martedì 30 ottobre 2007

Parlamento Europeo mette al bando le bombe a grappolo

Il Parlamento UE chiede la rapida messa al bando mondiale dell'uso, della produzione, del traffico e dello stoccaggio di armi a grappolo e chiede che - in attesa dell'entrata in vigore di un trattato internazionale - negli Stati UE siano vietati la produzione, l'uso, lo stoccaggio e l'esportazione di questo tipo di ordigni e forniscano assistenza ai programmi di bonifica.
Le "cluster bomb" sono bombe a grappolo che hanno varie cariche esplosive che prima di cadere al suolo esplodono con effetti nell'arco di vari chilometri e contengono centinaia di bombe piu' piccole che a volte si depositano al suolo, diventando un pericolo per chi le calpesti inavvertitamente. Circa il 20% degli ordigni resta inesploso, ma rispetto alle mine essi sono piu' pericolosi, in quanto hanno un raggio d'azione di 150 metri, quindi uccidono chi le calpesta e uccidono o feriscono anche chi si trovi nel loro raggio d'azione.
A livello internazionale, 49 Stati, alcune agenzie delle Nazioni Unite, il comitato internazionale della Croce rossa, la Coalizione contro le armi a grappolo ed altre organizzazioni umanitarie di rilevanza mondiale, riunitisi a Oslo il 22 e 23 febbraio 2007, hanno raggiunto un accordo sulla Convenzione contro le Cluster Bomb promossa dal governo norvegese.
La risoluzione "Verso un trattato internazionale per la messa al bando delle munizioni a grappolo" del parlamento UE - approvata a maggioranza la scorsa settimana - evidenzia il suo sostegno al processo di Oslo e chiede di rafforzare il diritto umanitario internazionale applicabile alle armi a grappolo.
A tal fine il Consiglio UE e' invitato ad agire di conseguenza anche in seno alla Convenzione ONU sulla proibizione o la limitazione di alcune armi convenzionali. Secondo i deputati europei, peraltro, una normativa internazionale efficace sulla questione dovrebbe prevedere l'obbligo di distruggere entro tempi brevi le munizioni a grappolo gia' immagazzinate, di recintare e bonificare le aree contaminate e di assistere le vittime.
In base alla risoluzione, poi, gli eserciti degli Stati europei non dovranno usare armi a grappolo e affini, mentre i Paesi membri UE che hanno utilizzato munizioni a grappolo e simili debbono assumersi la responsabilita' della successiva bonifica, rendendo note alle popolazioni locali ed agli operatori umanitari le zone contaminate.
Infine, la Commissione UE viene invitata ad incrementare urgentemente l'assistenza finanziaria a favore delle popolazioni e delle persone colpite da cluster bomb inesplose.

Rebecchi Lorenzo

domenica 7 ottobre 2007

La questione birmana

Le notizie che da due giorni giungono dalla città di Rangoon non posso esimere l’Italia dei Valori e l’intero Paese dal lanciare un messaggio forte, sia nel consesso internazionale dell’Onu, sia in quello di Bruxelles.
Oggi più che mai, l’Unione Europea deve far sentire la sua voce perché lo sviluppo della democrazia e dei principi liberali non può passare solo attraverso trattati internazionali e scambi commerciali, men che meno attraverso quell’errore già commesso in passato dall’amministrazione statunitense di considerare i principi di libertà e democrazia come un qualsiasi prodotto esportabile.
Oggi, davanti a quei morti, davanti alle decine di migliaia di manifestanti caricati dalle forze armate birmane, di fronte ai duecento o più arrestati e, soprattutto, dinnanzi alla forza di questo popolo che in questi giorni chiede pacificamente il ritorno ad uno stato di diritto, non possiamo e non vogliamo voltare la testa.
Hanno manifestato, percorrendo le strade del Paese, soffermandosi di fronte all’abitazione nella quale, da cinque anni, il premio nobel (1991) Aung San Suu Kyi (leggi A’n-San-Su-Ci) è agli arresti domiciliari per il solo fatto di essere diventato, con il suo impegno a favore della libertà e dei diritti umani, il simbolo dell’opposizione democratica, quella che vinse le libere e regolari elezioni del 1990, la medesima forza politica che avrebbe potuto aiutare il paese ad uscire dalla condizione di povertà e sudditanza internazionale.
Sì, sudditanza, perché dietro la giunta militare birmana c’è ben altro che la nota crudeltà e la cupidigia di potere dei generali, i quali attraverso un colpo di stato trasformarono il paese in un regime autoritario, dopo le elezioni del ’90. Dietro i generali, infatti, si nascondo gli interessi delle superpotenze vicine, della Cina come dell’India. Di colossi finanziari e commerciali con i quali l’Europa mantiene tanto ottimi rapporti economici quanto pessimi rapporti sociali. Perché allora non porre a queste nazioni il medesimo trattamento che si pone nei confronti dei paesi che aspirano a diventare membri dell’Ue? Perché non punire, attraverso limiti nei flussi import-export, i nostri partner economici, qualora il benessere che insieme aiutiamo a sviluppare non divenga comune e condiviso a tutti i loro cittadini? Perché non porre la questione dei diritti umani anche nei negoziati commerciali?
Dicevo, due colossi asiatici che hanno sostenuto e sostengono, più o meno apertamente, la giunta militare di Naypyidaw (la capitale). L’India con un diplomatico e gattopardiano no comment, la Cina con un voto contrario nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Al pari di questi poi, il comportamento speculare di Putin che insieme a Pechino ha negato l’inasprimento delle sanzioni per evitare che un discorso simile a quello indirizzato oggi alla giunta birmana possa un domani essere rivolto contro la stessa Mosca sulla questione cecena, come su quella georgiana. E allora, perché non riavviare il processo di riforma del Consiglio di Sicurezza Onu? Perché affrontare le problematiche che il nuovo assetto internazionale ci pone con una squadra costituita su principi e logiche vecchie di sessant’anni?
Senza dimenticare la Total francese che ha stretto forti accordi con la giunta militare per sfruttamento delle risorse minerarie del paese.
Certo, non possiamo non salutare favorevolmente, seppur ancora troppo poco rilevante nella sua portata, la notizia sull’apertura di Pechino nei confronti della situazioni di crisi birmana. Pare infatti che anche il governo cinese abbia rivolto un messaggio di monito a quello del Myanmar, esortandolo a moderare le reazioni contro i manifestanti.
Altresì, la notizia giunta nella mattinata di una presa di posizione netta e, speriamo, definitiva da parte di Bruxelles tesa ad un rafforzamento delle sanzioni economiche nei confronti di Myanmar, trova la nostra piena soddisfazione, ma non possiamo non sentire ancora pesanti le parole che oggi accampano sulle pagine del Corriere della Sera, a firma Bill Emmott, un esperto analista di affari internazionali, che ritiene che i commenti degli “estranei non faranno una grande differenza” sulla vita e sul futuro dei birmani. Forse Emmott avrà ragione, ma proprio per questo, oggi è necessario dimostrare quanto certe ipotesi possano risultare errate. Chiediamo un impegno chiaro e distintivo delle Nazioni Unite, chiediamo un intervento forte e mirato, che non prenda in considerazione lo scellerato uso della forza armata ma che usi adeguati strumenti sanzionatori, da quelli economici a quelli finanziari e commerciali, che non colpisca la popolazione già vessata da circa vent’anni di dittatura, come spesso accade, ma che punti a destituire la giunta militare attraverso una diplomazia accorta ma veloce ed efficiente.

Rebecchi Lorenzo

giovedì 20 settembre 2007

La necessità di una cooperazione penale internazionale

Dopo il cruento delitto di ‘ndrangheta avvenuto a Ferragosto nella ridente cittadina tedesca di Duisburg si è riproposto il problema della mancanza di una rete internazionale di comunicazione e scambio di informazioni sulla situazione penale dei soggetti pregiudicati in uno o più Stati.
La presenza di un circuito del genere, adesso come in altre circostanze, avrebbe consentito lo svolgimento di indagini più celeri ed efficaci e dunque permesso l’individuazione e la punizione dei rei dei crimini posti in essere.
Qualcuno potrà, forse a ragione, obiettare l’insensatezza della costruzione dei recinti allorché i buoi siano già scappati.
Eppure un ragionamento simile finisce con l’essere un alibi per l’immobilismo politico degli organi nomopoietici nazionali e sopranazionali, che – finora – non hanno mai profuso un reale e concreto impegno sul fronte della cooperazione penale internazionale.
Il partito dell’Italia dei Valori, per mezzo dell’onorevole Leoluca Orlando, ha espresso le proprie allarmate preoccupazioni per l’inattuata istituzione del sistema mediatico menzionato, di cui peraltro – per la prima volta – aveva parlato Giovanni Falcone.
La tecnologia permette di condividere, anche a distanze geografiche rilevanti, dati di ogni genere attraverso internet.
Che difficoltà si frapporrebbero alla diffusione, da parte di ogni Stato, delle schede giudiziali dei rispettivi pregiudicati?
La creazione di un sistema così strutturato inciderebbe non soltanto nel momento patologico della persecuzione dei reati già consumati ma anche nella fase fisiologica della gestione degli appalti pubblici, che resterebbero preclusi a soggetti in odore di criminalità.
Si potrebbe iniziare a livello comunitario, per poi estendere l’ingranaggio – frattanto già rodato – su scala internazionale.
Per gestire il sistema sarebbe utile istituire un Comitato Consultivo, formato dai rappresentanti dei Governi degli Stati aderenti (magari dai Ministri degli Interni e della Giustizia), e un’Authority indipendente, i cui membri (possibilmente magistrati o comunque giuristi) sarebbero designati con cadenza triennale dal Comitato medesimo in condizioni tali da garantire turnariamente a tutti gli Stati l’accesso di un proprio rappresentante.
L’Italia potrebbe avere in Orlando, giurista di spessore e politico raffinato, un eccellente rappresentante in seno all’Authority.


Rebecchi Lorenzo

domenica 16 settembre 2007

Noi l'avevamo previsto. Dietro al V-Day c'è di più

Nei giorni scorsi c'è stato una enorme spaccatura tra me e gli amici del meet up di Novara. Il nocciolo della questione è stata quella di avere mandato un comunicato che in cui esprimevo le mie considerazioni positive per il V-Day a Novara e per l'enorme numero di firme raccolte. Facevo i complimenti agli organizzatori e facevo un appello ai giovani per rilanciare il nostro paese e per ripartire dal basso per modificare il sistema.
Quell'appello l'ho pubblicato sul nostro blog e adesso ho dato spazio per intero all'ultimo post di Grillo che invita i cittadini del meet up a formare liste civiche per presentarsi alle elezioni comunali per cominciare a spaccare il mondo politico.
E' molto strano quello che è successo. Adesso comincio a vederci chiaro.
Ho sempre ritenuto che Grillo avesse intenzioni politiche e questo risulta dal fatto di aver firmato il protocollo sulla costituzione della "Lista Civica Nazionale" promossa da Elio Veltri e Oliviero Beha nel sito "La Repubblica dei Cittadini" (http://www.repubblicadeicittadini.it/). Qualche amico givvino aveva avvisato del fatto che in alcuni banchetti del V-Day in centro città ci fossero anche quelli di questa Lista Civica Nazionale.
Ora capisco quelle accuse di voler politicizzare l'evento, di voler prendere i meriti del risultato del V-Day. Come poteva un mio semplice comunicato aver fatto scatenare un tale delirio di rabbia e di offese verso la mia persona. Volevano farci fuori? Non volevano intromissioni? Lo spiega Grillo nel suo post che non vuole nelle liste civiche persone iscritti negli altri partiti.
Avevo intuito che dietro Beppe Grillo non ci fosse solo un intento meramente civile. Chiunque arriva a fare una manifestazione di questo tipo alla lunga ha sempre un obiettivo politico. Non muove le masse per nulla. Non tocca certi interessi per puro idealismo. Per cambiare le cose bisogna metterci la propria faccia e bisogna creare un movimento.
Tutto non è lasciato al destino. L'obiettivo era chiaro fin dall'inizio, a mio modesto parere. Guarda caso alcuni banchetti del V-Day insieme alla Lista Civica Nazionale. Alcuni organizzatori del meet up iscritti alla Lista Civica. Lo stesso Grillo è tra i primi firmatari del progetto della costituzione della Lista che nascerà a Roma il 6 ottobre.
Intanto però Grillo rimane in riserva e invita i meet up ad organizzarsi per l'elezioni comunali. Aspetta di organizzare le basi per entrare in azione poi dall'alto. Ottimo intuito politico. Si inizia dal basso per poi organizzare i vertici, con le pattuglie pronte. In questo modo si può colpire meglio il cuore del sistema. Il tutto si giustifica con fatto di aver promesso solennemente di non avere interessi politici con le sue iniziative. Tutto falso.
Adesso staremo a vedere. La mia personale ed umile opinione è quella di organizzarci e cominciare a dialogare con loro. Non dobbiamo stare a guardare. Il fenomeno lo dobbiamo studiare bene per essere pronti al momento giusto. Quindi continuiamo a stare dentro i meet up ed ad aprirne altri, solo così possiamo sapere meglio come stanno le cose. E solo così possiamo conoscere i loro intenti e solo così possiamo studiare una strategia.

