi Lorenzo

giovedì 16 agosto 2007

Cari tedeschi, scusateci!!

Si è consumata ieri una strage senza precedenti della storia criminale italiana. Sono morti ben sei italiani di origine calabresi a Duisburg, massacrati con ben 70 colpi di arma da fuoco e con un colpo alla nuca per ogni vittima. Una chiara esecuzione militare organizzato dalle cosche, a quanto pare dalle prime notizie emerse dal corso delle indagini.
Si sta forse delineando una forma di mondializzazione del fenomeno criminale. E’ la prima volta che la ‘ndrangheta colpisce fuori dal nostro paese.
Sono ormai chiare e note le mosse delle nostre organizzazioni internazionali. Investono enormi profitti all’estero, riciclano il denaro sporco e aprono attività economiche fuori dal Belpaese. Investono i loro capitali all’estero. Aprono alberghi, ristoranti, catene di negozi. Costituiscono società finanziarie, immobiliare, off-shore. Aprono c/c nei paradisi fiscali. Corrompono doganieri, pubblici funzionari, politici per poter fare i loro traffici indisturbati.
Il bilancio di queste organizzazioni sono quasi pari a quello che viene prodotto dal bilancio del nostro stato italiano. La ‘ndrangheta è molto rispettata all’estero perché paga la propria merce in contanti e con molto rapidità.
Ha ricevuto gli onori dai narcotrafficanti colombiani perché pagano con liquidità le partite di droga, senza molti problemi. Per questo viene rispettata sul mercato criminale internazionale. Addirittura ha fatto da garante per un debito della mafia verso i creditori colombiani per il pagamento delle merci di sostanze stupefacenti.
È già partita la strada per il controllo dei mercati. Ormai gli interessi delle cosche non sono solo in Italia. Non credo che ci sia dietro solo l’intenzione di regolare i conti tra le cosche. Sono famose per il loro forte legame e per il loro vincolo di sangue. La ‘ndrangheta si è evoluta tra famiglie che risultano imparentate tra loro. Sono chiuse verso l’esterno, non emergono capi che non sono già appartenenti delle famiglie di origine. Non esiste un traccia di pentitismo tra loro, perché una dissociazione costituirebbe infliggere un colpo a dei propri parenti.
Infatti l’organizzazione non è stata messa in crisi dai collaboratori di giustizia in quanto il fenomeno dei pentiti è sta molto marginale.
Temo che gli effetti di questa internazionalizzazione del crimine possa portare a dei risultati che si sono visti a Boston o a New York con la mafia. Il controllo del territorio, la gestione dei capitali può sicuramente portare a delle conseguenze che si sono viste a Duisburg. In Italia i mafiosi sono sotto controllo e per cui dove si possono muovere liberamente riescono a commetter queste gravi delitti. Credo che sia il denaro uno dei motivi della strage e non solo una semplice faida.
Devo ammettere che ieri mi sono vergognato per quello che abbiamo visto. Non è emersa una bella immagine del nostro paese. Penso ai nostri connazionali che lavorano in Germania. Sono quasi un milione di unità. Avranno provato molta desolazione e tanta amarezza. Spero che non saranno discriminati per quello che è successo. Se fossero stati uccisi 6 extracomunitari con le stesse modalità in pieno centro a Milano, avrei voluto vedere cosa sarebbe successo e le critiche che sarebbe scoppiate verso gli stranieri. Si sarebbero scatenate le ira contro di loro. Il caro Gentilizi avrebbe magari lanciato l’idea della gogna.
Invece dovremmo riflettere per capire che è non c’è tutta questa differenza tra noi e il mondo. Dobbiamo guardare avanti. Dobbiamo aprire un confronto sincero e serio per individuare le forme per fermare questo scempio della civiltà. Dovremmo avere il coraggio di chiedere scusa alla Germania per quello che è successo sul loro territorio. Anche se in paesi come il Brasile, l'Argentina, la Svizzera, la Costa Rica o nei paradisi fiscali, i profitti delle nostre organizzazioni criminali sono ben accetti perché portano parecchio lavoro e guadagno al paese ospitante.
Comunque, per adesso cari tedeschi, perdonateci.

