lunedì 14 luglio 2008

Roma 8 luglio: non è spazzatura


L' 8 luglio é stata una manifestazione organizzata da Travaglio, Flores D'Arcais e Pancho Pardi per protestare contro l'operato del governo Berlusconi.
E' stata una giornata bellissima piena di emozioni e toccante in certi momenti.
Si è aperto con il discorso del direttore di Micromega rivolto contra quella norma illegittima nominata "salva premier" che bloccava i processi per un anno poi modificata all'improvviso. L'ha definita l'impunità mille rispetto a quella tolleranza zero che in campagna elettorale il centro destra andava ad annunciare con interventi legislative che avrebbero soppresso ogni forma di criminalità.
Poi ricordo la leader dei Girotondi Belli che criticava il centro sinistra per non aver fatto una legge sul conflitto di interessi che proprio per quell'errore adesso paghiamo un prezzo pesantissimo.
Poi si deve sottolineare i toni pagati e le parole eleganti dello scrittore siciliano Andrea Camilleri anche se dai contenuti molto forti. Vorrei evidenziare l'appello del costituzionalista Pancho Pardi, senatore dell'Italia dei Valori, che ricordava il Lodo Alfano utile necessario per garantire l'impunità per cinque anni di governo che diventano dodici se il caro Berlusconi diventa Presidente della Repubblica, norma chiaramente incostituzionale.
Dopo è salito sul palco anche Antonio Di Pietro che ha lanciato l'offensiva e la critica più seria e fondata al governo Berlusconi, reo di aver sfruttato le istituzioni per fini privati e non per soddisfare gli interessi pubblici.
Ha accusato la maggioranza di centro destra di lavorare per tutelare e difendere il premier dimenticando che ci sono tanti problemi che andrebbero affrontati in sede parlamentare. Le priorità son ben altro. E' seguito un boato quando ha richiamato i suoi militanti alla mobilitazione generale per lavorare per i referendum che si dovranno sottoscrivere per abolire quelle leggi personali ed altrettanto incostituzionali fatte ad hoc per il capo dell'esecutivo.
Non possiamo trascurare le battute di Travaglio sulle figuracce del premier fatte in due mesi e dell'illegittimità delle leggi che si discutono in Parlamento.
Ha fatto presente come ormai in Italia sia più pericoloso raccontare i fatti per un giornalista rispetto a quello di chi li ha compiuti.
Egli ha voluto ricordare come nel paese ci sia ormai un problema per rendere la libera informazione un diritto. E' inconcepibile che le intercettazioni siano possibili sono per reati gravissimi come quelli per mafia e terrorismo e invece per lo stupro e per la pedofilia si mettano da parte questi preziosi strumenti di indagine.
Tutto solo per garantire alla casta l'impunità e garantire la galera a chi le pubblica, cioè a chi fa informazione.
Le parole di Rita Borsellino erano commuoventi quando ricordava chi è morto per lotta contro la criminalità organizzata e si sentiva la sua rabbia contro chi sfregia le istituzioni con leggi ad personam e contro chi vuole rimettere in gioco il 41 bis.
Rita Borsellino ricordava che l'eroe è chi è morto per la giustizia e non chi invece faceva lo stalliere ad Arcore sotto protezione di qualcuno.
Dopo questi interventi hanno parlato Beppe Grillo e Sabina Guzzanti.
Forse non gli era stato detto che era una manifestazione per protestare contro il governo Berlusconi e non contro la Chiesa e contro Napolitano. Infatti prima di iniziare a manifestare il presentatore Mattia Stella aveva chiaramente espresso solidarietà al Capo dello Stato perché a suo parer ricoprire quel ruolo non era facile con Berlusconi al governo e che l'evento non era organizzato contro il presidente della Repubblica.
L'intervento di Grillo non è stato poi uno dei più severi che ricordi io, ma sicuramente certe frasi se le poteva risparmiare. Ormai sappiamo come è fatto e non sa rinunciare al suo solito vaffa che ha detto solo alla fine. Ha promesso che l'anno prossimo usciranno le sue liste civiche nella tornata elettorale amministrativa.
L'intervento di Sabina Guzzanti poi è stato quello che ha fatto traboccare il vaso. Ha insultato il papa ed ha offeso pubblicamente il ministro Carfagna.
Tutto ciò che di buono è stato detto fino a quel momento è stato rovinato da un comico che farebbe bene a parlare di suo padre che da comunista incallito è diventato un Berlusconiano convinto e che si è messo in evidenza per la sua caratteristica più nota: costruire la falsi scoop giornalistici (vedi l'inchiesta Mitrokin e l'amico Scaramella).
L'informazione di regime aspettava solo il minimo errore per mettere fango su Antonio Di Pietro. Hanno inventato che la manifestazione era dell'Italia dei Valori. Tutto falso perché Di Pietro era tra gli organizzatori ed il nostro partito aveva solo aderito all'iniziativa che non era ad appannaggio di alcuna forza politica.
E' stato attaccato Di Pietro da tutti partiti perché secondo loro ha infangato l'onore del Santo Padre e del Presidente della Repubblica.
Anche questo non corrisponde al vero perché leader dell'Italia dei Valori si è dissociato dai contenuti degli interventi offensivi di chi ha parlato sul palco.
Egli non si è dissociato dalla piazza che voleva solo contestare contro chi usa le istituzioni per farsi i fatti suoi e ha preso le distanze solo dai chi ha attaccato personalmente Ratzinger e il ministro Carfagna senza mezzi termini.
Ero a pochi metri da Tonino e vi assicuro che egli aveva una faccia nera dalla rabbia. Li ho visto bene.
Il risultato è che è stato che è stata una manifestazione inutile, volgare ed offensiva. Chi ha letto i giornali ha potuto solo osservare questi schemi. Era tutto da gettare nella spazzatura.
Noi non scendiamo sul personale ma lavoriamo per costruire il futuro.
Guarda caso i mass media o gli altri partiti non hanno usato le stesse critiche quando Berlusconi ci ha definito spazzatura perché lui se occupa quando si parla di Napoli, offendendo sia i napoletani e chi manifestava legittimamente in piazza Navona.
Nessuno ricorda quando l'attuale premier ha detto che non tutti gli italiani sono coglioni perché non tutti votano a sinistra. Nessuno aveva mosso un dito per allora rimproverare il proprio leader di coalizione.
Concludo affermando che non tutto quello che c'è stato a Piazza Navona è da buttare. Il giornali e telegiornali potevano dare spazio alle parole di Rita Borsellino o agli interventi di alto contenuto morale e culturale che sono state espresse dal palco.
Ma di una cosa sono certo, noi dal signor Berlusconi non dobbiamo prendere lezioni di alcun genere. Noi non abbiamo offeso nessuno. Ognuno si assuma la propria responsabilità. Noi non siamo spazzatura

Rebecchi Lorenzo

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