Rebecchi Lorenzo

Grillo scende in campo. Anzi rimane in panchina

E adesso? Dopo il V-day? La parola è ai cittadini. Ogni Meetup, ogni gruppo può, se vuole, trasformarsi in lista civica per le amministrazioni comunali.
I cittadini devono entrare in politica direttamente. Per la loro tutela e per quella dei loro figli.
I Comuni decidono della vita quotidiana di ognuno di noi.
Possono avvelenarci con un inceneritore o avviare la raccolta differenziata. Fare parchi per i bambini o porti per gli speculatori. Costruire parcheggi o asili. Privatizzare l’acqua o mantenerla sotto il loro controllo.
Dai Comuni si deve ripartire a fare politica con le liste civiche.
Le liste che aderiranno ai requisiti che pubblicherò sul blog tra qualche giorno avranno la certificazione di trasparenza “beppegrillo.it”. Tra i requisiti ci saranno, ad esempio, il non essere iscritti a partiti ed essere incensurati.
Le liste potranno comunque chiamarsi come gli pare ed essere autonome nella loro azione. Ci potranno anche essere più liste in una stessa città.
Le liste certificate saranno pubblicizzate dal blog e messe in condizione di scambiarsi informazioni e esperienze attraverso una piattaforma comune on-line che sarà messa a disposizione, sempre attraverso il blog.
Io non parteciperò a nessuna manifestazione nei prossimi mesi. Non sto promuovendo la presentazione di nessuna lista civica, né locale, né nazionale.
La loro voce i partecipanti del V-day non la prestano a nessuno. Sono i megafoni di sé stessi. I cittadini che si fanno politica.
Per le liste civiche rimanete sintonizzati sul blog. Stay tuned.

Beppe Grillo

mercoledì 12 settembre 2007

Narcomafie

Cinque milioni di ecoballe fuori legge, un miliardo e mezzo di euro spesi in 11 anni dal commissariato di governo e altri 80 milioni stanziati a giugno dal governo: sono le cifre che segnano l’ennesima débâcle dello Stato in terra di Camorra. Quella che è stata chiamata “emergenza rifiuti” si sta rivelando sempre più una grande truffa di cui hanno beneficiato amministratori corrotti, malavitosi, imprenditori più o meno vicini agli uni e agli altri: lo sostengono i magistrati in una serie di inchieste intrecciate che, tassello dopo tassello, ne stanno ricostruendo la storia.
L’inizio della crisi. Tutto comincia nel 1994 quando, dichiarato lo “stato di emergenza”, il governo nomina il primo commissario che ha il compito di tamponare la crisi. È solo nel 1996 che i poteri si ampliano e passano al presidente della Regione che in quel momento in Campania è Antonio Rastrelli. Ed è la sua amministrazione che organizza il bando di gara per appaltare la gestione di un ciclo integrato dei rifiuti. Le procedure vanno avanti con il suo successore, Andrea Losco (Udeur) e vengono concluse da Antonio Bassolino (Ds) che affida il tutto a un consorzio di ditte formato da cinque imprese associate alla Impregilo (Impregilo International, Fibe, Fibe Campania, Fisia Impianti, Gestione Napoli). Le stesse che a giugno 2007 ricevono dal gip Rosanna Saraceno l’interdizione a stipulare contratti con la pubblica amministrazione per un anno in materia di smaltimento della spazzatura e il sequestro preventivo di 753 milioni di euro.
I pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo cominciano a indagare nel 2002 dopo una denuncia del senatore di Rifondazione comunista Tommaso Sodano. Cinque anni dopo arriva il primo provvedimento del gip con conclusioni durissime per le imprese, ma non solo. Per il magistrato le aziende «con artifici e raggiri» hanno eluso i contratti, falsificato i risultati delle analisi, bloccato gli impianti per far crescere l’emergenza. Il tutto «con la complicità, se non la connivenza, di chi aveva l’obbligo di intervenire». Non a caso le indagini, dalle quali si aspettano nuovi sviluppi, hanno coinvolto il governatore Bassolino e molti dirigenti della struttura commissariale.
Con l’alibi dell’emergenza. Nel 2000, infatti, il presidente della Regione firma con il consorzio un contratto, che non sarà mai rispettato dalle ditte né disdetto dal commissariato che, invece, sostiene la tesi dell’emergenza infinita inventata dall’impresa per giustificare le proprie inadempienze. Impregilo e soci avrebbero dovuto costruire sette impianti di produzione di Cdr, ovvero di combustibile derivato dai rifiuti (e lo hanno fatto), edificare due impianti per la termovalorizzazione del combustibile (ne hanno realizzato uno solo, quello contestatissimo di Acerra), gestire tutti i rifiuti prodotti in Campania. La spazzatura doveva diventare materiale da bruciare (32%), compost destinato al recupero ambientale (33%), scarti ferrosi (3%) e solo il 14% doveva finire in discarica. Sette anni dopo non solo la Campania brulica di buche piene d’immondizia, ma l’emergenza è diventata un enigma che non trova soluzione.
Anche perché quella che esce dagli impianti di Cdr è spazzatura triturata. Tanto che il prefetto Pansa (che ha preso il posto del precedente commissario, il capo della protezione civile Guido Bertolaso) ha deciso di far trasportare parte dei rifiuti direttamente in discarica.
Tutti le trasportano, nessuno le brucia. Le ecoballe, lo dimostrano le indagini, di eco non hanno proprio nulla. Si tratta, invece, di immondizia chiusa in buste di plastica che non sarà mai possibile bruciare nel rispetto delle norme attuali. Il materiale prodotto dai Cdr doveva avere per contratto al massimo il 15% di umidità. Il decreto Ronchi prevede una percentuale del 25%. La spazzatura che esce dagli inceneritori supera il 30. E la quantità di rifiuti che esce dai sette inceneritori è maggiore di quella in entrata a causa degli additivi. Un disastro.
In compenso solo per ospitare le cosiddette ecoballe bisogna occupare 40mila metri quadrati ogni mese. E così il commissariato ha dilapidato milioni di euro per inviare le balle al nord o addirittura all’estero, ma nessuno le ha volute perché bruciarle è impossibile. Eppure il contratto prevedeva, come ricorda il gip Saraceno «l’obbligo di assicurare, nelle more della realizzazione degli impianti di termovalorizzazione, il recupero energetico mediante conferimento del Cdr in impianti esistenti». Insomma, in attesa di costruire l’impianto di Acerra il cartello Impregilo avrebbero dovuto smaltire le ecoballe a proprie spese, ma nessuno ha preteso il rispetto di questa clausola e la spazzatura impacchettata è diventata lo scoglio che fa naufragare ogni speranza di superare la crisi. Non basta. Il subappalto del trasporto di materiali prodotti dagli impianti era vietato, ma solo sulla carta. Le numerose emergenze hanno fatto proliferare le deroghe e il servizio è stato appaltato a una partecipata dei Comuni dell’area Nord (Impregeco), che non avendo, però, i mezzi necessari lo ha a sua volta subappaltato a una miriade di padroncini. E così davanti agli inceneritori restano per ore, ma a volte anche per giorni, camionisti pagati in nero.
Impianti fermi? È tutto programmato. A costituire l’inferno in cui si dibattono i napoletani hanno, sempre secondo i magistrati, collaborato i responsabili del commissariato. Sono stati loro a non vedere (o a non voler vedere) che le apparecchiature montate nei Cdr erano diverse da quelle progettate, che ai rifiuti veniva aggiunta plastica per renderli più secchi, che le analisi sui prodotti venivano falsificate. Tutto in nome dell’emergenza. Tanto che il sub-commissario Raffaele Vanoli nel 2002 in previsione dell’estate dispone un prolungamento dell’orario di apertura degli impianti e decide che le verifiche sul Cdr prodotto siano spostate al momento di incenerire le balle. Si domandano i giudici: come faceva Vanoli a sapere che i cumuli di rifiuti per le strade sarebbero cresciuti? Una risposta viene dalle intercettazioni sulle linee dei dipendenti della Fibe. Scrive Rosanna Saraceno nella sua ordinanza: «Dalle intercettazioni emerge che il fermo degli impianti e il blocco nella ricezione dei rifiuti era programmato e attuato quale strumento di pressione verso la struttura commissariale». Tra gennaio e giugno del 2007 l’inceneritore di Caivano si è bloccato 30 volte, venti perché non c’era possibilità di sversare i rifiuti, dieci per incidenti vari.
Intanto c’è chi, con i rifiuti, si ingrassa. L’emergenza, poi, giustifica fitti e subappalti senza gare: e i costi lievitano. Così finisce che la Campania sommersa dalla spazzatura paghi la tassa sui rifiuti più cara d’Italia. Né c’è da meravigliarsi visto che, tanto per fare un esempio, nei diciotto consorzi di bacino della regione sono stati assunti 2300 ex Lsu (lavoratori socialmente utili, ndr.) che dovevano lavorare alla differenziata mai decollata e che quindi hanno fatto poco e niente, ma sono stati sempre pagati costando circa 55 milioni di euro all’anno. E molti sono stati assunti perché iscritti in liste di disoccupazione compilate grazie a un accordo trasversale tra le forze politiche, come sostengono i giudici che hanno indagato su molti leader dei senza lavoro. Ben 367 di questi lavoratori fantasma dipendono dal bacino 5 che però non è mai stato costituito. E l’Asia, la società mista che raccoglie l’immondizia a Napoli, lavora senza aver mai firmato un contratto di servizi e subappalta la raccolta del centro città ad altre due società. Non va meglio in provincia dove molti Comuni sono stati sciolti (tra questi Crispano, Casoria, Tufino, Pozzuoli, Melito) per aver affidato il servizio di nettezza urbana a società ritenute dal Gia (Gruppo interforze antimafia) vicine alla Camorra. Il commissario di governo a Casoria ha dovuto azzerare i vertici della partecipata del Comune dopo l’informativa della prefettura che parla di possibili ingerenze della criminalità organizzata. Anche la Pomigliano Ambiente nel giugno 2006 è stata interdetta dal prefetto perché sospettata di servirsi di una società di servizi accusata di collusioni con associazioni camorristiche, ma a novembre il Tar ha accolto il ricorso della società, il provvedimento di interdizione è stato revocato e l’azienda ha ripreso l’attività come molte altre imprese finite nel mirino della prefettura e “riabilitate” dalla giustizia amministrativa. Ad aprile, però, la Dda ha aperto una nuova inchiesta. Il pubblico ministero Maria Antonietta Troncone indaga su una serie di lavori appaltati con il criterio della somma urgenza.
Favori a parenti e “amici”. Del resto, secondo la commissione parlamentare d’indagine sul ciclo dei rifiuti guidata dal senatore Roberto Barbieri (Gruppo misto), la stessa struttura commissariale non è stata impermeabile alla Camorra: «Gli elementi informativi assunti durante le audizioni, soprattutto quelle dei magistrati della procura della Repubblica di Napoli, nonché la documentazione acquisita con riferimento alle indagini che hanno interessato la struttura commissariale – è scritto nella relazione sulla Campania – hanno rappresentato un quadro nel quale la criminalità organizzata, soprattutto nella sua articolata dimensione imprenditoriale, ha assunto un ruolo che desta preoccupazione». Una preoccupazione più che fondata se si considera che a maggio è stato arrestato il sub-commissario Claudio De Biasio: insieme a Giuseppe Valente, presidente del Ce4 (in quota Forza Italia), fino al commissariamento del consorzio, avrebbe favorito imprese legate alla malavita. I due, secondo i pm della Dda di Napoli, Raffaele Cantone e Alessandro Milita, avrebbero favorito le ditte dei fratelli Sergio e Michele Orsi a loro volta finiti in manette e indicati da numerosi pentiti come vicini al clan dei Casalesi. Con queste imprese il consorzio di bacino ha costituito una società mista, la Eco 4, incaricata della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Alla Eco 4 non è stata concessa la certificazione antimafia perché l’amministratore delegato, Sergio Orsi, è ritenuto vicino ai clan. I giudici hanno ricostruito la vicenda passo passo a cominciare dal bando di gara che privilegiava le società formate da giovani e da donne. Una clausola che ha permesso agli Orsi di spiazzare l’altra impresa che aspirava all’appalto. Poco prima del bando, infatti, è stata formata una società, la Flora ambiente, amministrata dall’allora ventunenne Elisa Flora, figlia di Sergio Orsi. L’impresa, che non aveva alcuna attrezzatura, creò un’associazione temporanea con aziende che avevano, invece, i mezzi per operare e riuscì a vincere la gara e ad aggiudicarsi il servizio guadagnando (illecitamente secondo i giudici) più di dieci milioni di euro, nove solo vendendo al commissario un pacchetto azionario a un prezzo enormemente superiore al valore reale. Nell’inchiesta entra anche il camorrista Augusto La Torre. È lui a raccontare ai giudici di aver imposto ai fratelli Orsi una tangente di 15 mila euro al mese e di aver concordato la cifra grazie al comune amico Francesco Bidognetti, capo dell’omonimo clan.
Un impero all’ombra dei clan. Ma i fratelli non sono amici solo dei malavitosi. Nella loro agenda figura anche Angelo Brancaccio, dei quali erano anche compagni di sezione. I due, infatti, erano iscritti alla sezione dei Ds di Orta di Atella, paese di cui Brancaccio era stato a lungo sindaco prima di diventare consigliere regionale e segretario della presidenza del governatore Bassolino ed essere infine accusato di estorsione, peculato e corruzione.
E non finisce qui: 37 milioni di euro sono passati dal commissariato di governo direttamente nelle tasche di Cipriano Chianese, avvocato, imprenditore candidato per Forza Italia alle elezioni nel 1994 e non eletto, proprietario della Resit, la società che ha venduto al commissariato di governo le cave X e Z, discariche abusive nei dintorni di Giugliano, durante l’emergenza del 2003 (cfr. «Narcomafie» n.2/06). Tre anni dopo, nel gennaio del 2006, Chianese finisce in galera. Pesantissima l’accusa: estorsione aggravata e continuata, concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo i magistrati il suo impero economico sarebbe cresciuto all’ombra del clan dei Casalesi. I pm antimafia Raffaele Marino, Alessandro Milita e Giuseppe Narducci chiesero anche l’arresto dell’ex sub commissario per l’emergenza rifiuti, Giulio Facchi, ma il gip non lo concesse per mancanza di esigenze cautelari (al momento della decisione non era più sub-commissario). La cosa sconcertante è che il commissario aveva stabilito rapporti con Chianese ben sapendo che era già stato al centro di numerose inchieste giudiziarie.
In questa situazione non c’è da meravigliarsi se in Campania ci sono, secondo Legambiente, 225 discariche abusive e la criminalità organizzata continua a incrementare i propri profitti gestendo un giro di affari che tocca i 23 miliardi di euro all’anno. E i cumuli di sacchetti per le strade della Regione continuano a crescere