Rebecchi Lorenzo

lunedì 13 agosto 2007

La fortuna di chiamarsi Mastella

Care figliole,
spero che di darvi tutto il necessario per affrontare gli ostacoli della vita e spero di riuscire a darvi l’affetto che meritate.
Ma una cosa non riuscirò mai a regalarvi. Di cosa parlo? Parlo di un cognome importante. Vi chiamerete Rebecchi come il vostro caro padre. La nostra famiglia è rispettata in paese e non avrete nulla di cui vergognarvi.
Vedete che nella vita c’è chi può e chi non può. A volte conta avere un nome famoso. Guardate i calciatori. Con il loro nome riescono a percepire compensi milionari sfruttando i propri nomi o sopranomi sulle magliette. Addirittura ci sono sportivi che riescono a utilizzare un numero che si riferisce a quello utilizzato nelle loro gare sportive. Riescono per questo ad avere sponsor che li pagano profumatamente. C’era uno sportivo che aveva il numero 46 nelle competizioni motociclistiche e…….. Ma non diciamolo troppo in giro perché se lo viene a sapere il fisco sono guai.
Come stavo dicendo che ci sono persone che con le loro parentele politiche arrivano addirittura dappertutto.
Riescono ad entrare nella Rai, nei ministeri, nelle ambasciate, nelle aziende pubbliche. Vengono eletti in parlamento senza problemi. Vedi il nipote di Andreotti.
Sono persone che avranno quello che meritereste voi. A volte non bastano le conoscenze. Bisogna essere figlio di qualcuno. Solo così si aprono certe strade. Non pensate che per questo siano più bravi e preparati di voi. Anzi arrivano il alto solo perché sono raccomandati. Credetemi, non capiscono nulla del settore cui sono assegnati.
Senza farlo apposta prendono stipendi da favola. Mentre a noi, poveri sudditi, toccherà lavorare, sgobbare, sudare, sacrificarsi per arrivare a fine mese.
Non ci credete. Lo sapevo. Siete ancora piccole. Vi faccio esempio lampante e attuale. Ti do le prove di quello che dico. Il figlio di Clemente Mastella, Pellegrino. Il nome è già un cinema.
Comunque, suo padre è stato deputato nelle file della DC, CCD. Ha fondato UDR con Cossiga, poi diventato UDEUR. Allora era diventato famoso per il salto della quaglia; ha lasciato l’opposizione insieme con Berlusconi per sostenere il governo D’Alema, ex avversario politico. Dopo è diventato Ministro della Giustizia nel governo Prodi.
Nel frattempo la madre, Sandra Lo nardo, si è data da fare. È stata eletta nelle file del partito del marito ed stata eletta presidente del consiglio regionale della Campania. È diventata famosa per essere andata a New York con un gruppo di amici per fare pubblicità alla propria regione o per motivi di rappresentanza. Tutto a spese del nostro contribuente.
Il figlio ha l’età del tuo papà, si laureato senza problema, ha dato l’esame da avvocato.
Il suo nome è emerso dalle intercettazioni sull’inchiesta di Calciopoli. Non era un gran procuratore perché non è riuscito a fare molti affari. Era del gruppo di Moggi. Una volta sciolta la società GEA, anche Pellegrino è rimasto disoccupato. Comunque non gli è mancato nulla. La disoccupazione non lo ha fatto star male. Si è sposato con tutti gli onori e con la presenza dell’intero governo Prodi. Ha pagato sicuramente papà bello.
E alla fine è riuscito grazie naturalmente alla sua preparazione ad avere un contratto di consulente dal ministero dello Sviluppo Economico. Percepirà 32.400,00 lordi fino alla fine dell’anno. Il tuo babbo prende il 20% in meno di lui . Peccato che il tuo papà quello stipendio lordo lo guadagna in un anno, mentre l’avvocato Pellegrino Mastella, lo prende in 4 mesi. La consulenza del figlio di Clemente serve per “approfondire le specificità dei modelli anglosassoni e le implicazioni con il diritto societario”. Invece il giovane avvocato è specializzato in tutto un’altra materia. La sua qualifica giurisprudenziale è in diritto comunitario, che non s’entrava nulla con la Gea. di Moggi e con il nuovo incarico.
Quindi credo che ciò provi che non sempre si arrivi in alto per meriti accademici o per particolari professionalità dimostrate sul campo. In Italia è tutto l’opposto. Se conosci i potenti, spesso vai avanti e superi gli altri. Non sai quanti cervelli rimangono per molto tempo a spasso e meriterebbero molto di più.
Care figliole non amareggiatevi, perché ho capito nella vita che quelle persone non hanno mai quello che serve veramente nella vita. Voi avrete l’affetto del vostro papà, della vostra mamma e della gente.
Loro che invece non sono nessuno. Avranno solo i soldi e non vivranno in pace. Anzi si attireranno l’ira della gente.
Passerà il tempo, ma prima o poi vi verranno in mente le parole del vostro caro padre.

Con affetto

Il vostro amato papà

domenica 12 agosto 2007

Si vergogni Messori!!!

