Vi giro l'e-mail che mi è arrivata direttamente dagli alti funzionari dell'organizzazione non governativa "Medici Senza Frontiera" per l'impegno profuso nella battaglia contro la Novartis, multinazionale farmaceutica svizzera, che voleva impedire al governo Indiano di produrre medicine generiche a basso costo per i malati di ADIS, perchè secondo loro violavano la normativa internazionale sui brevetti, a sua volta adottata dalla legislazione indiana. Questa lettera credo che sia arrivata a tutti i sottoscrittori che hanno aderito alla petizione di Medici Senza Forntiere.
Questa fu la prima azione promossa dal GIV Novara, da quando si è costituita. La nostra proposta fu poi approvata dal nostro caro amico coordinatore nanzionale GIV Lorenzo Di Pietro, che fece pubblicare un mio articolo con cui faceva un appello per aderire all'iniziativa divulgata da MSF.
La nostra attività di sensibilizzazione è servita a qualcosa. Abbiamo vinto noi. Adesso 80.000 persone potranno curarsi tranquillamente e vedranno ancora un futuro davanti a loro. Questa vittoria la voglio condivedere insieme a voi.
Abbiamo vinto anche grazie al vostro sostegno. Grazie a voi, abbiamo vinto per la vita.
Rebecchi Lorenzo
GIV Novara
"Carissimo sostenitore,
Da parte di tutto lo staff di Medici Senza Frontiere vogliamo ringraziarti personalmente di aver aderito alla petizione di Medici Senza Frontiere per chiedere a Novartis di rinunciare alla causa intentata contro il Governo Indiano.
Come forse avrai già saputo, lunedì 6 agosto, la Corte Indiana ha respinto il ricorso della multinazionale Svizzera.
La Novartis aveva trascinato in giudizio il Governo Indiano per forzarlo a modificare la legge indiana sui brevetti in modo da ottenere una più facile e più ampia protezione della proprietà intellettuale per i suoi prodotti. Novartis affermava che la legge indiana – che consente entro certi limiti la produzione di versioni generiche di alcuni medicinali essenziali - non rispetta le regole fissate dall'Organizzazione Mondiale del Commercio. Ma queste lamentale lamentele sono state giudicate prime prive di fondamento dall'Alta Corte di Chennay.
La sentenza della Corte indiana è un grande sollievo per tutti i medici e i pazienti che nei Paesi in via di sviluppo dipendono dagli equivalenti generici e di qualità d e i farmaci salva-vita prodotti n India a prezzi accessibili per i Paesi più poveri.
Questa decisione avrà un impatto diretto su molte medicine che sono essenziali nei nostri progetti. Per esempio, l'India potrà evitare di riconoscere i brevetti su alcuni farmaci di nuova generazione cruciali per la terapia dell'HIV: in questo modo le industrie indiane potranno avviare la produzione di equivalenti generici e la concorrenza contribuirà ad abbassare i prezzi.
Abbiamo appreso con piacere che Novartis non intende opporsi alla sentenza e chiediamo alla multinazionale di astenersi da ogni ulteriore tentativo di far dichiarare illegittima la legge indiana.
Non ci illudiamo che questa sentenza possa risolvere il problema dell'accesso ai farmaci: c'è ancora molto da fare per abbassare i prezzi dei farmaci salvavita esistenti e per stimolare lo sviluppo di nuove medicine e test diagnostici disperatamente necessari. Ma la tua firma e quelle delle altre 420mila persone che hanno aderito hanno creato un movimento globale che ha aiutato l'India a mantenere il suo ruolo di "farmacia dei Paesi poveri".
Grazie di cuore per il sostegno!"
Tido von Schoen-Angerer ,
Direttore della Campagna per l'accesso ai farmaci essenziali, Médecins Sans Frontières
Christophe Fournier ,
Presidente Internazionale di Médecins Sans Frontières
Raffaella Ravinetto ,
Presidente di Medici Senza Frontiere Italia
P.S. Per maggiori informazioni sulla causa e per alter notizie consulti ill nostro sito www.medicisenzafrontiere.it o www.accessmed-msf.org
venerdì 10 agosto 2007
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1 commento:
Grazie agli 80mila italiani che hanno firmato per impedire a Novartis di chiudere "la farmacia dei paesi poveri"!
L'India potrà continuare a produrre farmaci per i Paesi in via di sviluppo. Bocciato il ricorso della Novartis contro la legge Indiana sui brevetti. Il sollievo di milioni di medici e pazienti.