Rebecchi Lorenzo

domenica 9 settembre 2007

Appello ai giovani del V-Day

Come in tutta Italia, anche in provincia di Novara il V-Day è stato un successo clamoroso, imprevisto e non auspicabile per qualcuno (leggasi partiti), ma non per chi ci ha creduto fino in fondo e ha lavorato con entusiasmo.
Nonostante il black out della stampa e della TV nazionale e col solo ausilio della stampa locale, sono state raccolte 3283 firme e, alla fine, si sono esauriti i moduli a Novara.
Al banchetto di Novara non c'è stato un attimo di tregua: dagli iniziali due ragazzi dello staff che raccoglievano le firme si è passati a sei per smaltire la folla che andava accumulandosi, soprattutto nel pomeriggio. Personalmente, essendo uno dei sei, a fine giornata, mi si confondeva la vista per le tante firme raccolte.
La gente, di ogni età e di ogni ceto, è arrivata da tutta la provincia e si è messa in coda tranquillamente, senza creare nessun disagio. Molte persone hanno lasciato la loro e-mail per essere contattate e coinvolte nelle attività che intendiamo iniziare sul territorio e proseguire in campo nazionale.
Il merito di questo successo va interamente agli organizzatori del V-Day di Novara e Borgomanero che hanno creduto fin dall'inizio alla proposta di iniziativa di legge popolare e a tutti i giovani che hanno dato il massimo impegno per il banchetto. Un grazie anche a Renzo Tognetti, coordinatore provinciale dell'Italia Dei Valori ed a Giacomo Bucciero, consigliere comunale a Borgomanero che hanno dato la propria disponibilità a convalidare le firme raccolte e senza il quale non sarebbe stata possibile la manifestazione.
Mai in Italia era accaduto di raccogliere oltre trecentomila firme in un solo giorno e senza nessun battage pubblicitario.
Questa è la prova del malessere che serpeggia in modo trasversale fra tutti i cittadini di ogni appartenenza politica e di ogni età.
Il popolo non ne può più di politici arroganti e spesso corrotti, nonché inetti, che ha condotto la classe media italiana sull'orlo della povertà, l'economia allo sbando e il debito pubblico in caduta libera.
Noi amiamo il nostro paese, ma ci vergognamo del nostro Parlamento.
Mi si permetta, per concludere, di fare un appello a tutti quei giovani che sono venuti a firmare: "Non mollate, continuate a lottare, continuate a crederci e a sostenerci, perché sono ancora convinto che le cose si possono cambiare, ma bisogna tener duro e non mollare mai, l'iniziativa di Beppe Grillo è solo il primo passo".

Rebecchi Lorenzo
Portavoce Giovani dell'Italia dei Valori
Novara

V-Day: un risultato eccezionale

Oggi 8 settembre a Novara è accaduto qualcosa di imprevisto per qualcuno, ma non per chi ci ha creduto nella manifestazione del V-Day.
Non è successo di bassa risonanza, ma si tratta di un risultato di grande livello che avrà sicuramente influenze negli apparati di potere molto alti.
Cosa è capitato? Ve dico subito. Si sono esauriti i moduli, sono state raccolte 1650 firme e l'organizzazione è stata perfetta, anzi maestosa.
Non c'era l'interesse solo a raccogliere le 50.000 firme per depositarle in Cassazione, ma c'era lo scopo a farsi che l'iniziativa avesse un impatto visivo e mediatico di forte tenore.
Così è stato. Nella nostra città al banchetto non c'è stato un attimo di tempo, la gente è arrivata da tutta la provincia. Sono corse numerose persone per firmare, ci sono state le code. Non abbiamo avuto un attimo di respiro. Al pomeriggio addirittura ci sono stati sei ragazzi dello staff che raccoglievano le firme, ma nonostante questo la folla aumentava e le code non finivano mai. Anzi le persone erano disposte a lasciare i propri recapiti pur di essere contattate o coinvolte nelle attività che faremo sul territorio su temi che purtroppo solo Grillo tratta.
Il merito di questo successo è degli organizzatori del V-Day a Novara che hanno creduto fin dall'inizio alla proposta di iniziativa di legge popolare e a tutti i giovani che hanno dato il massimo impegno per il banchetto.
Il risultato che presto avremo sulla raccolta delle firme è la prova del malessere che serpeggia nei cittadini e nella rabbia dei cittadini verso i politici accusati di essere sordi alle esigenze del quotidiano.
Il popolo non ne può più di questi fannulloni e di certi personaggi che pensano solo ai propri interessi.
La gente è venuta a firmare solo perché vuole un paese con maggior credibilità, con maggior trasparenza e dove sussista un vero ricambio generazionale.
Noi amiamo il nostro paese e non possiamo tollerare che ci siano dei condannati in via definitiva in Parlamento.
Il nostro deve essere un paese serio e deve rispondere alla volontà della gente e della società. Fino a quando sederà, come avviene adesso, un condannato per omicidio alla Camera dei Deputati, allora quel paese non ci appartiene. Fin che sarà così, noi di quello Stato continueremo a vergognarci.
Infine vorrei fare un appello a quelle centinaia di migliaia di giovani che sono venute a firmare: non mollate, vi prego continuate a lottare, continuate a crederci, come ci credo io, perché sono ancora convinto che le cose si possono cambiare, ma il segreto è non fermarci e non arrenderci mai.
L'iniziativa di Grillo può essere un primo passo".

Rebecchi Lorenzo

mercoledì 5 settembre 2007

Case segrete antiviolenza per le donne

Scriverò al nostro consigliere regionale dell'Italia dei Valori, Andrea Buquicchio, per lavorare sull'approvazione di una legge di iniziativa regionale per la nascita di case segrete al fine di tutelare e proteggere donne vittima di abusi e violenze. Il progetto è nato nella nostra regione da associazioni femminili, dal sindacato della CGIL e dalla consigliere delle pari opportunità del Piemonte, che hanno provveduto a raccogliere le firme. Sono state deposita circa 12.000 firme.
Si tratta di creare dei luoghi dove ospitare donne vittime di gravi reati. Sul nome della località di tali centri si mantiene il massimo riserbo, per impedire di avere pressioni da parte di chi ha fatto ha commesso abusi verso di loro, per tutelare la loro incolumità fisica e la loro privacy. Sono utili per annullare i rischi che le querelanti non collaborino, per paura, con la giustizia per l’accertamento delle responsabilità.
Io ho già sottoscritto la proposta; vorrei aderire come GIV e come partito per raggiungere l'obiettivo.
I motivi che mi hanno spinto sono i seguenti:
a) tutelare soggetti deboli ed indifesi di fronte ad abusi e violenze;
b) incentivare la raccolta di testimonianze per favorire i processi e la condanna di persone crudeli, in modo da accertare le responsabilità e rendere effettiva la certezza della pena;
c) non abbandonare le vittime al loro destino, perché il nostro sistema giuridico spesso non prevede istituti per la tutela di chi collabora con la giustizia o di chi subisce danni dalla commissioni di reati gravi.
d) creare un istituto giuridico in grado di ottenere giustizia.
La morte atroce della ragazza di Genova e di Garlasco ne sono l'esempio.
Per questo mi rivolgo a voi per sostenere questa proposta di legge regionale.
Credo che questa sia un'ottima opportunità per rendere giustizia a quelle donne che cercano aiuto e meritano il giusto rispetto delle Istituzioni. Il senso di giustizia dei cittadini sicuramente non manca.
Dobbiamo agire per dare una vita dignitosa e per dare un futuro sereno a quelle persone che un giorno potrebbero essere le nostre figlie.
E' un ottimo strumento per ridare credibilità alle nostre istituzioni ed agli organi di giustizia.
Aspetto le vostre considerazioni perché vorrei che il GIV dia il nostro appoggio e la nostra totale collaborazione a questa utile iniziativa.
Infine vorrei che si riuscisse a sensibilizzare il partito in Piemonte, per avallare la proposta. Per questo scriverò al nostro amico Buquicchio.

Rebecchi Lorenzo
GIV Novara

lunedì 3 settembre 2007

Il nostro caro generale

Vorrei ricordare la figura del generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, della cui barbara morte ricorre oggi il venticinquesimo anniversario.
Questa tuttavia non vuole essere una commemorazione fine a se stessa, la quale a nulla servirebbe.
Piuttosto vuole rappresentare un invito alla riflessione sull'esigenza di combattere ogni forma di criminalità organizzata, anche per onorare la memoria di persone che sono cadute per lo Stato durante la lotta contro l'apparato delinquenziale.
La lotta alla criminalità organizzata passa anche per gesti eclatanti e significativi come quello della Confindustria Sicilia, che ha deciso di escludere dall'organizzazione tutti gli imprenditori di cui sia accertata la collusione mafiosa. Parte anche dalla società civile, come richiesto dal Presidente Napolitano. Tutti devono fare la propria parte. Ogni anello deve muoversi per sconfiggere il male criminoso.
Ciò mi fornisce pure lo spunto per formulare una proposta forse provocatoria ma, a mio avviso, significativa.
Perchè non escludere, con legge dello Stato, dai benefici fiscali le imprese di cui sia accertata la collusione mafiosa? Significherebbe mettere in ginocchio molte imprese. L'economia non può reggersi su imprese colluse con la mafia.
O ancora meglio, perchè non escludere da Confindustria anche le imprese che pagano le tangenti. Così come ha proposto il leader dell'Italia dei Valori. Molte imprese preferiscono pagare per avere una fetta di mercato assicurata, a danni della concorrenza e delle casse statali. Molte aziende alimentano la corruzioni e il giro di illegalità crea molti danni come le ditte in accordi con le associazioni criminali.
Far partire un'iniziativa legislativa del genere nel giorno dell'anniversario della morte di Dalla Chiesa sarebbe molto bello per la commemorazione di questo grande uomo di Stato!
Sei ancora nei nostri cuori caro generale.

Rebecchi Lorenzo

sabato 1 settembre 2007

Tagli su malpensa: l’alternativa e’ portare libri in tribunale

“Il riposizionamento delle attività su Malpensa non credo sia un attacco al Nord, come è stato detto dalla Regione Lombardia. Gli attacchi sulla questione mi inducono a pensare che sia troppo diffuso l’atteggiamento di dichiararsi liberali quando se ne può trarre vantaggio, ma, nel momento in cui c’è in ballo un interesse diretto, si adotti la posizione opposta. Se è vero, come sostiene Alitalia, che le rotte sull’aeroporto milanese sono in rosso, sarebbe illogico continuare a sopportare delle perdite”. Lo sostiene Antonio Borghesi, responsabile dell’Economia per l’Italia dei Valori. “E’ un presupposto dell’economia di mercato – aggiunge il deputato IdV - che l’attività in rosso vada chiusa, non c’è niente di anomalo”. “L’unica alternativa – conclude Borghesi - piuttosto che perpetuare una situazione in perdita, sarebbe portare i libri in tribunale per poi ricominciare da zero”.

