martedì 13 luglio 2010

Rebecchi: "Il partito che vogliamo"


Pubblichiamo alcuni stralci del discorso del consigliere comunale Rebecchi Lorenzo fatto al congresso provinciale.

"Volevo cominciare il mio discorso facendo i ringraziamenti alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto in tutti questi anni di battaglie e non mi ha mai lasciato solo. Li ringrazio ancora di più perché hanno sempre compreso il mio impegno, la mia determinazione, la mia convinzione perché sicuri che facevo la cosa giusta.
Li ringrazio ancora perché non mi hanno mai fatto pesare la mia assenza per l’attività politica. Ancora grazie perché nei momenti più difficili della mia vita, visti i recenti problemi di salute, non mi hanno mai abbandonato.
Grazie per l’educazione sul rispetto delle regole che è diventato ormai il mio principale motore su cui gira la mia azione politica.
Proprio oggi dalla famiglia l’Italia dei Valori deve ripartire per far sentire che gli italiani non sono soli.
Sempre più le famiglie sono in forte crisi economica, sociale e morale. Lo vediamo oggi dagli effetti devastanti della crisi finanziaria nel nostro territorio. Caso Bemberg, Phonemedia, Granarolo, Bialetti e quante altre segnano i duri tempi di oggi e dell’avvenire.
Spesso il nostro presidente Antonio Di Pietro ha richiamato alla “macelleria sociale” per descrivere cosa oggi spetta ai nostri elettori, grazie alla totale inesistenza di mezzi e provvedimenti messi in atto dal governo Berlusconi e su gravi tagli alla spesa sociale e sanitaria che il governatore Cota ha già preannunciato, adducendo come scuse la riduzione degli sprechi e dell’inefficienze burocratiche ed amministrative.
Da qui parte la nostra sfida importante per l’Italia dei Valori, perché per noi ciò che costituisce spreco e inutilità per loro, rappresenta per il nostro partito giustizia, legalità e diritti conquistati con dure lotte che hanno portato anche sangue e morte e che adesso vedono annullarsi del tutto solo per soddisfare gli appetiti della Casta e di cari signori che vedono nelle istituzioni il momento principe per realizzare i propri interessi personali. I sacrifici ancora oggi non devono pagarli sempre gli stessi ed i più deboli.
Qui nascono e si stanno ormai diffondendo sempre di più le sacche di disuguaglianza con i relativi deleteri effetti sociali, economici e politici.
Da qui parte quindi la nostra battaglia sulla difesa della Costituzione, realizzata dai fondatori della repubblica che hanno fatto tesoro dell’impegno di quegli eroi che hanno dato la vita per la libertà, che oggi in modo vergognoso vengono sempre parificati ai repubblichini, coloro che invece lo stato di diritto e la democrazia l’hanno affossata anche con la violenza. Inoltre quello che è successo agli aquiliani disperati per le conseguenze devastanti del terremoto. Sono prove a mio modesto parere di totalitarismo più che di democrazia. Comunque lascio a voi il commento.
Il contatto con la gente deve essere il primo passo per costruire un rapporto con la politica, per conoscere le esigenze della popolazione, per costruire programma basati sulle questioni primarie che preoccupano i nostri concittadini.
Come la mancanza del lavoro, prima piaga che si sta instaurando. Non possiamo nasconderci dietro ad un dito. E’ da qui che parte la prima scommessa. Il nostro primo pensiero.
L’articolo 1 della nostra Costituzione afferma che la repubblica democratica è fondata sul lavoro perché senza di esso non c’è vita, non c’è futuro, non c’è prospettiva di crescita e non esistono i sogni.
Senza lavoro, non possiamo neanche costruire una famiglia e ciò che ne consegue. Perdere proprio il lavoro quando hai famiglia, significa semplicemente che inizia il primo passo verso la distruzione della società.
Dobbiamo dare il nostro contributo per la giustizia e per la sicurezza. Altro tema strategico ed importante. È un passo fondamentale da affrontare per recuperare quella fiducia dei cittadini che ormai sembra persa.
Dove non c’è giustizia non esiste uguaglianza, non esiste legalità e non esiste benessere. Vengono meno quelle tutele su cui basiamo il nostro vivere quotidiano.
C’è una forte esigenza della certezza della pena e di un forte senso dello Stato, che sia presente di fronte ai casi di emergenza delinquenziale.
C’è bisogno quindi di prevenzione. Non solo sicurezza come deterrente o solo per combattere il diverso o l’immigrato. Serve una sicurezza sociale, dove tutti abbiano la possibilità di arrivare, dove tutti possano avere “ una retribuzione ... in ogni caso sufficiente ad assicurare a sè e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. “ ( è art 36 della Costituzione, non me lo sono inventato), per sentirsi certi di un avvenire sereno e tranquillo.
Quindi bisogna agire per combattere il precariato, l’insicurezza del e nel lavoro, grave piaga che oggi vede troppe vittime rispetto alle misure ed attenzioni necessarie. Bisogna riaffermare i diritti sociali e sostenere le famiglie in difficoltà, i giovani, i disoccupati, chi è in cerca di occupazione, gli studenti, i pensionati. Dobbiamo agire per la sanità e la scuola, centro importante di formazione e di cultura che oggi sempre di più viene dilaniata e tagliata per lasciare i cittadini ignoranti e facilmente manovrabili.