Egr. Ill.mo Messori,
Le scrivo perché ho letto Le sue dichiarazioni rilasciate al giornale “La Stampa” e sono rimasto sconcertato dalle Sue valutazioni.
Non posso condividere la Sua opinione sul fatto che se Don Gelmini in cada in tentazione, non c'è nulla di male, poiché l'importante è che abbia fatto del bene a dei ragazzi bisognosi.. La tentazione la capisco e non la condanno. Il desiderio sessuale è un fattore umano.
Forse qualcuno però non Le ha spiegato che Don Gelmini è indagato dalla procura non perché ha ceduto alla carne, ma perché ha sfruttato la sua posizione, abusando sessualmente di giovani che erano sotto la sua tutela. La denuncia è partita da più di una persona. Non mi interessa di discutere del caso giudiziario, perché credo sempre nel principio della presunzione di innocenza. Questo vale anche per Don Gelmini.
Le vorrei fare una domanda. Cosa vuol dire che se uno fa del bene, non c'entra se ha fatto del male. Usciamo dal caso di Don Gelmini per favore. Vorrebbe dire che se una persona ha sgozzato una ragazza, come è successo a Genova, il fatto non è grave, anzi bisogna lodarlo perché ha salvato la vita ad altre persone? Allora non va condannato?
Messori si ricordi che nella vita ci sono molte persone che vogliono apparire, vogliono far vedere che fanno del bene solo per mostrare al pubblico che hanno l'anima candida e invece cercano solo di coprire le proprie malefatte.
Come se non bastasse, il peggio l'ha raggiunto quando ha chiesto su quali basi la giustizia umana demonizza la pedofilia e santifica l'omosessualità. Inoltre Lei si chiede chi stabilisce la norma e la soglia d’età? Su quali basi? Caro Messori ma c'è bisogno di chiedersi su quali elementi bisogna condannare la pedofilia? C’è anche da chiedersi chi stabilisce le regole e l’età giusta?
Bene, Le rispondo io. Le trovo due motivi più che validi.
Primo, vada a chiederlo ai genitori delle vittime dei pedofili, anzi Lo vada chiedere direttamente ai bambini protagonisti di quelle orrende vicende.
Lo chieda se hanno ancora voglia di credere nella vita. Chieda ai loro genitori cosa provano a vedere le loro creature distrutte.
Secondo, il Vangelo. Lei lo conoscerà molto bene. Spero. Dice che i pedofili e chi tocca i bambini, merita la gogna. Legga Matteo 18,6; Marco 9,41; Luca 17,1; Atti 16,3. Questi passi parlano della condanna di chi crea scandalo sui bambini.
Eccola servito. Le ho dato una ragione di carattere umano e un altro di carattere divino. Inoltre vorrei dire che cosa c'entra il problema degli omosessualità nei seminari? L'omosessualità è un falso problema. Le accuse vengono rivolte ai prelati perché hanno violentato bambini o hanno abusato di persone anche dell'altro sesso. E' d'accordo con me che esiste differenza tra pedofilia, violenza sessuale alle donne e omosessualità?
Infine Le ricordo un altro passaggio della sua intervista perché mi sembra di capire che Lei non è aggiornato. In America non sono stati assolti la maggior parte delle diocesi e non è vero che non hanno patteggiato. Le vorrei ricordare che la Chiesa Americana ha voluto patteggiare un maxi - risarcimento di 600 milioni di dollari alle vittime dei preti pedofili. Mi sembra che quello che dice Lei è molto diverso invece da quello che ho letto sui giornali.
Dalle mie informazioni e dalle miei fonti, mi sembra addirittura che le sue diocesi stanno vendendo il loro patrimonio per pagare le famiglie delle vittime di quelle che Lei dice: "su quali basi la giustizia umana santifica l'omosessualità e demonizza la pedofilia?"
Mi scusi forse il maxi risarcimento è 660 milioni di dollari. Ma abbia pazienza cosa vuole che sia un milione più un milione meno. Mi scusi Messori fa caldo e inizio anche io a dare i numeri.
Le chiederei la cortesia di fare delle precisazioni sul contenuto delle Sue affermazioni. Se ciò non accadesse, credo che le sue considerazioni siano un caduta di stile. Le dico con la massima sincerità che Lei ha perso la mia stima.


Rebecchi Lorenzo

venerdì 10 agosto 2007

Abbiamo vinto noi!

Vi giro l'e-mail che mi è arrivata direttamente dagli alti funzionari dell'organizzazione non governativa "Medici Senza Frontiera" per l'impegno profuso nella battaglia contro la Novartis, multinazionale farmaceutica svizzera, che voleva impedire al governo Indiano di produrre medicine generiche a basso costo per i malati di ADIS, perchè secondo loro violavano la normativa internazionale sui brevetti, a sua volta adottata dalla legislazione indiana. Questa lettera credo che sia arrivata a tutti i sottoscrittori che hanno aderito alla petizione di Medici Senza Forntiere.
Questa fu la prima azione promossa dal GIV Novara, da quando si è costituita. La nostra proposta fu poi approvata dal nostro caro amico coordinatore nanzionale GIV Lorenzo Di Pietro, che fece pubblicare un mio articolo con cui faceva un appello per aderire all'iniziativa divulgata da MSF.
La nostra attività di sensibilizzazione è servita a qualcosa. Abbiamo vinto noi. Adesso 80.000 persone potranno curarsi tranquillamente e vedranno ancora un futuro davanti a loro. Questa vittoria la voglio condivedere insieme a voi.
Abbiamo vinto anche grazie al vostro sostegno. Grazie a voi, abbiamo vinto per la vita.