Uffico Stampa Italia dei Valori

Silenzio colpevole dei media sul V-Day

Ieri Beppe Grillo aveva comunicato alle testate che avrebbe indetto una conferenza stampa. Ha dovuto annullarla perchè non era presente nessun giornalista.
Come dice Di Pietro è molto strano quello che sta succedendo. E' incredibile questo silenzio.
Nessuno sta dando risalto all'iniziativa di Grillo. A qualcuno sta dando fastidio.
Qualcuno di losco sta architettando il silenzio assoluto.
Ora comincio a capire le noie che stiamo avendo a Borgomanero e a Novara per avere l'autorizzazione ad occupare il suolo pubblico. Era così semplice fare un banchetto in piazza. Adesso sembra che la burocrazia sia impazzita o c'è sotto qualcosa?
Di Pietro lo aveva già annuciato e anche previsto. Chi muove interessi di alto livello o cerca di cambiare lo status quo, non riceve minacce, ma subisce il silenzio, l'isolamento e ancora peggio l'indifferenza.
Il silenzio o l'isolamento possono essere un segnale di paura a seguire chi vuole cambiare le cose.
Invece l'indifferenza arriva quando non interessa la battaglia, anzi dà letteralmente fastidio vedere che qualcuono tenta di riformare il sistema. Non possiamo stare a guardare.
Noi non ci fermeremo e continueremo a dare filo da torcere a chi cercerà di intimorirci.

Le nostre idee non muoriranno mai

Rebecchi Lorenzo
GIV Novara
La sezione penale della Corte Suprema del Cile ha confermato il 28 agosto la condanna all'ergastolo per il generale Hugo Salas Wenzel, capo della famigerata CNI, i servizi repressivi della dittatura cilena.
Salas e' stato infatti riconosciuto colpevole della strage denominata Missione Albania o Massacro di Corpus Christi, che nel 1987 provoco' l'omicidio di 12 giovani del "Fronte Patriottico Manuel Rodríguez" come rappresaglia all'imboscata a Pinochet nel settembre dell'anno precedente, in cui morirono cinque uomini della scorta del dittatore.
Si tratta della prima condanna a vita per uno dei massimi capi del regime. Salas dovra' scontare almeno 20 anni di carcere prima di poter chiedere qualsiasi beneficio, come la liberta' condizionata. Altri 14 agenti sono stati condannati a pene diverse per complicita' nella strage, solo uno delle centinaia di crimini commessi dalla CNI.
Il regime giustifico' in un primo momento la strage della Missione Albania come l'esito di uno scontro armato, ma successivamente si scopri' che tutti i giovani - fra cui tre ragazze - erano stati uccisi mentre erano disarmati.
Secondo i risultati dell'inchiesta, il generale Salas Wenzel diede personalmente l'odine di uccidere sette dei "frontisti", mentre gli altri furono uccisi a casa propria o per strada. Come emerso dalle indagini, Augusto Pinochet era perfettamente al corrente dei dettagli della mattanza.
Come detto in precedenza, continueremo a dare voce a chi lotta per la giustizia, per far emergere la verità sulle persone scomparse e sulle di violenze di Stato nascoste o tollerate da qualcuno. La storia di quelle migliaia di giovani desaparecidos ci appartengono. La verità deve fare il suo corso. Noi non tacceremo. Non smetteremo di dare spazio a quelle notizie che danno solo giustizia ai parenti delle vittime.
Onestamente parlando, a noi queste informazioni danno solo gioia.

Rebecchi Lorenzo
GIV NOVARA

Kennet Foster ha vinto la sua battaglia più importante: la vita

"Non sappiamo se sia dipeso anche dal nostro impegno, ma ci piace pensarlo. Ci piace pensare che, quando si crede profondamente in qualcosa e la si persegue fino in fondo, i desideri si avverano!"
Lo dichiara, in una nota, Lorenzo Di Pietro, leader nazionale dei "Giovani dell'Italia dei Valori", nonché portavoce del Comitato Kenneth Foster (www.kennethfoster.eu ), costituitosi con il sostegno delle associazioni giovanili di tutti i partiti politici.
"Il comitato - aggiunge - nei giorni scorsi aveva rinnovato il proprio impegno con un sollecito al Presidente Giorgio Napolitano, affinché si facesse promotore di un appello alle alte istituzioni degli Stati Uniti, per scongiurare la condanna; successivamente, aveva proseguito la lotta contro il tempo sollecitando l’intervento delle organizzazioni giovanili del Partito Democratico e del Partito Repubblicano USA. Kenneth Foster - conclude la nota - condannato per un crimine che non ha commesso, ottenendo la grazia, ha vinto la sua battaglia".
Il caso Fostere Kenneth fu segnglato al Lorenzo Di Pietro dall'amico Rebecchi Lorenzo, portavoce GIV Novara. Su questa delicata questione, era intervenuto con decisione anche il Ministro Di Pietro.

Rebecchi Lorenzo
Portavoce Giovani Italia dei Valori
Novara

giovedì 30 agosto 2007

30/08/2007: giornata internazionale dei desaparecidos

Si celebra oggi 30 agosto la giornata internazionale dei desaparecidos. Questo è un argometno molto caro al nostro movimento giovanile.
Il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulle scomparse forzate o involontarie - che opera presso l'Alto commissariato per i diritti umani - ha voluto nell'occasione lanciare un messaggio di allarme sul crescente numero di sparizioni di persone, soprattutto per motivi politici o in contesti di conflitto, e di monito agli Stati ad impedire l'impunita', anche in base al trattato internazionale sulle scomparse forzate (che Italia e Stati Uniti non hanno sottoscritto, ndr).
Il gruppo di lavoro - istituito dalla Commissione delle Nazioni Unite sui diritti dell'uomo nel 1980 come procedura speciale finalizzata ad aiutare i parenti delle persone sparite nell'accertamento del loro destino e per fungere da intermediario fra le famiglie ed i governi - attualmente si compone di cinque esperti indipendenti: Santiago Corcuera (Presidente-Relatore), J. 'Bayo Adekanye, Darko Göttlicher, Saied Rajaie Khorasani e Stephen J. Toope. Dall'inizio del suo lavoro, il gruppo ha segnalato piu' di 50.000 diversi casi ai governi in piu' di 90 paesi.
Il gruppo - pur riconoscendo l'importanza che le Nazioni Unite assegna alla questione delle scomparse forzate, dichiarando un giorno per commemorare questa pratica terribile, sottolinea infatti che - "in considerazione della natura continua di questa violazione - le vittime delle scomparse forzate o il cui destino rimane sconosciuto non dovrebbero essere commemorate una volta all'anno", ma quotidianamente.
Gli esperti ONU hanno espresso la sua preoccupazione sul numero crescente di casi nel mondo - soprattutto in situazioni di conflitto o di transizione democratica, dove le scomparse restano spesso insolute e impunite - notando che laddove le organizzazioni per i diritti dell'uomo sono assenti o sottodimensionate molti casi non possono venire alla luce. Il gruppo ONU esprime solidarieta' sia alle vittime che alle organizzazioni per i diritti dell'uomo che lavorano per le vittime. Il gruppo di lavoro sulle scomparse forzate invita la Comunità internazionale a continuare a fornire il supporto per lo sviluppo delle associazioni delle famiglie e delle ONG che si occupano di tale tema.
Gli esperti ONU ricordano agli Stati i loro obblighi in base alla dichiarazione per la protezione di tutte le persone contro le scomparse forzate, fra cui condurre indagini efficaci per quanto riguarda tutti i casi di scomparse. Il gruppo nota che le leggi sulle amnistie e affini conducono spesso all'impunita' e pertanto sono contrarie all'articolo 18 della dichiarazione. Gli Stati dovrebbero infatti astenersi dal fare o promulgare leggi di amnistia che esentino i perpetratori di atti di scomparsa forzata dalle sanzioni penali.
Inoltre, sottolinea il gruppo ONU, senza riguardo alla durata della privazione della liberta', una detenzione seguita da un'esecuzione estragiudiziale e' una scomparsa forzata, anche se tale detenzione o privazione della liberta' e' effettuata da agenti governativi, o da gruppi o individui privati organizzati che agiscano in nome dello Stato, o con il supporto, diretto o indiretto, il consenso o l'acquiescenza del governo. E il fatto e' tanto piu' grave quando dopo l'esecuzione funzionari dello Stato rifiutino di rivelare il destino delle persone scomparse.
Il problema dei desaparecidos, che ha riguardato massicciamente Centro e Sudamerica all'epoca delle dittature degli anni '70 (scomparse per le quali si chiede ancor oggi giustizia), tocca oggi molti Paesi del mondo, dalla Colombia al Guatemala, dall'Uganda al Sudan, ma costituisce anche un aspetto della cosiddetta guerra al terrorismo. Questi argomenti li abbiamo già trattati nel blog. Il nostro movimento giovanile novarese non dimenticherà il dramma dei desaparecidos. Segnalerò al nostro comitato esecutivo nazionale GIV la mancata partecipazione dell'Italia al Trattato Internazionale sulle scomparse forzate affinchè il caso arrivi alle sedi competenti del partito "Italia dei Valori". Spero che poi si faccia le dovute richieste di adesione al Trattato al Governo Prodi.

Rebecchi Lorenzo
Portavoce GIV Novara

Kenneth Foster è stato graziato

Il governatore del Texas Rick Perry ha commutato la pena di morte per Kenneth Foster in un ergastolo. L'esecuzione di Foster era prevista per all'una di notte, ora italiana. Dopo la richiesta di grazia della Commissione per la liberta' e i perdoni, Perry ha quindi commutato la pena. Foster era stato condannato per omicidio, pur non avendo mai ucciso in virtu' di una legge sulla responsabilita' penale dei complici che il Texas applica nei casi di pena capitale. Lorenzo Di Pietro, coordinatore nazionale del movimento "Giovani dell'Italia dei Valori", ha esultato con il suo gruppo di lavoro e ha dichiarato: "Non posso crederci, quasi non ci speravo, invece è accaduto! Sono senza parole, emozionato, incredulo". Inoltre ha detto che "Non sappiamo chi e cosa abbia influito, ma ci piace pensare di aver contribuito a cambiare la sorte di un uomo. Non ricordo l'ultima volta che sono stato così felice.
Il comitato - da lui stesso costituito - che ha preso il nome di Foster, sono fermamente dell' idea che debba continuare ad esistere ed impegnarsi perché, ci piace credere, è nato sotto una buona stella e non può chiudere. Al momento non trovo altre parole, ma sono felice.
Grazie di cuore a ciascuno di coloro che hanno reso azione la propria intima speranza".

'NDRANGHETA, GIOVANI IDV: VICINI A CALABRESI E A CITTADINI OPPRESSI DA MAFIE

"I Giovani dell'Italia dei Valori si sentono moralmente vicini ai ragazzi calabresi e sostengono in maniera convinta "La Giornata della Libertà" che si sta tenendo a Locri, manifestazione con un nobile fine, la lotta contro le mafie, cui partecipa anche il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori ". Lo dichiara in una nota congiunta il Comitato Esecutivo dei Giovani dell'Italia dei Valori. "I Giovani IdV ritengono sia giunta l'ora che la politica dia un segnale forte contro l'ascesa dilagante del crimine organizzato, dotando le procure di più risorse materiali ed umane, facendo arrivare più finanziamenti ed aumentando i magistrati. Auspichiamo inoltre leggi più severe sia contro i crimini ed i traffici illeciti delle mafie, sia contro la corruzione nella pubblica amministrazione. Vogliamo altresì sottolineare che alla manifestazione parteciperanno molti esponenti politici della Regione Calabria indagati per vari reati, certamente non saranno loro a lanciare un segnale etico tangibile sul tema. Nutriamo infine la speranza che il riscontro mediatico da parte delle emittenti televisive nazionali sia ben maggiore rispetto alle precedenti manifestazioni similari, crediamo sia un obbligo morale verso tutti quei cittadini onesti che da anni subiscono in silenzio angherie da parte di organizzazioni mafiose, qualunque nome esse abbiano ed in qualunque regione d'Italia abbiano ramificazioni".

Comitato esecutivo dei Giovani dell'Italia dei Valori

DI PIETRO, CLEMENZA PER KENNETH FOSTER

"Sono fermamente contrario alla pena di morte ed invoco un atto di clemenza per Kenneth Foster". Lo dice il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, in merito alla esecuzione della sentenza di condanna a morte prevista per domani nello Stato del Texas. "Togliere la vita ad un condannato - prosegue Di Pietro - e' una forma estrema che non condivido e che reputo come una barbarie che non si addice ad uno stato di diritto. Non si puo' arrivare a togliere la vita ad una persona, qualunque sia il reato che ha commesso. Sono fermamente convinto che per ogni crimine commesso debba essere applicata e scontata la giusta pena detentiva. Una volta per tutte bisognerebbe affrontare il caso di quegli Stati, compresa l'America, in cui viene inflitta la pena di morte. L'America, alla quale guardiamo sempre con ammirazione profonda per i suoi valori di liberta' e democrazia - conclude il ministro - sotto questo aspetto mette purtroppo in evidenza un triste angolo buio".

