giovedì 16 ottobre 2008

Solidarietà a Roberto Saviano, autore del libro "Gomorra"


E' di questi giorni la notizia dell'attentato a Roberto Saviano che sarebbe stato pianificato dalla camorra entro Natale. Non possiamo che essere intimamente solidali e vicini a Roberto, assistendo alla sua reazione di sconforto e desiderio di vivere e andarsene dall'Italia con la sensibilità di chi ha già visto altri affermare la stessa tempo addietro: era aprile e Pino Masciari chiedeva asilo politico all'estero per la sua famiglia, per salvar loro la vita.
La reazione del mondo politico alla notizia dell'attentato a Saviano è quella di una gamba intorpidita che al colpo del martelletto del dottore scatta con un ritardo, segnale di qualcosa che non va nella salute.
Le due più alte cariche dello Stato, Il Presidente della Repubblica Garante della Costituzione Giorgio Napolitano e il Presidente del Senato Renato Schifani hanno parole di sostegno per Saviano, chiedendo lui di attraversare l'esperienza di una vita di scorta e di rinunce ai propri diritti restando nella propria Italia. Non ascoltando quindi i tanti intellettuali che consigliano a Saviano l'abbandono del suolo natio. Restare in Italia come patrimonio di Legalità.
Auguriamo a Roberto il meglio della protezione a garanzia di un'esistenza degna di esser chiamata tale, ma l'esempio dell'esperienza della famiglia Masciari e di quella degli altri testimoni di giustizia ci hanno disilluso a riguardo.
Speriamo che non lasci l'Italia, ma questa scelta spetta soltanto lui.
Ci chiediamo perchè non c'è ancora stata una presa di posizione corale altrettanto forte e autorevole per coloro che sono minacciati dalle mafie per aver denunciato, fosse nelle aule giudiziarie fosse nelle opere letterarie o giornalistiche.
Auspichiamo che questo altro tremendo fatto di cronaca sia l'inizio di un percorso chiaro, netto e battuto dalle Istituzioni e dalla Società Civile a cancellare le trascuratezze, le inefficienze e le irresponsabilità di uno Stato che fa fatica a proteggere i suoi cittadini, soprattutto quelli che si affidano alla tutela dello Stato.
Chi combatte contro i criminali, combatte anche per i nostri figli.
Non possiamo e non dobbiamo lasciarli soli. Loro sono il nostro futuro e la nostra ricchezza morale, sperando che siano i mafiosi ed i criminali a lasciare il nostro paese perchè siamo stati capaci a rendere loro la vita terribile e soffocante.

Rebecchi Lorenzo

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