Rebecchi Lorenzo
GIV Novara


"Carissimo sostenitore,

Da parte di tutto lo staff di Medici Senza Frontiere vogliamo ringraziarti personalmente di aver aderito alla petizione di Medici Senza Frontiere per chiedere a Novartis di rinunciare alla causa intentata contro il Governo Indiano.
Come forse avrai già saputo, lunedì 6 agosto, la Corte Indiana ha respinto il ricorso della multinazionale Svizzera.
La Novartis aveva trascinato in giudizio il Governo Indiano per forzarlo a modificare la legge indiana sui brevetti in modo da ottenere una più facile e più ampia protezione della proprietà intellettuale per i suoi prodotti. Novartis affermava che la legge indiana – che consente entro certi limiti la produzione di versioni generiche di alcuni medicinali essenziali - non rispetta le regole fissate dall'Organizzazione Mondiale del Commercio. Ma queste lamentale lamentele sono state giudicate prime prive di fondamento dall'Alta Corte di Chennay.
La sentenza della Corte indiana è un grande sollievo per tutti i medici e i pazienti che nei Paesi in via di sviluppo dipendono dagli equivalenti generici e di qualità d e i farmaci salva-vita prodotti n India a prezzi accessibili per i Paesi più poveri.
Questa decisione avrà un impatto diretto su molte medicine che sono essenziali nei nostri progetti. Per esempio, l'India potrà evitare di riconoscere i brevetti su alcuni farmaci di nuova generazione cruciali per la terapia dell'HIV: in questo modo le industrie indiane potranno avviare la produzione di equivalenti generici e la concorrenza contribuirà ad abbassare i prezzi.
Abbiamo appreso con piacere che Novartis non intende opporsi alla sentenza e chiediamo alla multinazionale di astenersi da ogni ulteriore tentativo di far dichiarare illegittima la legge indiana.
Non ci illudiamo che questa sentenza possa risolvere il problema dell'accesso ai farmaci: c'è ancora molto da fare per abbassare i prezzi dei farmaci salvavita esistenti e per stimolare lo sviluppo di nuove medicine e test diagnostici disperatamente necessari. Ma la tua firma e quelle delle altre 420mila persone che hanno aderito hanno creato un movimento globale che ha aiutato l'India a mantenere il suo ruolo di "farmacia dei Paesi poveri".

Grazie di cuore per il sostegno!"

Tido von Schoen-Angerer ,
Direttore della Campagna per l'accesso ai farmaci essenziali, Médecins Sans Frontières

Christophe Fournier ,
Presidente Internazionale di Médecins Sans Frontières

Raffaella Ravinetto ,
Presidente di Medici Senza Frontiere Italia

P.S. Per maggiori informazioni sulla causa e per alter notizie consulti ill nostro sito www.medicisenzafrontiere.it o www.accessmed-msf.org

giovedì 9 agosto 2007

Lettera al Presidente Prodi

Gentile Presidente Prodi,
siamo purtroppo di fronte ad una nuova serie di morti sul lavoro.
Sappiamo bene che il Governo sta lavorando alacremente per strutturare un nuovo quadro normativo, capace di affrontare in modo più incisivo il problema degli incidenti sui luoghi di lavoro.
Intanto, però, continua la sequenza di morti bianche, e noi amministratori siamo convinti con Lei che sia necessario affiancare all’azione del Governo un’iniziativa che garantisca l’effettivo rispetto delle norme, infatti la maggior parte degli infortuni si verificano sempre in violazione di legge già esistente.
È dunque necessario potenziare i controlli.
L’ultimo concorso indetto nel 2003 ha portato all’assunzione di 795 nuovi ispettori, con una distribuzione territoriale che ha visto le Regioni del Sud fortemente penalizzate, con soltanto il 10% di posti assegnati e tra l’altro in Campania, dove a gennaio si è svolta la Conferenza Nazionale sulla Sicurezza, non ha avuto nessun ispettore.
Sappiamo quanto occorrano alle nostre terre maggiori controlli, quanto sia necessaria la presenza degli ispettori sul territorio al fine di edificare una diversa cultura del lavoro, che parta dal rispetto delle norme per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Individuiamo come opportuna, ad esempio, la riapertura dei termini nel concorso, partendo dalla necessità di riequilibrare la distribuzione geografica che nel 2003 ha visto penalizzato il Mezzogiorno.
1000 nuovi ispettori del lavoro. È questa la richiesta che Le rivolgono i sette assessori regionali con delega al lavoro che hanno aderito all'iniziativa.
Una petizione on-line su questa proposta ha già raccolto oltre 1500 firme nelle prime 48 ore.
Crediamo infatti che il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro investa, in termini di responsabilità dirette e no, un’ampia pluralità di soggetti, e che per questo motivo sia necessario affrontarlo affiancando all’azione dello Stato la crescita della consapevolezza sociale attraverso il coinvolgimento e l’ascolto delle istanze espresse dalla base popolare che a migliaia si stanno esprimendo sottoscrivendo la petizione. E se l'approvazione del nuovo testo unico sulla sicurezza del lavoro è un’urgenza assoluta, è ora necessaria anche una mobilitazione della coscienza generale del Paese, alla quale siamo impegnati a contribuire.



Alessandra Tibaldi (Lazio), Maddalena Salerno (Sardegna), Marco Barbieri (Puglia), Carlo Chiurazzi (Basilicata) , Nino De Gaetano (Calabria) , Santi Formica (Sicilia) , Corrado Gabriele (Campania).


SE CONDIVIDE IL PROGETTO, FIRMATE LA PETIZIONE: http://www.obbligoinformativo.it/petizione.php