PENA DI MORTE: APPELLO A NAPOLITANO PER SALVARE KENNETH FOSTER

Illustre Signor Presidente,
Le indirizziamo questa lettera facendo appello al suo profondo senso di giustizia ed umanità e per l'alta funzione di garante dei principi costituzionali che Ella ricopre con il mandato presidenziale.
Come Lei già saprà, il 30 agosto Kenneth Foster sarà giustiziato con la pena capitale.
Come cittadini italiani e credenti nei valori della Carta costituzionale non possiamo che esprimere il nostro profondo dissenso per questa condanna.
Kenneth Foster è un ragazzo afro-americano che sebbene non abbia mai ucciso nessuno è stato condannato a morte in base alla “law of parties” (legge delle bande). Questa legge prevede che un individuo sia “responsabile di un crimine commesso da altri qualora nel tentativo di effettuare un reato venga commesso un altro crimine da uno dei partecipanti, considerando colpevoli dello stesso - e parimenti punibili - tutti i partecipanti anche se non avevano l’intenzione di commetterlo”.
È in base a questa legge, che rasenta la responsabilità oggettiva in campo penale, che Kenneth Foster dovrà salire al patibolo: riteniamo tutto ciò umanamente ingiusto e legalmente sbagliato.
All’epoca del fatto Kenneth aveva solo 19 anni, oggi ha una moglie e una figlia.
Da quando entrato nel braccio della morte, ha studiato e lavorato dimostrando così che anche il carcere può essere strumento di elevazione dell’individuo, mentre la morte non può migliorare nessuno, ma solo soddisfare i più bassi istinti dell’uomo tramite la vendetta.
Il caso di Kenneth è più di una vita, è una causa giusta per tutti gli uomini che credono e vogliono credere nella giustizia.
Per tutti questi motivi Le rivolgiamo la preghiera di intervenire presso le alte Autorità del Governo statunitense per chiedere, in favore di Kenneth Foster, la conversione della pena di morte in carcere a vita.
Il suo personale interessamento sarà per tutti noi il segno della possibilità di una più alta fiducia verso le nostre Istituzioni e il comune futuro, nonché la concreta possibilità per il nostro Paese di compiere un altra importante azione che resterà nelle coscienze di tutti.

COMITATO KENNETH FOSTER

(Il comitato è promosso dai Giovani dell’Italia dei Valori ed hanno aderito altre sigle giovanili)

Per aderire scrivere a “italia@kennethfoster.eu”

martedì 28 agosto 2007

On. Carlo Costantini: "Le mie risposte al sondaggio di Beppe Grillo"

Ieri mattina, leggendo come di consueto la mia posta elettronica, ho aperto una mail inviata da Beppe Grillo a tutti i Colleghi parlamentari, con la quale ci invita a rispondere ad alcuni quesiti, relativi ad una legge di iniziativa popolare depositata in Cassazione.

Di seguito potrete leggere le domande poste da Grillo e le risposte che gli ho inviato.

1) E' d'accordo che un cittadino italiano non possa candidarsi in Parlamento se condannato in via definitiva, o in primo o secondo grado e in attesa di giudizio finale?

Sono primo firmatario dei pdl 2680 e 2681, già all'esame della I Commissione Affari Costituzionali della Camera, in materia di incandidabilità dei condannati alle elezioni parlamentari e di ineleggibilita' dei titolari (intesi anche come azionisti diretti o indiretti e non solo come amministratori) di concessioni dello Stato alle medesime cariche elettive.

Ho esteso il principio anche ai titolari di cariche di governo che, in quanto non necessariamente eletti, potrebbero eludere un divieto circoscritto ai soli candidati alle elezioni: per questo ho presentato un emendamento al pdl sul Conflitto di interessi (ad oggi non ancora sottoposto al voto dell'aula) per rendere i condannati non solo incandidabili, ma anche impossibilitati ad accedere alle cariche di governo, ovviamente se non eletti (emendamento 7.011 al pdl 1318-A "Conflitto di interessi").

Per accelerare i tempi di approvazione ho anche trasformato i pdl 2680 e 2681 in emendamenti al pdl 1318-A sul conflitto di interessi (emendamenti nn. 2.010, 2.015, 2.012, 2.013), anch'essi ad oggi non ancora sottoposti all'esame dell'aula.

Sono stato tuttavia costretto a riferirmi ai soli condannati per i reati già previsti dall'art. 58 del TUEL con sentenza definitiva, avendo la Corte Costituzionale dal 1996 in poi stabilito che solo una sentenza irrevocabile può giustificare l'esclusione dei cittadini che intendono concorrere alle cariche elettive, sia che si tratti di elezioni politiche, sia che si tratti di elezioni amministrative.

La risposta alla prima domanda è, quindi, "Sì", con la sola precisazione che precede.

2) E' d'accordo nel limitare l'eleggibilità al Parlamento a due legislature?

La mia risposta e' "Sì".

Tuttavia per assicurare un ricambio "generazionale" dei gruppi dirigenti il vincolo di permanenza decennale dovrebbe ricomprendere anche le cariche di governo, per evitare che la stessa persona, dopo aver ricoperto per dieci anni la carica parlamentare, possa ricoprire per altri dieci, quindici o venti anni la carica di ministro, vice ministro, sottosegretario o presidente del consiglio ed arrivare a cumulare mezzo secolo di presenza nelle più alte istituzioni dello Stato: trattasi, infatti, di cariche non riservate ai deputati e senatori, che frequentemente vengono affidate a "non eletti".

3) E' d'accordo nel ripristinare la preferenza diretta per l'elezione dei parlamentari?

La mia risposta e' "Sì"

Carlo Costantini
Deputato del gruppo Italia dei Valori

lunedì 27 agosto 2007

V-DAY, GIOVANI IDV SOSTENGONO INIZIATIVA DI GRILLO

Roma, 27 ago - "Il comitato Esecutivo dei Giovani dell'Italia dei Valori, pur riconoscendo l'esuberanza dei toni del comico genovese Beppe Grillo espressi nel volantino informativo, esprime il proprio sostegno al V-Day che si terrà l'8 Settembre prossimo nelle piazze d'Italia.
Questa giornata di grande partecipazione democratica sarà certamente di stimolo per aprire finalmente una discussione in Parlamento sull'esigenza di rinnovamento morale dell'attuale costume politico, andando peraltro incontro alla proposta di legge gia presentata in Parlamento da Italia dei Valori ad aprile, ed ancora non passata all'esame dell'aula.
Augurandoci la buona riuscita dell'iniziativa, auspichiamo che il Parlamento possa in un futuro prossimo decidere di affrontare tali questioni senza dover attendere proposte di iniziativa popolare".

Comintato Esecutivo Nazionale
Giovani dell'Italia dei Valori

Lorenzo Di Pietro

domenica 26 agosto 2007

Class Action

L'Arcidiocesi di Los Angeles, guidata dal Cardinale Roger Mahony, ha riconosciuto ben 660 milioni di dollari di risarcimento alle 508 vittime di pedofilia della chiesa cattolica USA. Il Cardinale ha affermato: "non c'è realmente alcun modo per ridar loro [alle vittime ndr] l'innocenza che gli è stata portata via", "ancora una volta, mi scuso con chiunque sia stato offeso, chiunque abbia subito abusi. Non sarebbe dovuto accadere e non accadrà ancora".
In casi consimili le scuse e le manifestazioni di rincrescimento sono d'obbligo, ma non si può dimenticare che gli abusi di cui si parla sono intercorsi in un periodo di tempo che va dagli anni '40 ad oggi: oltre 60 anni di silenzio, negazione, disinteresse, occultamenti e collusioni assolutamente ingiustificabili e imperdonabili.
Detto questo, ci preme ricordare che le vittime di questi "terribili peccati e crimini" (per usare le parole del Cardinale Roger Mahony) possono oggi ottenere una qualche forma di compensazione, esclusivamente pecuniaria, solo grazie all'esistenza dell'istituto legale Class Action (causa collettiva risarcitoria), accessibile negli USA e del tutto assente in Italia.
La vittima "tipo" del reato di pedofilia, in Italia e altrove nel mondo è spesso individuata dagli aguzzini negli strati marginali della società, nei ceti meno abbienti, insomma tra i poveri. Una vittima povera è "ideale" perché normalmente non ha la possibilità di reagire ai soprusi con una causa legale, troppo costosa, troppo lunga.
Dove esiste la "Class Action" le vittime non abbienti possono reagire in gruppo ottenendo quasi sempre risarcimenti e cospicue compensazioni economiche per i danni subiti dal medesimo criminale: la class action è infatti gratuita, essendo le spese processuali totalmente a carico degli avvocati che tutelano gli interessi del gruppo di vittime ("la classe"), inoltre è rapida ed efficace, in quanto normalmente (ben oltre l'80% dei casi) si risolve con una conciliazione amichevole "pre-giudiziale", ovvero un accordo tra le parti che avviene addirittura prima dell'inizio del processo vero e proprio, evitando così la possibilità dei corsi e ricorsi processuali (nei vari gradi di giudizio) e di conseguenza abbreviando drasticamente i tempi della giustizia.
Per chi ha avuto la disgrazia di subire un reato equiparabile alla violenza sessuale, parrà forse cinico e insufficiente limitarsi a richiedere un risarcimento economico. Ma il risarcimento ha una doppia valenza: è sì un compensare la vittima per il danno subito, ma è soprattutto un poderoso deterrente per coloro che hanno o potrebbero avere l'interesse e la volontà di commettere ancora e contro altre potenziali vittime un reato analogo. Ha dunque una straordinaria valenza sociale, di riequilibrio tra le parti: tra chi ha i soldi e attualmente non ha remore a commettere reati perché sa che non ha nulla da temere e chi non li ha, i soldi, e attualmente subisce in silenzio, senza soluzione di continuità, perché sa che non si può permettere di accedere alla giustizia e farla pagare ai propri aguzzini.
La class action, quella vera, su modello USA, va perciò immediatamente introdotta in Italia, deve essere accessibile a tutti coloro che hanno subito un reato penale o un danno, sia che si tratti di consumatori e risparmiatori truffati, sia che si tratti di vittime di reati indegni e odiosi come la pedofilia. L'alternativa, qui in Italia, è di continuare ad accontentarsi delle "scuse" e noi NON CI ACCONTENTIAMO.

Rebecchi Lorenzo

venerdì 24 agosto 2007

La vera e grande battaglia per la libertà

Il 28 agosto ci sarà una manifestazione contro ‘ndrangheta in Calabria. Il partito dell'Itala dei Valori aderirà. Sarà l’occasione per sfidare non solo i criminali, ma anche quella cultura, quella mentalità e quella protezione che sta intorno a queste organizzazioni. Il progresso territoriale, economico, imprenditoriale delle mafie è possibile solo quando le strutture statuali sono totalmente assenti e consenzienti.
Troppo spesso i cittadini, le associazioni anti-mafia, le vittime, i magistrati, i collaboratori di giustizia, i poliziotti, i carabinieri, i politici onesti rimangono soli di fronte alla lotta senza quartiere contro le forze criminali.
Se la ‘ndrangheta è riuscita a investire i propri profitti nelle borse, a controllare il traffico di droga in Europa, ad avere rapporti privilegiati con i narcos colombiani, ad avviare delle attività economiche, commerciali, turistiche ed immobiliare in tutto il modo, è perché c’è stato un accordo tra loro e il potere politico che ha permesso di accumulare ricchezze e di agire liberamente.
Non dimentichiamo gli Stati, che hanno subito il riciclaggio dei capitali delle cosche, non hanno opposto molta resistenza perché il denaro sporco porta forti vantaggi per le loro economie locali e nazionali.
Non ci è mai stata una vera opposizione dello Stato italiano, né tanto meno una presenza delle sue articolazioni sul campo. L’unica vera azione, per far rispettare la legalità, è costituita dal lavoro duro di singoli magistrati e componenti delle forze dell’ordine che non hanno mollato la loro offensiva. Il nostri governanti non hanno mai attuato un programma di repressione del fenomeno. Non hanno mai dato strutture, risorse, né emanato leggi severe e serie per il contrasto alle mafie negli ultimi anni. Non hanno neanche relizzato vere politiche per lo sviluppo del lavoro, in modo da eliminare quella manovalanza disoccuppata e povera, attirata dai guadagni facili e pericolosi offerti dalle associazioni fuori legge. Hanno creato solo assistenzialismo, spreco e un forte clientelarismo. La solidarietà, con strumenti concreti, non è mai arrivati a chi si trova sul fronte.
Non serve rivolgersi ai giovani per avere aiuto contro i poteri occulti. Non potete rivolgervi a noi solo quando serviamo o solo per riempirsi la bocca. Poche settimane fa, Prodi diceva che i giovani non sono presenti in politica perché non si fanno avanti. Allora non eravamo utili, perchè le nuove leve danno fastidio a chi ha già la poltrona. Noi siamo già impegnati nel duro lavoro di crearci un futuro e di arrivare a fine mese.
Non dimentichiamoci che, ancora oggi, molti ragazzi devono emigrare dalla propria terra di origine nella ricerca di una vita migliore. La loro esistenza è ancora troppo offuscata dall’enorme oppressione delle organizzazioni criminali e dall’inesistente presenza delle istituzioni.
Non stiamo assistendo ad una semplice faida di piccoli criminali. Non abbiamo di fronte solo semplici delinquenti. E’ invece una lotta contro quel equilibrio di interessi che tieni in piedi il sistema. E’ un battaglia contro quella mentalità che facilità l’azione illegale. E’ una vera guerra contro quei pezzi delle nostre istituzioni che stanno con il nemico e che inquinano l’ambiente politico.
Questa è la vera e grande battaglia per la libertà. Cari ragazzi, il 28 agosto saremo presenti. Saremo vicino a voi.

