mercoledì 1 agosto 2007

La tattica

Lunedì sera alle ore 20,45 le agenzie battano la notizia che lascia a bocca aperta l'80% della base del partito e lascia senza fiato i militanti.
E' ufficiale Di Pietro si candida alle premiarie del Partito Democratico. Presenta le firme appena quindici minuti prima della scadenza.
Sembra una mossa insensata e non ragionata. Invece dopo appena 12 ore, esce fuori la strategia del nostro leader che vuole fare emergere i gravi difetti e le ombre del futuro Partito Democratico. Dopo essermi informato e dopo aver avuto dei contatti con le sfere della nostra struttura, mi sono fatto un'idea chiara sulla vicenda e sullo scopo dell'azione del Ministro.
Tonino sapeva che non sarebbe stato accettato e che avrebbero fatto di tutto per non ammetterlo. Allora lo vuole dimostrare pubblicamente.
Elenchiamo rapidamenti i fatti ed i motivi della sua esclusione.
Decide di raccolgliere di nascondo circa 3000 firme in cinque diverse regioni.
Non dice nulla se non ai propri e più strettti collaboratori.
Nega tutto fino quasi alla fine. Dopo la presentazione delle firme fa un comunicato stampa espondendo la volontà di partecipare alla nascita del Partito Democratico. Lo fa volendo prendersi il proprio spazio. Vuole essere il protagonista della storia della nuova formazione, dopo che Margherita e Ds non ascoltano i suoi appelli pubblici di volersi fondere con loro.
Ma sa benissimo che verrà escluso. Allora agisce di sorpresa per mettere in difficoltà gli avversari che dovranno poi trovare un brillantissimo escamotage per giustificare la sua esclusione. Il comitato elettorale non se lo aspetta e accetta la deposizione delle firme.
Ma nella notte, la presentazione non è valida, ma a Di Pietro ed a Pannella vengono applicate regole che dovrebbero essere applicate anche ad altri candidati di altri partiti. Lo escludono perchè è il leader di un partito e perchè il suo partito di appartenenza non si è sciolto.
Queste sono le regole del gioco. Peccato che anche i candidati dei Ds e della Margherita non verranno esclusi nonostante che i loro partiti non siano ancora sciolti.
Inoltre di Di Pietro non è il legale rappresentate del partito perchè non è il capo del partito. Infatti lui è il fondatore e il naturale leader, ma forse il comitato elettorale fa finta di non sapere che il responsabile della struttura è l'on. Pedica.
Così Di Pietro ha preso due piccioni con una fava.
Ha dimostrato che le canaglie del fututo Partito Democratico non lo vogliono, che hanno fatto carte false per non accettarlo dopo essere stati colti di sorpresa.
L'indole degli esponenti del neo partito democratico è diversa dalla nostra. La loro cultura non ci appartiene. Come dice Tonino, loro non ci meritano. I nostri argomenti non interessano. Loro non ci vogliono. Le nostre proposte danno fastidio.
Si può notare come ci hanno messo all'angolino sull'indulto, sull'eliminazione dei privilegi dei parlamentari, sui costi della politica, sull'ordinamento giudiziario, sulle autorizzazioni a procedere.
Sembrava strana e incredula la mossa del capo, invece ha dimostrato intuito e astuzia. Ancora una volta Tonino ha voluto dare prova della propria intelligenza politica e il fatto che poi non ha voluto presentare ricorso dimostra che noi siamo un'altra cosa. Non ci immischiamo con certa gente. Non dobbiamo fare l'elemosina a nessuno. Avevo già scritto le mie critiche sulla nascita del movimento che già allora denominavo "Partito Non Democratico"
Quelli che non amano il nostro paese, non ci meritano e noi non li vogliamo.

Rebecchi Lorenzo
Referente GIV Novara

1 commento:

Rebecchi Lorenzo ha detto...

Colgo l'occasione per ripubblicare un post che scrissi in occasione di una riunione nazionale dei vertici dei DS e Margherita per organizzare la fase costituente del PD; già allora espressi delle pesanti critiche sulle reali motivazioni che spingevano alla nascita della nua formazione politica.

"Partito Non Democratico

Negli scorsi giorni, si sono riuniti gli alti vertici dei Partito Democratico della Sinistra e della Margherita. Lo scopo era quello di mettere le basi, stabilire le direttive e le regole del nuovo soggetto politico.
Senza farlo apposta non è ancora nato e già sono sorte molte polemiche, ma non da parte degli avversari, bensì da parte dei personaggi che hanno maggiormante creduto nel progetto della creazione di questa formazione solcialdemocratica.
Infatti si sono presentati i soliti nomi della nomenklatura della politca di centro-sinistra e coloro che altro non fanno che pensare a come gestire il potere.
Erano presenti solo uomini, non c'erano giovani, tutti al di sopra dei cinquanta anni, nessun rappresentante che non fosse già espressione del potere politico.
Questo dimostra le vere intenzioni di coloro che hanno voluto il nuovo soggetto politico.
I fondatori pensano solo al controllo e alla gestione del proprio pacchetto elettorale; il futuro Partito Democratico è povero di progetti, di idee e di contenuti e soprattutto di facce nuove. Addirittura era presente Marco Follini che ha già fatto il salto della quaglia. Ha accettato di far parte di un partito che fino a pochi mesi fa contestava e che ha criticato profondamente per la storia e per gli ideali che perseguivano i movimenti fondatori.
Non c'è intenzione di dare spazio ai giovani, al mondo del volontariato, dell'associazionismo, alla società civile e alle categorie del mondo del lavoro.
Il partito Democratico non è ancora nato e già puzza di vecchio. Ha tante caratteristiche, tranne quella di essere rappresentativo della propria base e soprattuto di essere veramente democratico.
Non ha a cuore gli interesse del paese e secondo me ciò dimostra come la politica cambia nome per farsi bella, ma è sempre uguale e sempre più distante dalla gente.
I Dinosauri della politica non vogliono staccarsi dalla poltrona, non vogliono lasciare spazio alle nuove leve.
Questo dimostra che il nostro partito ha poco a che spartire che questi personaggi. Spero che Di Pietro vada avanti sulla propria strada perchè noi abbiamo gli argomenti seri e dei programmi concreti per migliorare la situazione civile, economica, politica ed istituzionale del nostro paese.
Andiamo avanti per la nostra strada perchè sono sempre più convinto che sono gli altri che si devono avvicinare a noi e con le nostre condizioni. Inoltre loro no ci vogliono.
Sono sempre più convinto che LE NOSTRE IDEE NON MORIRANNO MAI, PERCHE' I NOSTRI SOGNI NON MORIRANNO MAI."

Rebecchi Lorenzo
Fonte: www.givpiemonte.blogspot.com
Data 27/05/2007 ore 21,52