Addio Simone

Ciao Simone,
Purtroppo torno dal funerale di un mio amico di infanzia, che ha vissuto di fronte a casa mia per lunghi anni, e ora si trova nella lunghissima lista di quelle che vengono chiamate "morti bianche". Certo, il magistrato sta indagando, certo, l'azienda pagherà legalmente ed economicamente, se verranno riscontrate irregolarità.
Certo, a me potrà passare fra un qualche giorno, e non sarà più un pensiero fisso. Ma Simone ci ha lasciato, ci ha lasciato perchè era un precario, perchè aveva bisogno di quel lavoro. Simone era un lavoratore, non si sarebbe mai tirato indietro da una qualunque mansione.
Simone aveva appena compiuto 29 anni. Per mettersi in buona luce ha voluto forse strafare, e ora è in una bara. Perchè qui, nel Sulcis Iglesiente, il lavoro non è un diritto, ma un terno al lotto. Perchè qui quattro mesi di assunzione sono una manna dal cielo, perchè qui a nessuno importa se oltre il 50% dei giovani è disoccupato, perchè i nostri politici si gingillano e si interrogano se Cesare Previti debba lasciare il Senato, perchè i nostri politici avanzano proposte di legge sulla legittimità di avere in Quirinale il gelato nella bouvette.
Perchè un ragazzo deve rischiare la vita per mille euro al mese quando i mafiosi, i delinquenti, i porci drogati e puttanieri siedono nelle sale che contano? Perchè, mi domando io? Simone è vittima di un sistema malato, è vittima di una logica del profitto che non guarda in faccia niente e nessuno.
Mentre Montezemolo, Prodi e Berlusconi parlano ma poi se la passano bene con i loro soldi, io piango con i miei amici una persona scomparsa, perchè il mondo è governato da gente senza scrupoli, che ha perso il contatto con il mondo reale e vive in un iperuranio di soldi, amicizie importanti e puttane cariche di cocaina.
Non è da comunisti condannare le morti bianche e l'egoismo dei potenti, ma è da persone civili, perchè un giorno potrebbe capitare anche a me. Condanniamo tutti la logica del guadagno a tutti i costi.
Amici, condanniamo questi politici corrotti, che hanno da sempre guardato a se stessi, condannandoci sempre più a una vita di stenti, facendoci vivere sul filo del baratro, col pensiero continuo di arrivare a fine mese, con la soddisfazione a sessant' anni di aver finito di pagare un mutuo.
Alziamo tutti la testa, indipendentemente dal nostro colore politico, alziamo tutti la testa e riprendiamoci il nostro diritto di vivere un'esistenza felice. Facciamo in modo che la morte di Simone e di tutti gli altri poveri lavoratori non sia una statistica, ma che sia l'ultimo episodio di una situazione agghiacciante e insostenibile.
Aiutiamoci a vicenda, siamo tutti sulla stessa barca.

martedì 7 agosto 2007

Scarica il Modulo di Adrsione

Qui puoi scaricare il modulo di adesione.

Modulo Adesione

IL CASO GIUFFRIDA - Perché Berlusconi non dice dove ha preso i capitali Fininvest?