Rebecchi Lorenzo

giovedì 23 agosto 2007

Ancora 7 giorni per salvare un innocente - La storia di Kenneth Foster Jr

Potreste trovarvi nel braccio della morte in attesa di esecuzione, anche se completamente innocenti.
Kenneth Foster Jr., uomo di colore, non ha ucciso nessuno, eppure e' stato condannato a morte e l'esecuzione e' fissata per il 30 agosto. Kenneth non e' infatti l'autore dell'omicidio di Michael LaHood, avvenuto a San Antonio nel 1996, ma era solo presente quando accadde il fatto. Il vero assassino, Mauriceo Brown, pure condannato a morte, e' gia' stato eseguito un anno fa.
Foster e altre due persone erano con Brown la sera che questi ha ucciso LaHood, ma tutte le prove - compresa la testimonianza dello stesso Brown al processo - indicano chiaramente che i tre non hanno ne' promosso, ne' progettato il crimine, ne' vi hanno partecipato e nemmeno lo sapevano prima. Ma secondo legge del Texas, detta "law of parties", e poiche' Foster e' stato processato con Brown, egli e' stato condannato a morte ed ora aspetta l'esecuzione.
La quinta Corte d'Appello degli Stati Uniti ha confermato la sentenza di un giudice federale e la Corte suprema degli Stati Uniti non ha inserito fra le udienze in programma il ricorso presentato da Foster.
Eppure, come spiega Claudio Giusti, esperto di diritti umani, la Corte Suprema nel caso Enmund v Florida 1982 "decise che non può essere condannato a morte il complice di un felony murder che 'non ha ucciso, non ha tentato di uccidere e non intendeva uccidere', nonostante fosse presente all'agguato e qualora fosse in compagnia dell'assassino.
Foster rientra in questo caso. Non era a conoscenza dei piano del compagno, non l'ha nemmeno aiutato e nè sostenuto nella sua impresa. La sua condanna e' ingiusta. La decisione è in pieno contrasto con i principi penali del diritto statunitense. Kenneth Foster non merita di morire. In molti si sono mobilitati per arrestare l'esecuzione presentando appelli a diversi Tribunali, all'Ufficio del Texas dei Perdoni e Parole e direttamente all'ufficio del Governatore.
Foster sta cercando di farsi forza ed ha detto di non voler perdere la sua umanita' e la sua dignita'. Ne' noi vogliamo perdere le nostre.
Per scrivere al governatore - che fino all'ultimo momento puo' commutare la pena - per poter chiedere di fermare l'esecuzione di Kenneth Foster Jr. prevista per il 30 agosto, potete cliccare sul sito www.governor.state.tx.us/contact e mandare il vostro personale messaggio.
Kenneth ha bisogno di noi. Non possiamo lasciarlo solo. La vita è un bene prezioso.
Nessun uomo può disporre della vita altrui.

Rebecchi Lorenzo
Portavoce GIV Novara

mercoledì 22 agosto 2007

Fuori subito tutti i funzionari pubblici condannati per corruzione, reati sessuali e pedofilia

Gentile Presidente del Consiglio Romano Prodi,
noi cittadini le chiediamo di porre rimedio a un'infamia che mina l'efficienza e l'onestà della pubblica amministrazione. Chiediamo di affermare il patto di correttezza tra lavoratori e aziende anche all'interno della pubblica amministrazione. Chiediamo che tutti i funzionari pubblici condannati vengano automaticamente licenziati senza possibilità di scappatoie. Esiste una un progetto di legge in bozza ,avanzato all'interno della maggioranza, che determinerebbe il licenziamento soltanto per i dipendenti pubblici condannati a più di due anni per corruzione, violenza sessuale, pedofilia. In questo modo il 98% dei condannati resterebbe nella Pubblica Amministrazione! Si tratta di una proposta intollerabile e insultante per i cittadini e i funzionari pubblici onesti!
Un funzionario pubblico rappresenta lo Stato. Quindi deve essere persona integerrima. Oggi individui come l'ex ministro De Lorenzo sono ancora sul libro paga delle istituzioni. Addirittura restano al loro posto insegnanti condannati per pedofilia!
Se vogliamo rifondare il rapporto tra cittadini e istituzioni è indispensabile partire da qui.
Chiediamo che la Pubblica Amministrazione pretenda un risarcimento per il danno di immagine che reati del genere comportano. Chiediamo inoltre con che insieme a questa legge sul licenziamento dei dipendenti pubblici corrotti sia approvata anche la proposta di legge presentata da Franca Rame sul codice di procedura per i giudizi innanzi alla Corte dei conti, che annulla il condono emanato dal Governo Berlusconi, condono che permette ai funzionari pubblici condannati di evitare il pieno risarcimento dei danni arrecati. Chiediamo infine che sia revocato il trasferimento di Luigi Magistro, creatore del sistema di controllo informatico contro le truffe fiscali dell'Audit: e' mai possibile che una volta che c'è un funzionario che combatte con successo la corruzione lo si debba punire?
Nella certezza che Lei vorrà impegnarsi in questa “operazione di pulizia e giustizia” dando un segno forte e chiaro al Paese, La salutiamo cordialmente

Associazione “Franca Rame - Basta sprechi!”

Per firmare questa lettera per l'approvazione della nuova legge sul licenziamento dei funzionari pubblici condannati, cliccare www.ryb.it/senrame/firmare.php e seguite le istruzioni.

martedì 21 agosto 2007

Le tasse sono di destra o di sinistra

Recentemente si è dibattuto a Novara un argomento interessante che riguardava il problema della pressione tributaria. Il dibattito vedeva gli industriali da una parte e il sindacato CISL con il segretario Colzani, che ha difeso lo stato sociale pur ammettendo che esso presenta più di una falla.
Io condivido opinione del sindacalista sul fatto che si debba percorrere la strada utile per migliorare il sistema tributario per renderlo più equo, più efficiente ed efficace.
Ed ancora di più apprezzo la sua opinione sul fatto che la destinazione del denaro pubblico, ricavato con le tasse, è estremamente preziosa perché finanzia il nostro welfare e ciò permette di avere un equo trattamento sociale, la possibilità di avere i servizi pubblici e di godere di beni essenziali.
E' vero che il pagamento delle imposte può comportare seri e grossi sacrifici, ma, come dice Colzani, è il giusto prezzo per garantire a tutti i cittadini ed ai meno abbienti, il giusto livello di servizi e beni che solo il sistema sociale può garantire, pena l’esclusione grave di una buona parte della popolazione.
La mia preoccupazione è che vorrei il concetto che le tasse siano troppo alte o addirittura inutili, se non perfino dannose per i cittadini.
Non vorrei che si arrivi all’idea che l’impianto tributario è un enorme un furto dello Stato, come ha denunciato Berlusconi pubblicamente. Egli ha ammesso che fa solo bene chi evade le tasse.
Per cui il privato è l’unico che può dare i servizi di interesse generali a prezzi e con qualità migliori di quelli forniti dal settore pubblico. Questo metodo permetterebbe tranquillamente di ridurre le imposte.
Quindi non vorrei che si concepisse che l'unico rimedio per risolvere il problema è quello di abolire il Welfare e consegnare tutto al mercato o ai privati. Si determinerebbe la grave e seria conseguenza che buona parte della popolazione è privata del diritto di usufruire di servizi ospedalieri, di pensioni adeguate, di scuole valide, di università ecc.
Infatti il privato pensa solo al profitto e alza i prezzi e riduce i costi per avere un ottimo guadagno. Il privato non mira al pareggio di bilancio. Non agisce nell’interesse degli utenti che vogliono solo una parità di servizi ad adeguati livelli. A prezzi alti, non tutti possono perttersi certe opportunità, che sono diritti per la nostra carta costituzionale. I risultati sono evidenti: i prezzi aumentano, la qualità non è detto che migliori e ampie fasce della popolazione rimangono senza salute, come in Brasile, USA, Cina ed in altri paesi del terzo mondo.
Si pensi alla privatizzazione della fornitura dell’acqua di alcuni paesi africani suggerita dal fondo monetario per risanare i bilanci. Il risultato può essere quello che amici o uomini del potere entrano in possesso di gioielli di Stato ad ottimo prezzo e i cittadini rimangono senza acqua perché l’acqua è carissima.
Negli anni novanta è incominciata la privatizzazione e sembrava che ciò avrebbe portato ad ottimi benefici per i cittadini come: apertura del mercato, aumento dell'occupazione, prezzi competitivi e servizi più efficienti, se non addirittura ad ottime entrate per il bilancio dello Stato.
Le previsioni sono state quasi tutte errate e in questi anni si è dimostrato il contrario. I prezzi sono aumentati (Alitalia, assicurazioni, gas, Ferrovie dello Stato, banche), la concorrenza non è arrivata o è scarsa (Telecom, Enel, banche, aziende petrolifere), il patrimonio delle grandi aziende pubbliche è stato distrutto e rovinato (Telecom, banche) e i posti di lavoro sono diminuiti (Telecom, banche, Wind). Le favolose entrate per le casse statali non si sono viste ( vendite di aziende dell'Iri).
E' stata l'assenza di regole che garantissero il mercato, la concorrenza e le pari opportunità che ha creato danni. Sono mancate le norme che tutelassero i consumatori e gli azionisti. Vi è anche stata un'evidente mancanza di controlli (Consob e Banca d'Italia). Non si deve trascurare che le aziende pubbliche sono andate nelle mani di amici di politici o di finanzieri pericolosi. Non ci sono state regole che impedissero tutto questo e punissero chi ha commesso operazioni finanziare fallimentari e fraudolente.
Queste lobby hanno guadagnato alle spese dei cittadini. La corruzione l’ha fatta da padrone in molti casi.
Ciò dimostra che la legalità garantisce gli utenti, il motore dello sviluppo del paese e riduce i rischi di spreco di denaro pubblico. Sono il rispetto di regole vere che tutelano il mercato, gli azionisti, la concorrenza, i consumatori gli elementi che aiutano a migliorare la situazione e mantenere un buon livello di servizi sociali.
Se i soldi spariscono per fenomeni di malcostume politico e finanziario, è normale che poi non ci siano i risparmi per gli investimenti e per soddisfare le esigenze sociali della popolazione. I fenomeni di corruzione hanno spiegato chiaramente questo andamento. Gli sprechi di denaro pubblico aiutano la politica del malessere, ma non aiutano i cittadini che devono sempre pagare più tasse per mantenere gli alibi dei corrotti e di faccendieri senza scrupoli. Quindi si spinge a ridurre le tasse, si apre ai mercati e parte della popolazione non ha più le tutela assistenziali di prima. Questo crea un circolo vizioso che portare alla perdita di quei benefici che oggi godiamo.
Concludo dicendo che se il futuro è solo il mercato, senza regole adeguate per difendere i diritti dei cittadini, allora io preferisco quello che qualcuno chiamava "arretratezza economica".

Rebecchi Lorenzo

Nasce un'unità contro le armi di distruzione di massa presso l'Onu

E' stata inaugurata oggi una nuova unita' dell'ONU destinata alla prevenzione e riduzione della minaccia costituita dalle armi di distruzione di massa alla Comunita' internazionale.
L'unita', denominata ISU, e' stata lanciata oggi a Ginevra come componente dell'ufficio delle Nazioni Unite per gli affari del disarmo. Essa aiutera' i diversi Stati nei loro sforzi per sostenere l'esecuzione della convenzione sulle armi biologiche.
La decisione di creare l'ISU e' stata presa nel dicembre 2006 al sesto congresso di revisione della convenzione, che e' entrata in vigore in 1975 ed e' il primo trattato multilaterale sul disarmo che vieti un'intera categoria di armi. L'inaugurazione dell'ISU ha coinciso con l'inizio di una riunione fra gli esperti per rafforzare l'esecuzione del trattato.
L'ISU e' in pratica l'omologo delle agenzie create per sostenere l'applicazione dei trattati sulle armi nucleari e chimiche, l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica e l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, rispettivamente.
Per favore Russia, Cina, Corea del Nord, India, Pakistan, Iran, Giappone, Francia, Usa, Israele, insieme agli altri paesi che detengono o che stanno sperimentado armi di distruzione di massa, fate il vostro dovere per difendere l'umanità e il nostro ambiente.

