venerdì 13 giugno 2008

Continuano i regali ai partiti

Come è lontano quel 7 maggio 1972, quando il Psiup guidato da Dario Valori non ottenne il quorum alle elezioni e scomparve dalla scena politica, con tanto di congresso che ne stabilì lo scioglimento: oggi i vari partiti che hanno fallito quello stesso traguardo sono vivi e vegeti, tengono le riunioni dei loro organismo politici (oggi l'Udeur e il Pdci, domani il Prc, il 22 Sinistra Democratica) guardando al futuro, anche perché hanno le casse piene di soldi elargiti dallo Stato.
Possono respirare persino quei partiti che non hanno ottenuto l'1% per accedere ai rimborsi elettorali, o quelli che non hanno nemmeno presentato il simbolo, come
Naturalmente le rate della precedente legislatura continueranno ad arrivare anche a Prc, Pdci e Verdi (Sd non si era ancora formata). Per esempio alla fine del quinquennio Prc si ritroverà nelle casse 34.931.985 euro. I rimborsi pubblici assumono così un andamento carsico: si interrano come un fiume e ne riescono in molteplici rivoli. Per esempio Silvio Berlusconi ha allargato i cordoni della borsa con i piccoli alleati che nel 2006 non hanno ottenuto l'1%. Per esempio nel solo 2007 Forza Italia ha dato 400.000 alla Mussolini, 110.000 euro ad Adriano Tilgher, 90.000 al Pri, 100.000 ai Democratici-Liberali. Ed ha anche dato un anticipo per il 2008: 700.000 euro a Sergio De Gregorio, il primo a mollare Prodi in Senato sin dal maggio 2006. E riceverà qualcosa anche Luciana Sbarbati leader del Movimento Repubblicani europei, eletta nelle liste del Pd. Per ora continua a vivere grazie ai 240.000 euro che L'Ulivo le dà sin dalle Europee del 2004, con il quale si candidò.
Lo spreco continua inarrestabile, non dimentichiamocelo.
La legislatura conclusasi con la crisi del governo Prodi, durata appena due anni, si è portata dietro l’intero finanziamento ai partiti. Insomma i rimborsi sono stati dati come se la legislatura fosse durata 5 anni. Questo grazie ad un decreto del precedente governo Berlusconi approvato dal Parlamento con il consenso generale.
Le elezioni appena fatte porteranno nelle casse dei partiti 407 milioni di euro e cioè circa 900 miliardi di vecchie lire. Lo Stato dà molto di più di quanto i partiti dichiarano di spendere per le campagne elettorali.
Specificando meglio, i partiti che hanno superato il quorum dell’1% prenderanno i seguenti rimborsi:
- PDL: 160.446.990 milioni di Euro;
- PD: 141.988.246;
- Lega Nord: 35.329.331
- UDC:24.081.774
- Di Pietro: 18.427.608;
- Sinistra Arcobaleno: 13.356.565
- La Destra( Storace): 9.629.998;
- MPA( lombardo): 4.670. 297
Come li spenderanno? Non si sa. Mancano i controlli e lo scrivono i revisori dei conti del parlamento. I Professori Angelo Cuva, Franco Fontana, Fabio Mastrangelo, Giuseppe Tinelli e il dottore Nicola Sposetti, revisori dei conti del finanziamento pubblico, ben retribuiti, scrivono che il loro lavoro è inutile perché la legge non prevede controlli nel merito.
Nonostante i controlli siano solo formali a margine di ciascun Partito che ha preso i soldi scrivono la frase: Il rendiconto non può essere considerato regolarmente redatto.
Se i revisori di un’azienda privata scrivessero la stessa cosa i responsabili di quell’azienda andrebbero in tribunale. Per i partiti non succede niente perché non sono responsabili di fronte alla legge.
L'unico partito che vuole abrogarli è proprio quello dell'Italia dei Valori.
Chissa come mai solo noi vogliamo abolirlo e vogliamo rispettare la volontà popolare espressa con il referendum sull'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, che allora approvò con circa il 90% del consenso degli italiani.
Ditemi voi il perchè?

Rebecchi Lorenzo

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