Francesco Giuffrida, vicedirettore della Banca d'Italia a Palermo e consulente della Procura antimafia del capoluogo siciliano nel processo Dell'Utri a proposito della misteriosa provenienza dei capitali della Fininvest, venerdì scorso ha "raggiunto un accordo transattivo" con la stessa Fininvest nella causa civile per danni che il gruppo Berlusconi gli aveva intentato lo scorso anno. In cambio del ritiro della denuncia, Giuffrida dichiara che la sua consulenza depositata nel 1999 sulle operazioni "anomale" riscontrate nei finanziamenti alle holding di controllo della Fininvest a cavallo tra gli anni 70 e 80 era soltanto "parziale" e "non definitiva", visto che si interruppe sul più bello nel 1998 con l'archiviazione del fascicolo
aperto a carico di Silvio Berlusconi (per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco) per decorrenza dei termini d'indagine. Fin qui, nulla di nuovo: la circostanza era già stata precisata dai pm e da Giuffrida al processo Dell'Utri.
PROVVISTA INTERNA? La novità è che Giuffrida dichiara di essersi sbagliato quando, sotto giuramento dinanzi al Tribunale, sostenne che alcune operazioni finanziarie erano "anomale" e che 113 miliardi di lire dell'epoca (pari a circa 300 milioni di euro di oggi, in parte addirittura in contanti e assegni circolari) erano "flussi di
provenienza non identificabile": ora, otto anni dopo, ha avuto una folgorazione e improvvisamente ha scoperto che "le operazioni erano tutte ricostruibili e tali da escludere l'apporto di capitali di provenienza esterna al gruppo Fininvest". La provvista dei soldi dunque non era esterna, come da lui sostenuto al processo sotto
giuramento, ma "interna". In pratica, i soldi a Berlusconi li dava Berlusconi stesso. Nessun sospetto di capitali mafiosi o poco trasparenti, dunque. Il Cavaliere è candido come giglio di campo, limpido come acqua di fonte. Tutto è bene quel che finisce bene (anche se resta da capire chi finanziava Berlusconi per consentirgli di
finanziare se stesso).
Sulle ali dell'entusiasmo, i giornali del Cavaliere traggono deduzioni mirabolanti. "Libero": "Su Silvio un mucchio di balle", "Ritratta tutto il perito dei giudici che accusò Fininvest di essere nata con i soldi della mafia. E' la fine di una persecuzione e dei teoremi di Travaglio & C.". "Il Giornale" titola: "Crollano i teoremi sulla nascita della Fininvest"; sotto, un cronista appena licenziato da Repubblica perché avvertiva il Sismi di quel che scrivevano i suoi colleghi, racconta a modo suo "Il partito di Giuffrida che ha ispirato libri e show. Da Travaglio a Grillo e Luttazzi, così la sinistra ha elevato il funzionario di Bankitalia a eroe della resistenza anti-Cavaliere". L'on. avv. Nicolò Ghedini si sporge un tantino oltre: "Berlusconi ha creato ricchezza e decine di migliaia di posti di lavoro in modo assolutamente corretto. Oscuri giornalisti sono diventati famosi e analfabeti di ritorno sono diventati scrittori, diffamando Berlusconi in merito all'origine del suo patrimonio. Molti dovrebbero scusarsi con lui". L'On. Avv. non spiega chi avrebbe diffamato il Cavaliere, visto che tutte decine di cause civili intentate da lui e dai suoi cari contro i giornalisti (ma anche contro
Daniele Luttazzi e Carlo Freccero) che hanno raccontato i misteri delle sue fortune sono finite con l'assoluzione dei denunciati e la condanna di Berlusconi & C. a rifondere le spese processuali. In ogni caso, se un consulente dichiara una cosa in un pubblico dibattimento, un giornalista la riferisce e poi il consulente ritratta, perché mai dovrebbe scusarsi il giornalista?
FATTI NUOVI O BUGIE? Spetta ora a Giuffrida spiegare quali fatti nuovi (non indicati nella transazione firmata venerdì) l'abbiano indotto al clamoroso voltafaccia. In caso contrario, spetterà eventualmente alla magistratura accertare quando il consulente abbia mentito: se al processo Dell'Utri (sotto giuramento) o nella transazione con la Fininvest. E, soprattutto, perché. Tantopiù che Giuffrida ha firmato la resa da solo, all'insaputa dei suoi legali, gli avvocati Maria Taormina Crescimanno e Antonio Coppola, che sabato l'hanno scaricato con una secca nota all'Ansa: "Il dottor Giuffrida ha personalmente ricevuto la proposta di transazione dalla Fininvest e solo il 18 luglio ha sottoposto ai suoi legali una bozza di accordo che gli stessi non hanno condiviso, ritenendo che quanto affermato nel documento non corrispondesse alle reali acquisizioni processuali. Il successivo 26 luglio il dottor Giuffrida ha inviato all'avvocato Coppola il testo della bozza parzialmente corretto. Consultatisi i difensori hanno tuttavia ritenuto di non condividere la proposta di transazione. Ieri i difensori hanno saputo dai media, e solo successivamente da Giuffrida, della stipula dell'atto che non hanno sottoscritto e che non sottoscriveranno non condividendo la ricostruzione dei fatti e le affermazioni in esso contenute" (dal che si deduce, tra l'altro, che l'atto diffuso dalla Fininvest e pubblicato da "Libero" con i loro nomi tra i firmatari, è un falso). Noi, come facemmo con la consulenza del 1999, riferiamo anche la ritrattazione del 2007. E possiamo comprendere il tormento di un uomo solo che si trova chiamato in giudizio da un gruppo tanto influente sul piano politico, mediatico e finanziario. Ma, visto l'uso disinvolto che si fa della transazione a tarallucci e vino, qualche precisazione s'impone.
1) Dell'Utri è stato condannato dal Tribunale di Palermo a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, e non per riciclaggio. Dunque non in base alla consulenza Giuffrida, ma a una gran mole di prove (i giudici parlano di "imponente produzione di documenti rappresentativi di fatti, persone e cose mediante fotografie e filmati tv; perquisizioni nei luoghi di pertinenza anche di Dell'Utri; intercettazioni telefoniche e ambientali; sequestri di cose pertinenti ai reati e di documenti presso istituti di credito"). Correttamente la II sezione ha preso atto delle dichiarazioni di Filippo Alberto Rapisarda e dei mafiosi pentiti Francesco Di Carlo, Gioacchino Pennino e Tullio Cannella (in parte ritrattate in udienza dagli ultimi due) sul riciclaggio di denaro della mafia da parte della Fininvest, ma le ha ritenute insufficienti per trarne conclusioni così gravi. Quanto alla consulenza Giuffrida, gli stessi giudici la definiscono fondata su "una parziale documentazione". E osservano che "evidenzia la scarsa trasparenza o l'anomalia di molte operazioni effettuate dal gruppo Fininvest negli anni 1975-1984", ma soprattutto che Giuffrida "non ha trovato smentita dal consulente della difesa Dell'Utri": il professor Paolo Iovenitti.
2) Per tentar di dimostrare che le operazioni sospette erano regolari e trasparenti, Dell'Utri getta in pista Iovenitti, luminare della Bocconi. Il quale però, in udienza, è costretto ad ammettere, dinanzi alle contestazioni dei pm e di Giuffrida, che alcune operazioni erano "potenzialmente non trasparenti". Scrivono i giudici: "Non è stato possibile, da parte di entrambi i consulenti, risalire in termini di assoluta certezza e chiarezza all'origine, qualunque essa fosse, lecita od illecita, dei flussi di denaro investiti nella creazione delle holding Fininvest. E allora le 'indicazioni' dei collaboranti e del Rapisarda non possono ritenersi del tutto 'incompatibili' con l'esito degli accertamenti svolti (…). La consulenza Iovenitti non ha fatto chiarezza sulla vicenda in esame, pur avendo il consulente della difesa la disponibilità di tutta la documentazione esistente presso gli archivi della Fininvest". Ora la ritrattazione di Giuffrida "scavalca" addirittura il consulente Fininvest che – si legge nella sentenza – "non ha contribuito a chiarire la natura di alcune operazioni finanziarie 'anomale' e a evidenziare la correttezza delle risultanze societarie, contabili e bancarie del gruppo Fininvest, in modo da escludere una volta per tutte la possibilità che Dell'Utri avesse utilizzato la Fininvest per la sua attività di riciclaggio". Possibile che il consulente dell'accusa, in assenza di fatti nuovi, sia diventato più "buono" di quello della difesa?
PERCHE' NON PARLI? Su un punto i berluscones hanno ragione: questa storia delle origini misteriose dei capitali Fininvest si trascina da troppo tempo. Ma chi meglio del titolare, cioè di Silvio Berlusconi, potrebbe fare piena luce? L'occasione d'oro gli si presenta il 26 novembre 2002, quando il Tribunale di Palermo che processa Dell'Utri gli rende visita a domicilio a Palazzo Chigi, con gran seguito di pm, avvocati e consulenti, per interrogarlo in veste di indagato di reato connesso. Ma lui, invece di chiarire una volta per tutte dove ha preso quei soldi, si avvale della facoltà di non rispondere. Il pm Ingroia lo stuzzica: "La sua deposizione sarebbe preziosa per dare un importante contributo all'accertamento della verità".E snocciola le questioni che giudici e pm han deciso di sottoporgli: "I rapporti del sen. Dell'Utri con Rapisarda, Gaetano Cinà, Vittorio Mangano, la provenienza dei capitali...". Il premier pare tentato di replicare, ma Ghedini lo stoppa, ribadendo la di lui intenzione di tenere la bocca chiusa. Giudici, pm e avvocati se ne tornano a Palermo a mani vuote. Scriverà il Tribunale nella sentenza Dell'Utri: "Il premier si è lasciato sfuggire l'imperdibile occasione di fare personalmente, pubblicamente e definitivamente chiarezza sulla delicata tematica, incidente sulla correttezza e trasparenza del suo precedente operato di imprenditore che solo lui, meglio di qualunque consulente o testimone, e con ben altra autorevolezza e capacità di convincimento, avrebbe potuto illustrare. Invece, ha scelto il silenzio".
Ora che Giuffrida dice che è tutto regolare, c'è da sperare che se ne convinca anche il Cavaliere. E, visto che non ha nulla da nascondere, ritrovi la favella. Altrimenti si verrebbe a creare una situazione davvero curiosa: un funzionario della Banca d'Italia sa dove Berlusconi ha preso i soldi, e Berlusconi non lo sa.