Rebecchi Lorenzo

Circolo della legalità e della questione morale

Sicuramente molti di voi conoscono Michela Vittoria Brambrilla; è il presidente dei giovani industriali della Confcommercio di Lecco e sta sostenendo l’iniziativa dei Circoli della Libertà. Questi circoli stanno avendo un buon successo. Sono il braccio “armato” e operaio di Forza Italia.
Sono appoggiati da Berlusconi, ma nello stesso tempo stanno portando molti malumori e invidie da parti di deputati e uomini vicini al presidente di Forza Italia.
Fanno pubblicità a Berlusconi, danno prestigio alla sua figura e alla sua attività politica. Berlusconi è molto felice del lavoro della Brambilla perché tutti i politici hanno bisogno d’uomini che lavorano, che stanno in mezzo alla gente e che danno visibilità alla sua azione politica. Solo così si può aumentare i voti
Dall’altra parte questo non può essere ben accettato da chi invece non fa nulla, infatti l’azione della Brambrilla è lesiva degli interessi di chi sta vicino a Berlusconi; essi capiscono che rischiano di perdere la poltrona, perché la Brambilla può in qualsiasi momento, con il suo lavoro, raccogliere consensi e sostituire chiunque della nomenklatura del partito azzurro. Il suo lavoro è pericoloso perché porta via voti e scalza chi spera di avere la designazione giusta e desiderata da molti anni.
Adesso non voglio rendere omaggio all’attività della giovane Brambilla. Ogni volta che la si sente parlare dimostra le sue scarse doti e le sue magre conoscenze culturali. Vorrei solo lodare la sua iniziativa. Le stesse critiche, che sono rivolte a lei, sono le medesime che subiamo noi da parte di una frangia del partito.
Inoltre dovremmo anche noi cercare di lavorare con le stesse caratteristiche per sostenere le azioni di Di Pietro; dovremmo far evidenziare le sue ragioni e i suoi scopi, dare omaggio ai suoi progetti, sottolineare i problemi che vuole risolvere e far sentire le sue preoccupazioni per il nostro paese.
Anche noi dobbiamo andare periodicamente in mezzo alla strada, parlare con la gente, pubblicizzare le nostre iniziative, dare risalto all’immagine del nostro movimento e divulgare i risultati che Di Pietro ha ottenuto in un anno di lavoro.
Anche noi dipietristi abbiamo le nostre ragioni e le nostre idee per migliorare la vita di milioni di italiani. Anche noi abbiamo qualcosa da dire e da proporre.
Anche noi abbiamo motivi per credere che la nostra strada è la migliore delle altre.
Noi abbiamo qualcosa di più degli altri.
Quindi colgo l'occasione per fare una proposta che vorrei realizzare a brevi e che già feci. Lo proposi sul forum del GIV Piemonte il 03/06/2007. Adesso sono più convinto di prima, dopo avere letto le ultime notizie di come Berlusconi vorrebbe appropriarsi dell'iniziativa della Brambilla. Secondo me, uno strumento utile sarebbe quello di creare anche noi il nostro circolo della legalità e della questione morale, cioè un'associazione libera che divulgi le idee di legalità e di trasparenza e che rilanci il tema della questione morale e del senso di giustizia. Deve essere una struttura che abbia, tra i suoi principi cardini, i temi del nostro partito, che ricordiamo non sono valori solo della destra, del centro o della sinistra, ma sono patrimonio di tutti. Distaccata e vicina al partito e che voglia dialogare e ascoltare le necessità dei cittadini e che, nello stesso tempo, voglia dare prova che la via tracciata da Di Pietro è giusta e che per tali motivi deve essere sostenuta e apprezzata dagli elettori. Non dimenticate che molti cittadini sono stufi di ascoltare solo partiti e apprezzano di più le associazioni indipendenti che si interessano del territorio e che si occupano dei problemi reali. Dobbiamo raccogliere i consensi degli indecisi con le nostre ragioni ovviamente, senza utilizzare raggiri o comunicare delle falsità.
Questa può essere un’opportunità per avvicinare persone, perconoscere i simpatizzati e per far crescere il movimento giovanile e il partito. Può essere un’idea per convincere le persone a votare la forza giusta. Deve essere uno strumento che serve a insersi nella società civile e per dialogare con altre realtà. E' utile per proporsi e per avere quei contatti necessari. Inoltre deve essere sfruttato per percepire le esigenze della gente e per cogliere l'argomento che in quel momento è per loro necessario per migliorare la situazione personale e quella generale.
Questa può essere una mossa per distaccarci dalle morse del partito ed esercitare attività politica per Di Pietro. Possono anche ottenere i finanziamenti previsti per le associazioni per fini culturali e morali.
Mai come in questo momento dobbiamo stare vicini e aiutare Di Pietro con iniziative nuove e brillanti. Questi sono mezzi per raggiungere i nostri fini, che sono lo sviluppo sul territorio e la pubblicità dei nostri temi; non dimentichiamo che può tornarci utile per avere più voti, perchè, dopo un lungo lavoro ed un estenuante dialogo sul campo, hai dato risalto alle tue capacità, ai tuoi programmi alle gente e hai dato visione a tutti dei tuoi obiettivi.

Le nostre idee non moriranno mai

Rebecchi Lorenzo

domenica 19 agosto 2007

V-Day è anche nostro

Il nostro gruppo parteciperà al V-Day organizzato da Beppe Grillo per il giorno 8 settembre.
Quel giorno verranno raccolte le firme per promuovere una legge di iniziativa popolare. Con quella proposta di legge si vuole:
a) impedire che possano assumere cariche parlamentari chi ha una condanna definitiva o in primo e secondo grado;
b) limitare a due mandati il seggio in parlamento;
c) ripristinare la preferenza diretta degli elettori per eleggere deputati e senatori.
Quindi i motivi del nostro appoggio si possono benissimo intuire e sono di due tipi:
1. I contenuti dell'iniziativa. Infatti sono i nostri stessi cavalli di battaglia. In parlamento il partito IDV, cui siamo vicini, ha già presentato due proposte di legge che vanno nella direzione voluta da Beppe Grillo. Inoltre il nostro partito ha raccolto le firme per abrogare parzialmente la legge elettorale di Calderoli. Non possiamo lasciare solo chi crede nelle nostre idee e nei medesimi progetti.
2. La strategia politica. Questa è importante. E' l'occasione di dare un'immagine al nostro movimento, per dare pubblicità ai nostri propositi. E' il momento di entrare in azione, di avere contattato con la gente, con il territorio, con le associazioni e con la società civile. E' la nostra opportunità per coinvolgere giovani e per sviluppare sia la nostra associazione.
E' un modo per fare proselitismo e per attirare forze nuove.
Sono più 150.000 gli iscritti al V-Day. Non possiamo sciupare questa occasione per conoscere gente e per aumentare il nostro seguito.
Beppe Grillo è uno dei personaggi più vicini alle battaglie di Di Pietro. Più di un'occasione il comico ha pronunciato parole di apprezzamento per il nostro leader.
Non saremo solo delle comparse, ma daremo un contributo attivo alla manifestazione e faremo sentire la nostra presenza, sempre che gli organizzatori ci diano la possibilità.
Ho già avuto dei contatti con alcuni organizzatori e mi chiedono cosa facciamo, quanti siamo, se possiamo trovare un autenticatore. Noi abbiamo bisogno di loro, ma anche loro hanno bisogno di noi. Non lasciamoli soli.
Alcuni mi hanno detto che hanno votato per noi. Questa è la prova che sono vicino a noi. Non dobbiamo perdere questa straordinaria opportunità.
Se devo essere sincero, la parola usata da Grillo per lanciare la sua iniziativa non mi piace molto. Ma questo fa parte del suo repertorio ed il suo modo anche di comunicare.
Noi non ci dobbiamo vergognare di quello che siamo e di ciò in cui crediamo. Le loro battaglie sono anche le nostre. Di fronte alle parole oltraggiose e razziste di Gentilini e alle frasi calunniose di Caruso, non dobbiamo vergognarci degli aggettivi usati da una persona come Grillo che viene censurato da tutti i mezzi di informazione in Italia perchè di ce solo la verità. Le sue verità fanno male ai potenti. I suoi spettacoli in televisione non si vedono da una vita. Per fortuna che esiste internet.
Forza ragazzi. Andiamo per la nostra strada, le persone oneste di questo paese ci stanno aspettando.

Le nostre idee non moriranno mai.

Rebecchi Lorenzo
Portavoce Giovani Italia dei Valori
Novara

venerdì 17 agosto 2007

APPELLO PER LA DESTITUZIONE DA INCARICO DI VICESINDACO DI GIANCARLO GENTILINI E L’EMANAZIONE URGENTE DI UN DECRETO LEGGE CONTRO LE DISCRIMINAZIONI

Chiediamo al Ministro dell’Interno, On. Amato, a cui fa capo la competenza, attraverso il Dipartimento per gli affari interni e territoriali, di esercitare il controllo sugli organi degli Enti locali adottando i provvedimenti di rimozione o di sospensione degli amministratori locali, valutate le continue violazioni agli artt. 1, 12 e 18 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, all’art. 3 della Costituzione Italiana e della L. 13 ottobre 1975 n. 654, ispirata dalla Convenzione Internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale di New York, di destituire dall’incarico di vicesindaco del Comune di Treviso Giancarlo Gentilini.
Inoltre chiediamo all’attuale Governo, attraverso il suo Consiglio dei Ministri, di emanare al più presto un Decreto Legge in grado di arrestare il proliferare di atti di intolleranza razziale, etica, culturale, religiosa e l’attività, verbale e non, di chi fomenta l’odio sociale.

Floriano Tomasi

Firmate anche voi la petizione http://www.petitiononline.com/genty/petition.html

Rebecchi Lorenzo

giovedì 16 agosto 2007

Cari tedeschi, scusateci!!

Si è consumata ieri una strage senza precedenti della storia criminale italiana. Sono morti ben sei italiani di origine calabresi a Duisburg, massacrati con ben 70 colpi di arma da fuoco e con un colpo alla nuca per ogni vittima. Una chiara esecuzione militare organizzato dalle cosche, a quanto pare dalle prime notizie emerse dal corso delle indagini.
Si sta forse delineando una forma di mondializzazione del fenomeno criminale. E’ la prima volta che la ‘ndrangheta colpisce fuori dal nostro paese.
Sono ormai chiare e note le mosse delle nostre organizzazioni internazionali. Investono enormi profitti all’estero, riciclano il denaro sporco e aprono attività economiche fuori dal Belpaese. Investono i loro capitali all’estero. Aprono alberghi, ristoranti, catene di negozi. Costituiscono società finanziarie, immobiliare, off-shore. Aprono c/c nei paradisi fiscali. Corrompono doganieri, pubblici funzionari, politici per poter fare i loro traffici indisturbati.
Il bilancio di queste organizzazioni sono quasi pari a quello che viene prodotto dal bilancio del nostro stato italiano. La ‘ndrangheta è molto rispettata all’estero perché paga la propria merce in contanti e con molto rapidità.
Ha ricevuto gli onori dai narcotrafficanti colombiani perché pagano con liquidità le partite di droga, senza molti problemi. Per questo viene rispettata sul mercato criminale internazionale. Addirittura ha fatto da garante per un debito della mafia verso i creditori colombiani per il pagamento delle merci di sostanze stupefacenti.
È già partita la strada per il controllo dei mercati. Ormai gli interessi delle cosche non sono solo in Italia. Non credo che ci sia dietro solo l’intenzione di regolare i conti tra le cosche. Sono famose per il loro forte legame e per il loro vincolo di sangue. La ‘ndrangheta si è evoluta tra famiglie che risultano imparentate tra loro. Sono chiuse verso l’esterno, non emergono capi che non sono già appartenenti delle famiglie di origine. Non esiste un traccia di pentitismo tra loro, perché una dissociazione costituirebbe infliggere un colpo a dei propri parenti.
Infatti l’organizzazione non è stata messa in crisi dai collaboratori di giustizia in quanto il fenomeno dei pentiti è sta molto marginale.
Temo che gli effetti di questa internazionalizzazione del crimine possa portare a dei risultati che si sono visti a Boston o a New York con la mafia. Il controllo del territorio, la gestione dei capitali può sicuramente portare a delle conseguenze che si sono viste a Duisburg. In Italia i mafiosi sono sotto controllo e per cui dove si possono muovere liberamente riescono a commetter queste gravi delitti. Credo che sia il denaro uno dei motivi della strage e non solo una semplice faida.
Devo ammettere che ieri mi sono vergognato per quello che abbiamo visto. Non è emersa una bella immagine del nostro paese. Penso ai nostri connazionali che lavorano in Germania. Sono quasi un milione di unità. Avranno provato molta desolazione e tanta amarezza. Spero che non saranno discriminati per quello che è successo. Se fossero stati uccisi 6 extracomunitari con le stesse modalità in pieno centro a Milano, avrei voluto vedere cosa sarebbe successo e le critiche che sarebbe scoppiate verso gli stranieri. Si sarebbero scatenate le ira contro di loro. Il caro Gentilizi avrebbe magari lanciato l’idea della gogna.
Invece dovremmo riflettere per capire che è non c’è tutta questa differenza tra noi e il mondo. Dobbiamo guardare avanti. Dobbiamo aprire un confronto sincero e serio per individuare le forme per fermare questo scempio della civiltà. Dovremmo avere il coraggio di chiedere scusa alla Germania per quello che è successo sul loro territorio. Anche se in paesi come il Brasile, l'Argentina, la Svizzera, la Costa Rica o nei paradisi fiscali, i profitti delle nostre organizzazioni criminali sono ben accetti perché portano parecchio lavoro e guadagno al paese ospitante.
Comunque, per adesso cari tedeschi, perdonateci.

