lunedì 10 novembre 2008

Sono sempre più convinto che siamo sulla giusta strada



Cari amici,
Sabato sono stato a Torino per ascoltare Marco Travaglio e Antonio Di Pietro. Con me c'erano molti amici di Galliate e Novara. E' stata una giornata emozionante. Mi ha fatto molto piacere vedervi. C'era molta gente in Piazza Vittorio Veneto.
Lascio questa bella città con la convinzione che siamo sempre sulla strada giusta.
Travaglio ha dimostrato una cosa molto semplice: di essere un giornalista vero, libero e che fa chiaramente suo dovere. Ha parlato di fatti e soltanto di fatti. Ha detto come stanno le cose in materia di giustizia ed ha illustrato lo stato dell'informazione.
Secondo lui, i periodi migliori sono quelli in cui ci sono stati i conflitti tra politica e giustizia, perchè vuol dire che ci sono magistrati che fanno il loro dovere, che scoprono i trucchi e i furbetti.
Gli unici momenti della storia d'Italia in cui non c'erano politici che infangavano l'onore dei magistrati erano solo quando non esisteva la mafia, o meglio non si voleva dire che esisteva. Infatti la classe dirigente era totalmente impunita e non veniva mai toccata, ciò accadeva negli anni '50 e 60.
L'azione penale è obbligatoria e va esercitata indipendentemente da chi abbiamo di fronte. Siamo tutti uguali di fronte alla legge, al di là della carica che copriamo.
Ha parlato delle magagne in materia di giustizia come la riforma dell'art. 513 del codice penale che grazie a quella legge abbiamo lasciato colpevoli liberi di andare in giro a dire che non hanno mai rubato, mentre c'erano delle testimonianze che provavano gravi fatti di reato contro la pubblica amministrazione.
Come se non bastasse quella legge dichiarata incostituzionale è stata riportata nelle aule parlamentari per farla passare come legge costituzionale per riformare l'art. 111 della Costituzione. Fu approvata sia a destra che a sinistra, senza alcuna distinzione. Tra i tanti autori che si vantano di questo successo ci fu l'avv. Frigo, appena nominato giudice della Corte Costituzionale. Questa riforma ha portato altri rischi al punto che Travaglio l'ha definita come criminogena, perchè poteva agevolare altri reati ed altre forme di corruzione. Chi non andava a testimoniare poteva ricattare i politici perchè non erano obbligati a parlare e ripetere le vecchie accuse. Potevano chiedere qualunque cosa per concedere un'assoluzione scontata al caro politico, anche caro vecchio amico di tanti affari.
Antonio Di Pietro ha parlato poi di come una vera democrazia dovrebbe avere almeno tre requisiti fondamentali: un parlamento indipendente, libero ed espressione del popolo e non dei partiti, un'informazione libera ed una giustizia efficiente.
Oggi sappiamo che sono le segreterie dei partiti che scelgono chi deve essere nominato in Parlamento. L'eliminazione della preferenza è quello che impedisce agli elettori di scegliere chi sia il proprio rappresentante per le proprie qualità e per sue capacità.
Inoltre sono in atto delle procedure di emanazione delle leggi ai limiti della legalità costituzionale che impediscono al Parlamento un'attenta analisi ed una vera discussione. Leggi delega senza criteri e limiti per il governo; decreti legge senza urgenza e riforma dei regolamenti parlamentari che non dà possibilità di vagliare e di far scegliere ai deputati e senatori cosa chiedere per migliorare la proposta legislativa.
L'informazione è occupata dai partiti nella Rai, adesso però è sotto il controllo dei partiti di maggioranza e del Presidente del Consiglio. Quella commerciale è di proprietà del sig. Berlusconi o comunque sempre a lui riconducibile o in mano ai suoi prestanome. Le notizie che ne vengono fuori sono controllate e bloccate dai dirigenti della Rai nominati dai partiti e dai sottomessi di Berlusconi. In questo modo non escono le notizie "scomode". Si cerca solo di far vedere che l'Italia governata da Berlusconi è vicino all'Europa, vicino ai bisogno del paese, che la sicurezza funzione, che i rifiuti a Napoli sono spariti, che le tasse saranno abbassate ecc. Mentre non si parla di certe condizioni in cui vive il paese e non si parla dei problemi che attanaglio i cittadini.
Tutto questo impedisce all'elettore di avere le informazioni corrette per farsi un'idea e per effettuare una scelta consapevole nella cabina elettorale.
Infine la giustizia. Se fosse efficiente potremmo anche essere contenti perchè sapremmo che chi fa il furbo la paga sempre. Invece è tutto il contrario. Si continua ad emanare riforme che la fermano e che la bloccano. La continua riduzione delle spese in materia che non fanno altro che rendere la vita impossibile nei Tribunali che sono senza stampante, senza fotocopiatrice, senza benzina per permettere gli spostamenti dei giudici.
C'è solo spazio per parlare del norme che servono per garantire l'impunità della classe dirigente. Non c'è spazio per rendere i processi più rapidi e per dare gli strumenti alla magistratura per accertare la verità del fatti.
Chi denuncia i criminali vive un vita infernale e chi combatte la mafia vive praticamente internato, come capita rispettivamente a Pino Masciari ed ai magistrati in prima linea come Palermo.
Il paese sta vivendo un periodo di paralisi totale ma che non viene mai citato in Parlamento, nei telegiornali e in più abbiamo una giustizia sempre non all'altezza del proprio compito.
Continua l'antipolitica di chi usa le istituzioni per farsi i fatti propri. Continuano ad essere protagonisti i "predatori delle istituzioni".
La prescrizione diventa la regola e l'impunità è una normalità.
Come dice Di Pietro c'è però una parte del paese che non accetta il sopruso, l'ingiustizia, la prevaricazione, che non vuole essere suddito, che vuole essere protagonista per il bene del paese, che non vuole lasciare una mafia a dettare le condizioni di vita dei nostri cittadini e che non vuole che si mantengano i privilegi per la Casta.
C'è molta gente che vuole avere le stesse possibilità di sta al governo e che non starà mai al gioco del compromesso morale.
C'è ancora qualcuno che vuole sentire quel fresco profumo di libertà.
Per questo continueremo a raccogliere le firme e per questo sono sempre più convinto che siamo sulla giusta strada.
Per favorire venite con noi. Il fatto di sottoscrivere il referendum del Lodo Alfano potrebbe essere il primo passo per intraprendere il cammino verso la nostra luce.

Rebecchi Lorenzo

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