PS. La Corte d'appello di Milano ha appena condannato a 2 anni Dell'Utri per tentata estorsione mafiosa insieme al capomafia di Trapani Vincenzo Virga ai danni dell'imprenditore Garraffa, che rifiutava di pagare un credito non dovuto di 750 milioni, per giunta in nero. Poco prima di mandargli il boss, Dell'Utri lo avrebbe
avvertito con queste parole: "Abbiamo uomini e mezzi capaci di farle cambiare idea". Così, a puro titolo di cronaca.


Marco Travaglio

sabato 4 agosto 2007

Proposta per un Codice Etico dei Parlamentari

Buon pomeriggio a tutti.
La recente notizia che ha riguardato l'onorevole Cosimo Mele è soltanto l'ultima, purtroppo, in ordine di tempo, concernente le oggettivamente discutibili condotte di alcuni rappresentanti istituzionali dei cittadini.
Proprio riguardo a quanto accaduto con il coinvolgimento dell'onorevole Mele, non posso esimermi dall'auspicare le dimissioni dello stesso dalla carica di deputato.
Non mi bastano quelle, interne, dal partito di appartenenza.
Per il semplice motivo che non posso tollerare che uno dei miei rappresentanti istituzionali sia dedito a festini ben poco onorevoli a base di droga e squillo.
Il nostro partito, ancora una volta, può mobilitarsi.
Ad esempio, elaborando una proposta per la formulazione di un Codice Etico dei Parlamentari.
Tale Codice - magari approvato sotto la veste giuridica di Regolamento Parlamentare - dovrebbe e potrebbe essere un contenitore di norme di comportamento per tutti i parlamentari in carica.
Importante sarebbe anche la parte incentrata sulle sanzioni da irrogare a deputati e senatori rei dell'assunzione di comportamenti disdicevoli.
Perchè non aprire un tavolo di concertazione e parlarne, se possibile, nel prossimo appuntamento di Acquasparta?
Io mi metto a disposizione per l'elaborazione di una bozza.
Sarebbe una bella conquista per la democrazia.
Conquista adattabile, ad esempio, ai consigli regionali, provinciali e comunali nonchè alle assemblee comunitarie europee.
E, pure, conquista legabile alla proposta anti-gerontocrazia dell'onorevole Mura.
Sì ad un Parlamento giovane, sì ad un Parlamento moralmente integro.