Rebecchi Lorenzo

lunedì 13 agosto 2007

La fortuna di chiamarsi Mastella

Care figliole,
spero che di darvi tutto il necessario per affrontare gli ostacoli della vita e spero di riuscire a darvi l’affetto che meritate.
Ma una cosa non riuscirò mai a regalarvi. Di cosa parlo? Parlo di un cognome importante. Vi chiamerete Rebecchi come il vostro caro padre. La nostra famiglia è rispettata in paese e non avrete nulla di cui vergognarvi.
Vedete che nella vita c’è chi può e chi non può. A volte conta avere un nome famoso. Guardate i calciatori. Con il loro nome riescono a percepire compensi milionari sfruttando i propri nomi o sopranomi sulle magliette. Addirittura ci sono sportivi che riescono a utilizzare un numero che si riferisce a quello utilizzato nelle loro gare sportive. Riescono per questo ad avere sponsor che li pagano profumatamente. C’era uno sportivo che aveva il numero 46 nelle competizioni motociclistiche e…….. Ma non diciamolo troppo in giro perché se lo viene a sapere il fisco sono guai.
Come stavo dicendo che ci sono persone che con le loro parentele politiche arrivano addirittura dappertutto.
Riescono ad entrare nella Rai, nei ministeri, nelle ambasciate, nelle aziende pubbliche. Vengono eletti in parlamento senza problemi. Vedi il nipote di Andreotti.
Sono persone che avranno quello che meritereste voi. A volte non bastano le conoscenze. Bisogna essere figlio di qualcuno. Solo così si aprono certe strade. Non pensate che per questo siano più bravi e preparati di voi. Anzi arrivano il alto solo perché sono raccomandati. Credetemi, non capiscono nulla del settore cui sono assegnati.
Senza farlo apposta prendono stipendi da favola. Mentre a noi, poveri sudditi, toccherà lavorare, sgobbare, sudare, sacrificarsi per arrivare a fine mese.
Non ci credete. Lo sapevo. Siete ancora piccole. Vi faccio esempio lampante e attuale. Ti do le prove di quello che dico. Il figlio di Clemente Mastella, Pellegrino. Il nome è già un cinema.
Comunque, suo padre è stato deputato nelle file della DC, CCD. Ha fondato UDR con Cossiga, poi diventato UDEUR. Allora era diventato famoso per il salto della quaglia; ha lasciato l’opposizione insieme con Berlusconi per sostenere il governo D’Alema, ex avversario politico. Dopo è diventato Ministro della Giustizia nel governo Prodi.
Nel frattempo la madre, Sandra Lo nardo, si è data da fare. È stata eletta nelle file del partito del marito ed stata eletta presidente del consiglio regionale della Campania. È diventata famosa per essere andata a New York con un gruppo di amici per fare pubblicità alla propria regione o per motivi di rappresentanza. Tutto a spese del nostro contribuente.
Il figlio ha l’età del tuo papà, si laureato senza problema, ha dato l’esame da avvocato.
Il suo nome è emerso dalle intercettazioni sull’inchiesta di Calciopoli. Non era un gran procuratore perché non è riuscito a fare molti affari. Era del gruppo di Moggi. Una volta sciolta la società GEA, anche Pellegrino è rimasto disoccupato. Comunque non gli è mancato nulla. La disoccupazione non lo ha fatto star male. Si è sposato con tutti gli onori e con la presenza dell’intero governo Prodi. Ha pagato sicuramente papà bello.
E alla fine è riuscito grazie naturalmente alla sua preparazione ad avere un contratto di consulente dal ministero dello Sviluppo Economico. Percepirà 32.400,00 lordi fino alla fine dell’anno. Il tuo babbo prende il 20% in meno di lui . Peccato che il tuo papà quello stipendio lordo lo guadagna in un anno, mentre l’avvocato Pellegrino Mastella, lo prende in 4 mesi. La consulenza del figlio di Clemente serve per “approfondire le specificità dei modelli anglosassoni e le implicazioni con il diritto societario”. Invece il giovane avvocato è specializzato in tutto un’altra materia. La sua qualifica giurisprudenziale è in diritto comunitario, che non s’entrava nulla con la Gea. di Moggi e con il nuovo incarico.
Quindi credo che ciò provi che non sempre si arrivi in alto per meriti accademici o per particolari professionalità dimostrate sul campo. In Italia è tutto l’opposto. Se conosci i potenti, spesso vai avanti e superi gli altri. Non sai quanti cervelli rimangono per molto tempo a spasso e meriterebbero molto di più.
Care figliole non amareggiatevi, perché ho capito nella vita che quelle persone non hanno mai quello che serve veramente nella vita. Voi avrete l’affetto del vostro papà, della vostra mamma e della gente.
Loro che invece non sono nessuno. Avranno solo i soldi e non vivranno in pace. Anzi si attireranno l’ira della gente.
Passerà il tempo, ma prima o poi vi verranno in mente le parole del vostro caro padre.

Con affetto

Il vostro amato papà

domenica 12 agosto 2007

Si vergogni Messori!!!

Egr. Ill.mo Messori,
Le scrivo perché ho letto Le sue dichiarazioni rilasciate al giornale “La Stampa” e sono rimasto sconcertato dalle Sue valutazioni.
Non posso condividere la Sua opinione sul fatto che se Don Gelmini in cada in tentazione, non c'è nulla di male, poiché l'importante è che abbia fatto del bene a dei ragazzi bisognosi.. La tentazione la capisco e non la condanno. Il desiderio sessuale è un fattore umano.
Forse qualcuno però non Le ha spiegato che Don Gelmini è indagato dalla procura non perché ha ceduto alla carne, ma perché ha sfruttato la sua posizione, abusando sessualmente di giovani che erano sotto la sua tutela. La denuncia è partita da più di una persona. Non mi interessa di discutere del caso giudiziario, perché credo sempre nel principio della presunzione di innocenza. Questo vale anche per Don Gelmini.
Le vorrei fare una domanda. Cosa vuol dire che se uno fa del bene, non c'entra se ha fatto del male. Usciamo dal caso di Don Gelmini per favore. Vorrebbe dire che se una persona ha sgozzato una ragazza, come è successo a Genova, il fatto non è grave, anzi bisogna lodarlo perché ha salvato la vita ad altre persone? Allora non va condannato?
Messori si ricordi che nella vita ci sono molte persone che vogliono apparire, vogliono far vedere che fanno del bene solo per mostrare al pubblico che hanno l'anima candida e invece cercano solo di coprire le proprie malefatte.
Come se non bastasse, il peggio l'ha raggiunto quando ha chiesto su quali basi la giustizia umana demonizza la pedofilia e santifica l'omosessualità. Inoltre Lei si chiede chi stabilisce la norma e la soglia d’età? Su quali basi? Caro Messori ma c'è bisogno di chiedersi su quali elementi bisogna condannare la pedofilia? C’è anche da chiedersi chi stabilisce le regole e l’età giusta?
Bene, Le rispondo io. Le trovo due motivi più che validi.
Primo, vada a chiederlo ai genitori delle vittime dei pedofili, anzi Lo vada chiedere direttamente ai bambini protagonisti di quelle orrende vicende.
Lo chieda se hanno ancora voglia di credere nella vita. Chieda ai loro genitori cosa provano a vedere le loro creature distrutte.
Secondo, il Vangelo. Lei lo conoscerà molto bene. Spero. Dice che i pedofili e chi tocca i bambini, merita la gogna. Legga Matteo 18,6; Marco 9,41; Luca 17,1; Atti 16,3. Questi passi parlano della condanna di chi crea scandalo sui bambini.
Eccola servito. Le ho dato una ragione di carattere umano e un altro di carattere divino. Inoltre vorrei dire che cosa c'entra il problema degli omosessualità nei seminari? L'omosessualità è un falso problema. Le accuse vengono rivolte ai prelati perché hanno violentato bambini o hanno abusato di persone anche dell'altro sesso. E' d'accordo con me che esiste differenza tra pedofilia, violenza sessuale alle donne e omosessualità?
Infine Le ricordo un altro passaggio della sua intervista perché mi sembra di capire che Lei non è aggiornato. In America non sono stati assolti la maggior parte delle diocesi e non è vero che non hanno patteggiato. Le vorrei ricordare che la Chiesa Americana ha voluto patteggiare un maxi - risarcimento di 600 milioni di dollari alle vittime dei preti pedofili. Mi sembra che quello che dice Lei è molto diverso invece da quello che ho letto sui giornali.
Dalle mie informazioni e dalle miei fonti, mi sembra addirittura che le sue diocesi stanno vendendo il loro patrimonio per pagare le famiglie delle vittime di quelle che Lei dice: "su quali basi la giustizia umana santifica l'omosessualità e demonizza la pedofilia?"
Mi scusi forse il maxi risarcimento è 660 milioni di dollari. Ma abbia pazienza cosa vuole che sia un milione più un milione meno. Mi scusi Messori fa caldo e inizio anche io a dare i numeri.
Le chiederei la cortesia di fare delle precisazioni sul contenuto delle Sue affermazioni. Se ciò non accadesse, credo che le sue considerazioni siano un caduta di stile. Le dico con la massima sincerità che Lei ha perso la mia stima.


Rebecchi Lorenzo

venerdì 10 agosto 2007

Abbiamo vinto noi!

Vi giro l'e-mail che mi è arrivata direttamente dagli alti funzionari dell'organizzazione non governativa "Medici Senza Frontiera" per l'impegno profuso nella battaglia contro la Novartis, multinazionale farmaceutica svizzera, che voleva impedire al governo Indiano di produrre medicine generiche a basso costo per i malati di ADIS, perchè secondo loro violavano la normativa internazionale sui brevetti, a sua volta adottata dalla legislazione indiana. Questa lettera credo che sia arrivata a tutti i sottoscrittori che hanno aderito alla petizione di Medici Senza Forntiere.
Questa fu la prima azione promossa dal GIV Novara, da quando si è costituita. La nostra proposta fu poi approvata dal nostro caro amico coordinatore nanzionale GIV Lorenzo Di Pietro, che fece pubblicare un mio articolo con cui faceva un appello per aderire all'iniziativa divulgata da MSF.
La nostra attività di sensibilizzazione è servita a qualcosa. Abbiamo vinto noi. Adesso 80.000 persone potranno curarsi tranquillamente e vedranno ancora un futuro davanti a loro. Questa vittoria la voglio condivedere insieme a voi.
Abbiamo vinto anche grazie al vostro sostegno. Grazie a voi, abbiamo vinto per la vita.

Rebecchi Lorenzo
GIV Novara


"Carissimo sostenitore,

Da parte di tutto lo staff di Medici Senza Frontiere vogliamo ringraziarti personalmente di aver aderito alla petizione di Medici Senza Frontiere per chiedere a Novartis di rinunciare alla causa intentata contro il Governo Indiano.
Come forse avrai già saputo, lunedì 6 agosto, la Corte Indiana ha respinto il ricorso della multinazionale Svizzera.
La Novartis aveva trascinato in giudizio il Governo Indiano per forzarlo a modificare la legge indiana sui brevetti in modo da ottenere una più facile e più ampia protezione della proprietà intellettuale per i suoi prodotti. Novartis affermava che la legge indiana – che consente entro certi limiti la produzione di versioni generiche di alcuni medicinali essenziali - non rispetta le regole fissate dall'Organizzazione Mondiale del Commercio. Ma queste lamentale lamentele sono state giudicate prime prive di fondamento dall'Alta Corte di Chennay.
La sentenza della Corte indiana è un grande sollievo per tutti i medici e i pazienti che nei Paesi in via di sviluppo dipendono dagli equivalenti generici e di qualità d e i farmaci salva-vita prodotti n India a prezzi accessibili per i Paesi più poveri.
Questa decisione avrà un impatto diretto su molte medicine che sono essenziali nei nostri progetti. Per esempio, l'India potrà evitare di riconoscere i brevetti su alcuni farmaci di nuova generazione cruciali per la terapia dell'HIV: in questo modo le industrie indiane potranno avviare la produzione di equivalenti generici e la concorrenza contribuirà ad abbassare i prezzi.
Abbiamo appreso con piacere che Novartis non intende opporsi alla sentenza e chiediamo alla multinazionale di astenersi da ogni ulteriore tentativo di far dichiarare illegittima la legge indiana.
Non ci illudiamo che questa sentenza possa risolvere il problema dell'accesso ai farmaci: c'è ancora molto da fare per abbassare i prezzi dei farmaci salvavita esistenti e per stimolare lo sviluppo di nuove medicine e test diagnostici disperatamente necessari. Ma la tua firma e quelle delle altre 420mila persone che hanno aderito hanno creato un movimento globale che ha aiutato l'India a mantenere il suo ruolo di "farmacia dei Paesi poveri".

Grazie di cuore per il sostegno!"

Tido von Schoen-Angerer ,
Direttore della Campagna per l'accesso ai farmaci essenziali, Médecins Sans Frontières

Christophe Fournier ,
Presidente Internazionale di Médecins Sans Frontières

Raffaella Ravinetto ,
Presidente di Medici Senza Frontiere Italia

P.S. Per maggiori informazioni sulla causa e per alter notizie consulti ill nostro sito www.medicisenzafrontiere.it o www.accessmed-msf.org