giovedì 13 novembre 2008

Le bugie del progetto di legge contro la prostituzione del Ministro Carfagna


Non è vero che per effetto del Decreto Carfagna il racket si sta spostando all'estero e se, davvero, comunque si stesse spostando dall'Italia verso in altri paesi europei, vorrebbe comunque dire che non si è risolto un bel niente: da sempre il traffico usa l'Europa intera per far arrivare e mettere in circolazione le proprie vittime, spostandole da un paese all'altro a seconda di quel che le contingenze impongono; la maggior parte delle ragazze che si trovano in Italia, sono passate attraverso Londra, la Francia, la Spagna e altri paesi sono diventati, via via, zona di arrivo o di smistamento o di riciclaggio. Spostare le vittime da una zona all'altra, da una città all'altra o da uno stato all'altro non risolve l'emergenza umanitaria che le riguarda le prostitute ricattate ed obbligate a questo mestiere.
Non è affatto vero che l'articolo 18 della legge che protegge le prostitute ha dato buoni frutti: chi si è applicato ad attuarlo ha fatto il possibile, ma quella era un'arma spuntata e se dopo tanti anni di applicazione, la situazione non è migliorata, tutti dovrebbero avvedersi che bisognava e bisogna modificarlo.
Per effetto del decreto Carfagna le vittime sono sempre più vittime, sfruttate in luoghi chiusi nei quali nessuno (operatori, volontari, forze dell'ordine, preti) può più raggiungerle per assicurar loro interventi di riduzione del danno o vie di uscite.
Non è vero che, comunque, prostituirsi o esser sfruttate in luoghi chiusi sia meglio che esserlo in luoghi aperti: le violenze si consumano ovunque, ma dai luoghi chiusi nessuna può fuggire e le violenze più terribili, quelle che comprendono anche l'omicidio, nascono proprio dove non c'è via di fuga.
Le donne italiane denunciano che tra le mura domestiche si consumano efferate violenze; come mai nessuno le denuncia, come mai si pensa addirittura che invece sarebbero oggetto di denuncia le violenze subite da donne sfruttate e clandestine nei luoghi chiusi, se nessuno denuncia neppure le violenze contro le donne italiane?.
Nel frattempo, per timore di essere arrestate le ragazze clandestine fuggono alla vista della Polizia e finiscono travolte da auto in corsa che neppure si fermano a prestare soccorso; botte e omicidi nascono per effetto di un clima di impunità dovuto al silenzio dei media. Si scende in piazza per una discriminazione o una violenza e una offesa razzista, ma si tace sui sempre più numerosi omicidi di ragazze trafficate più di dieci solo da Pasqua a Ferragosto, tre a Bari in strada in poche settimane, due a Napoli in pochi giorni.
Le ex vittime avranno sempre una possibilità di avvicinare le loro più sfortunate sorelle ancora trafficate, ma i pericoli da affrontare sono troppi.
Si prevedono delle multe per i clienti senza però risolvere il problema.
E' indispensabile attuare iniziative che favoriscano l'intervento di ex vittime o, comunque, di operatrici pari o, comunque, di connazionali delle ragazze trafficate; ed è indispensabile anche attuare immediatamente progetti che riguardino i clienti che spesso assistono la prostituta ad uscire dalla tratta.
A Cremona è finito il processo contro i trafficanti: condanne esemplari, ma la maggior parte dei condannati ha ottenuto gli arresti domiciliari. Non si dica allora che contro i trafficanti la legge c'è ed è dura. Con quale coraggio le ragazze dovrebbero denunciare i trafficanti e le maman che restano ben presto liberi?
Non è vero, infine, che il Decreto Carfagna abbia comunque evidenziato l'urgenza di affrontare il problema, poiché invece, ha innescato il vergognoso tentativo di dimostrare che si combattono le prostitute in strada per salvare le schiave: tratta e prostituzione sono due cose diverse, connesse per certi versi, ma diverse.
Inoltre lezioni di moralità dalla Carfagna si questo fronte non ne prendiamo.
Proprio lei che del suo corpo ne ha fatto una questione di denaro, mentre queste ragazze vanno per strada perchè obbligate e sotto ricatto.
La Carfagna pensi ai veri problemi delle donne. Quindi risolva il suo di problema. Lei è già un problema.

Rebecchi Lorenzo

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