Mario Tocci

giovedì 2 agosto 2007

Quell'intervista a Nicolazzi è stata un'operazione ruffiana

Buongiorno, mi complimento con tutti coloro i quali hanno permesso ad Alessio Bacchetta di dar voce libera a Franco Nicolazzi. Lui non ha bisogno di comprarsi la pagina di un giornale, perchè tanto sa di poter dire tutto ciò che vuole ugualmente con dei "giornalisti stenografi".
Uno detta,l'altro scrive. Perchè Bacchetta non ha scritto che Nicolazzi vive una vita più che normale,visti i 9947 € (NOVEMILANOVECENTOQUARANTASETTE!) che percepisce mensilmente di pensione da ex parlamentare? Perchè non gli è stato chiesto il motivo della legge del 28 Febbraio 1985 numero 47 (nota come "condono edilizio Nicolazzi")?
Perchè non è stato ricordato che è stato condannato a cinque anni di reclusione nell'ambito dei processi legati agli episodi di corruzione di inzio anni Novanta (Tangentopoli) nel filone denominato "carceri d'oro"? Perchè non è stata chiesta la motivazione di fare presidente della fondazione Saragat un pregiudicato?
Mi chiedo: ma come fa una persona con un curriculum del genere ad aiutare il mio territorio?
Io mi vergogno di avere nel mio territorio persone del genere! Secondo il mio modesto modo di vedere, "Novara Oggi" ha riabilitato una figura ambigua.
Il giornalismo deve tener ben allenata la memoria, e deve informare i cittadini, non ingannarli e prenderli in giro.
Rispettate i cittadini e la vostra deontologia professionale invece di piegare la schiena di fronte ai potenti. Anche voi "giornalisti stenografi" siete responsabili delle condizioni in cui si trova oggi l'Italia.
Se "Novara Oggi" assumesse dei veri giornalisti,venderebbe maggiormente e,di conseguenza, stamperebbe molto più di 7630 copie, e ci guadagneremmo tutti.
In attesa di una risposta, che spero mi verrà data, porgo i miei più distinti saluti e auguro un buon lavoro.


Badà Simone

mercoledì 1 agosto 2007

La tattica

Lunedì sera alle ore 20,45 le agenzie battano la notizia che lascia a bocca aperta l'80% della base del partito e lascia senza fiato i militanti.
E' ufficiale Di Pietro si candida alle premiarie del Partito Democratico. Presenta le firme appena quindici minuti prima della scadenza.
Sembra una mossa insensata e non ragionata. Invece dopo appena 12 ore, esce fuori la strategia del nostro leader che vuole fare emergere i gravi difetti e le ombre del futuro Partito Democratico. Dopo essermi informato e dopo aver avuto dei contatti con le sfere della nostra struttura, mi sono fatto un'idea chiara sulla vicenda e sullo scopo dell'azione del Ministro.
Tonino sapeva che non sarebbe stato accettato e che avrebbero fatto di tutto per non ammetterlo. Allora lo vuole dimostrare pubblicamente.
Elenchiamo rapidamenti i fatti ed i motivi della sua esclusione.
Decide di raccolgliere di nascondo circa 3000 firme in cinque diverse regioni.
Non dice nulla se non ai propri e più strettti collaboratori.
Nega tutto fino quasi alla fine. Dopo la presentazione delle firme fa un comunicato stampa espondendo la volontà di partecipare alla nascita del Partito Democratico. Lo fa volendo prendersi il proprio spazio. Vuole essere il protagonista della storia della nuova formazione, dopo che Margherita e Ds non ascoltano i suoi appelli pubblici di volersi fondere con loro.
Ma sa benissimo che verrà escluso. Allora agisce di sorpresa per mettere in difficoltà gli avversari che dovranno poi trovare un brillantissimo escamotage per giustificare la sua esclusione. Il comitato elettorale non se lo aspetta e accetta la deposizione delle firme.
Ma nella notte, la presentazione non è valida, ma a Di Pietro ed a Pannella vengono applicate regole che dovrebbero essere applicate anche ad altri candidati di altri partiti. Lo escludono perchè è il leader di un partito e perchè il suo partito di appartenenza non si è sciolto.
Queste sono le regole del gioco. Peccato che anche i candidati dei Ds e della Margherita non verranno esclusi nonostante che i loro partiti non siano ancora sciolti.
Inoltre di Di Pietro non è il legale rappresentate del partito perchè non è il capo del partito. Infatti lui è il fondatore e il naturale leader, ma forse il comitato elettorale fa finta di non sapere che il responsabile della struttura è l'on. Pedica.
Così Di Pietro ha preso due piccioni con una fava.
Ha dimostrato che le canaglie del fututo Partito Democratico non lo vogliono, che hanno fatto carte false per non accettarlo dopo essere stati colti di sorpresa.
L'indole degli esponenti del neo partito democratico è diversa dalla nostra. La loro cultura non ci appartiene. Come dice Tonino, loro non ci meritano. I nostri argomenti non interessano. Loro non ci vogliono. Le nostre proposte danno fastidio.
Si può notare come ci hanno messo all'angolino sull'indulto, sull'eliminazione dei privilegi dei parlamentari, sui costi della politica, sull'ordinamento giudiziario, sulle autorizzazioni a procedere.
Sembrava strana e incredula la mossa del capo, invece ha dimostrato intuito e astuzia. Ancora una volta Tonino ha voluto dare prova della propria intelligenza politica e il fatto che poi non ha voluto presentare ricorso dimostra che noi siamo un'altra cosa. Non ci immischiamo con certa gente. Non dobbiamo fare l'elemosina a nessuno. Avevo già scritto le mie critiche sulla nascita del movimento che già allora denominavo "Partito Non Democratico"
Quelli che non amano il nostro paese, non ci meritano e noi non li vogliamo.

Rebecchi Lorenzo
Referente GIV Novara