New Delhi/Roma, 6 agosto 2007 - L'Alta corte di Chennai ha emesso una sentenza storica che preserva la legge Indiana sui brevetti e dà torto alla multinazionale farmaceutica svizzera Novartis, che voleva far dichiarare illegittima la normativa che consente alle industrie indiane di produrre equivalenti generici di farmaci essenziali e salva-vita, finanziariamente accessibili per i Paesi in via di sviluppo.
"Questa sentenza è un grosso sollievo per milioni di pazienti e medici che operano nei Paesi più poveri e che dipendono in larga misura da farmaci prodotti in India – dice Raffaella Ravinetto , presidente dell'associazione umanitaria Medici Senza Frontiere in Italia – . La Corte Indiana ribadisce il diritto dei Paesi come l'India a emanare leggi che facciano proprie tutte le clausole di salvaguardia previste negli accordi internazionali sul commercio e scongiura il rischio di una ulteriore restrizione della possibilità di produrre farmaci generici, indispensabili per far fronte alle esigenze di salute pubblica delle popolazioni più vulnerabili. Chiediamo a tutte le multinazionali farmaceutiche e ai Paesi ricchi di rispettare la legislazione indiana e di smettere di spingere affinché i Paesi in via di sviluppo adottino regimi ancora più restrittivi in materia di brevetti sui farmaci".
La Novartis aveva trascinato in giudizio il Governo Indiano per forzarlo a modificare la legge indiana sui brevetti in modo da ottenere una più facile e più ampia protezione della proprietà intellettuale per i suoi prodotti. Novartis affermava che la legge indiana – che consente entro certi limiti la produzione di versioni generiche di alcuni medicinali essenziali – non rispetta le regole fissate dall'Organizzazione Mondiale del Commercio. Ma queste lamentale lamentele sono state giudicate prime prive di fondamento dall'Alta Corte di Chennay.
Fino al 2005 l'India non riconosceva brevetti sui farmaci: a partire dal 2005 – data entro la quale l'Organizzazione Mondiale del Commercio ha richiesto ai Paesi in via di sviluppo di mettere in atto le nuove norme sui brevetti – l'India ha approvato una legge che prevede alcune misure di salvaguardia, come quella secondo cui i brevetti sono concessi solo sui farmaci realmente innovativi. Questo significa che le compagnie che vogliono brevettare semplici miglioramenti apportati a un principio attivo già in commercio, al fine di estendere ulteriormente il monopolio, non potranno farlo in India.
Novartis chiedeva che proprio questa clausola di salvaguardia per i pazienti fosse rimossa dalla legge indiana. Se la Corte avesse dato ragione alla multinazionale si sarebbe drasticamente ridotta la possibilità di produzione di farmaci in generici "made in India" che sono cruciali per il trattamento di malattie mortali in moltissimi Paesi in via di sviluppo.
"Medici Senza Frontiere tratta oltre 100mila malati di HIV in tutto il mondo e ben l'84% dei farmaci antiretrovirali che prescriviamo, pre-qualificati dall'Organizzazione Mondiale della salute, proviene dall'India – spiega la Ravinetto -. Molti Governi di Paesi in via di sviluppo e altre agenzie internazionali come l'Unicef e, la Clinton Foundation ed anche il Pepfar, dipendono dai produttori indiani di generici per l'approvvigionamento di farmaci contro l'Aids. Dobbiamo permettere all'India di continuare a essere la Farmacia dei Paesi Poveri".
Oltre 420mila persone in tutto il mondo hanno firmato una petizione per chiedere a Novartis di ritirarsi dalla causa intentata contro il Governo Indiano, consapevoli che se Novartis avesse vinto l'impatto sarebbe stato devastante per l'accesso alle cure nei Paesi poveri. Tra i firmatari alcune personalità di rilievo tra cui il ministro Indiano della salute Anbumani Ramadoss, il Premio Nobel per la pace sudafricano Desmond Tutu, gli autori John Le Carré e Naomi Klein oltre a molti parlamentari e ministri europei e statunitensi e per l'Italia il sindaco di Roma, Walter Veltroni, il sottosegretario agli Esteri Patrizia Sentinelli e personaggi del mondo dello spettacolo come Beppe Grillo e Dario Fo.
Raffaella Ravinetto
Presidente dell'associazione umanitaria Medici Senza Frontiera -Italia
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