mercoledì 4 febbraio 2009
Le verità nascoste di Piazza Farnese
Cari amici,
La manifestazione di Piazza Farnese ha lasciato la traccia vera del regime e ha dimostrato quali sono le connotazioni reali dell'informazione deviata.Purtroppo si è inventato l'inventabile ma non è stato detto nulla sulle frasi di alcuni organizzatori, come quella di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, glorioso magistrato che solo pochi oggi piangono a Roma. Sono stati fatti nomi e cognomi di alte cariche istituzionali, rei di sapere e di non dire la verità.
Mi riferisco a Nicola Mancino, vice presidente del Csm, quello che dovrebbe essere l'organo di autogoverno della magistratura. Egli mente dicendo di non avere incontrato Paolo Borsellino il primo luglio del 1992, quando sicuramente a Paolo Borsellino venne prospettata quella ignobile, scellerata trattativa tra lo Stato e la criminalità organizzata per cui Paolo Borsellino è stato ucciso. Perché Paolo non può aver fatto che mettersi di traverso rispetto a questa trattativa, questo venire a patti con la criminalità che combatteva, con chi poco più di un mese prima aveva ucciso quello che era veramente suo fratello, Giovanni Falcone. Paolo non può che essere rimasto così sdegnato da opporsi a questa trattativa e a quel punto andava eliminato e in fretta.
Tant'è vero che il telecomando della strage di via D'Amelio fu premuto. Queste cose non sono potute arrivare al dibattimento perché tutti i processi sono stati bloccati.
Genchi ha dimostrato che quel telecomando era nel castello Utveggio, dove c'era un centro del Sisde, i servizi segreti italiani, è da lì che è arrivato il comando che ha provocato la strage.
Ecco perché Genchi deve essere ucciso anche lui. Hanno ucciso Paolo Borsellino, hanno ucciso Giovanni Falcone e adesso uccidono anche Genchi, De Magistris, tutti i giudici che cercano di arrivare alla verità.
Così qualunque giudice che arriva a toccare i fili scoperti muore, non si può arrivare a quel punto perché oggi gli equilibri che reggono questa seconda repubblica sono basati sui ricatti incrociati che si fondando sull'agenda rossa.
Un'agenda rossa sottratta dalla macchina ancora in fiamme di Paolo Borsellino, in cui queste trattative, queste rivelazioni che in quei giorni gli stavano facendo pentiti come Gaspare Mutolo, come Leonardo Messina erano sicuramente annotate. Quell'agenda doveva sparire, è questo uno dei motivi della strage. Quell'agenda doveva sparire si basano buona parte dei ricatti incrociati su cui si fonda questa seconda repubblica.
E allora Mancino non può venirci a dire che non ricorda di aver incontrato Paolo Borsellino. Non può soprattutto adoperare quel linguaggio indegno che adopera. Dice: "Io non posso ricordare se fra gli altri giudici c'era anche Paolo Borsellino, che non conoscevo fisicamente". E' questo quello che fanno i nostri ministri, oltre che cercare di accordarsi con la criminalità organizzata. E' per questo che è stato ucciso Paolo Borsellino, perché egli si è messo di traverso rispetto a questa trattativa, per questo doveva essere ucciso. Vi chiedo, e non smetterò di chiederlo, che sia fatta giustizia, che vengano cacciati dalle istituzioni quelle persone che sono complici di quello che è successo. Non che venga data l'impunità a chi dovrebbe essere sottoposto a processi e invece non può essere neanche indagato, intercettato, non si può fare nulla.
Stiamo precipitando nel baratro e da questo baratro dobbiamo uscire perché lo dobbiamo ai nostri morti. Lo dobbiamo a Giovanni Falcone, a Paolo Borsellino, a Emanuela Loi, a questi che veramente sono eroi. Dobbiamo riappropriarci del nostro Paese, questo Paese è nostro, lo Stato siamo noi. Non quelle persone che indegnamente occupano le istituzioni.Dobbiamo riappropriarci anche di quell'informazione di regime che non ha ancora raccontato e che, forse, non racconterà mai la verità.
Rebecchi Lorenzo
www.italiadeivalori-galliate.com
3470900421
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