lunedì 24 maggio 2010
Il nostro impegno sull’acqua
L’obiettivo del quesito referendario sull’acqua di Italia dei Valori è quello di cancellare alcune disposizioni che, tra il 2008 e il 2009, l’attuale governo Berlusconi ha introdotto minando alla base la gestione pubblica delle risorse idriche.
Innanzitutto, semplicemente eliminando le parole “nonché in materia di acqua” (dall’articolo 23-bis della legge 133/2008), si elimina il pericoloso collegamento tra risorse idriche e “servizi pubblici di rilevanza economica” (come i trasporti, i rifiuti o il gas). Perché “pericoloso”? Perché per questa categoria, il governo prevede dal 2012 il passaggio obbligatorio alla gestione dei privati o in alternativa che almeno il 40% delle società di gestione venga ceduto ad essi tramite gara.
Nelle società miste, inoltre, un’altra legge approvata dal centrodestra stabilisce che ai privati sia affidata la gestione “in rispetto del concetto di autonomia gestionale del soggetto gestore”. Quindi, anche se proprietario solo del 40%, il privato avrebbe totale autonomia per qualsiasi aspetto operativo: i servizi offerti, le tariffe, gli investimenti, la decisione di come e quando fornire l’acqua. Attraverso le modifiche da noi proposte (all’art. 15 del decreto legge 135/2009), verrebbe meno questo piccolo sotterfugio, ovvero assegnare una proprietà di facciata al pubblico, e privatizzare la gestione effettiva.
In caso di successo, quindi, del quesito referendario, si cancellerà l’obbligo di sottoporre il servizio idrico integrato a gara. Questa possibilità imposta, e non scelta, sarebbe una grave distorsione, per esempio obbligando anche comuni e società pubbliche virtuose a cambi societari insensati e dannosi per tutti.
Rebecchi Lorenzo
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