Occorrono maggior fondi alle persone ed alle famiglie in difficoltà e che sono ai margini.
Ma nello stesso tempo attenzione all’imprese che cercano di investire sul territorio con mezzi che diano possibilità di mantenere un’occupazione certa e stabile.
Non si può dimenticare la formazione e la ricerca proprio come strumento per competere e per dare nuova linfa alle future generazioni, nelle diverse e nuove tecnologie.
Ciò può costituire il mezzo per rimanere sul mercato e per creare più competizione e nuovi posti di lavoro. Una volta l’Italia era conosciuta per il suo abbondante artigianato e per essere maestra nella scuola, nella formazione e nella ricerca. Qui sono nate le prime e grandi Università, mentre oggi il bel paese viene ricordato come il centro del malaffare e del malcostume politico, dove per essere ministro basta avere un bel paio di gambe, o peggio, un processo penale od una condanna.
Qui entra in gioco la legalità, il rispetto delle regole, la difesa della Costituzione e la questione morale mai risolta.
La legalità è un fattore non solo di repressione, ma di vantaggi, di convenienza, di diritti e di sviluppo economico. Dove non c’è alta percezione e diffusione della legalità, c’è un bassissimo tenore di vita; pochi stanno molto bene mentre molti vivono ai “confini della realtà”, se mi permettete la battuta. Dove esiste la corruzione e la malavita organizzata non esiste sviluppo, non esiste mercato e non ci sono fondi pubblici che aiutano veramente la società civile a rialzarsi dalle difficoltà in cui vive.
Scriveva Nunzio Giuliano, esponente della nota famiglia di Forcella ma ucciso perchè fin da giovane si tenne lontano dalla delinquenza organizzata: “ Si pensa che i clan e i boss siano solo l’effetto dannoso che la disoccupazione e la povertà creano. No, è la presenza stessa dei clan e dei boss che creano disoccupazione, povertà, miseria, degrado, sottosviluppo, devianza, umiliazione, emarginazione e perdita della dignità e dei diritti civili”.
La corruzione e le mafie divorano la democrazia e negano i diritti più fondamentali. Guardate Pino Masciari imprenditore calabrese taglieggiato dal pizzo che vita deve fare e gli scrittori come Roberto Saviano che vivono scortati.
Ancora oggi vediamo e osserviamo quanti giovani del Sud Italia lasciano ancora le loro favolose terre per trovare un futuro migliore nelle regioni settentrionali o all’estero.
La cultura della legalità è un mezzo fondamentale per ricercare quei valori dimenticati dalla casta, dalla politica, dalla criminalità che controlla spesso settori vitali della vita civile ed economica del paese.
E qui entra in gioco un’altra scommessa per l’Italia dei Valori, l’informazione.
Più comunicazione con i cittadini, più dialogo con la società civile, più contatti con le realtà associative, più apertura e confronto con chi ci sta attorno, ci dà la possibilità di farci conoscere, di diffondere le nostre battaglie e le nostre idee.
Così facendo possiamo entrare nei diversi tessuti del quotidiano ed avere quel contatto che ci fa aumentare di visibilità ed ascolto.
In altre parole possiamo dimostrare la realtà e con il rapporto che si instaura con le varie entità circostanti si costruisce il primo passo per costruire quel programma necessario per quella inversione di rotta che serve al paese
Più informazione e più notizie diamo e più i cittadini sono informati dei pericoli e rischi circostanti. Ormai l’informazione, quella vera naturalmente e non quella di regime, diventa per noi un’arma per condurre le nostre battaglie. Internet è irrinunciabile. E’ ormai l’ultimo baluardo in Italia della libertà di pensiero e della libertà di informazione. Non per questo, ogni tanto, cercano di regolamentarne l’uso, mentre dietro c’è una vera regia che vuole solo la censura. Il progetto di legge D’Alia ne è un esempio. L’informazione ci permetti di illustrare gli inganni e di far emergere la verità, in modo che il cittadino possa farsi un opinioni politica sui fatti, libera da condizionamenti di parte o da falsità di ogni genere. Voi sapete come invece controllare l’informazioni porta molti vantaggi a qualcuno.
I mass media ci danno poco spazio. E’ vero, ma non è solo l’articolo che ci dà la notorietà ed il successo, ma è un lavoro fitto che si realizza con sudore ogni giorno con pazienza ma anche con quella convinzione che stiamo dalla parte giusta. Dalla parte dei cittadini. Per non farli sentire sudditi.

ORGANIZZAZIONE

L’obiettivo naturale non può che essere la crescita del partito sul territorio. Per questo è necessario mettere al primo punto la formazione della classe dirigente e delle nuove generazioni. La politica è un arte e dobbiamo secondo me avere dei politici “professionisti”, intesi non come persone che da decenni sono al potere e che hanno fatto solo politica nella propria vita, ma intesi come persone preparate sul piano politico, culturale e che siano fedeli ai nostri principi.
La scuola politica è lo strumento per insegnare a chi vuole darsi da fare, a chi vuole camminare a fianco del nostro movimento, a chi vuole entrare nelle istituzioni per prepararsi tecnicamente e politicamente per affrontare gli avversari e per essere all’altezza delle nostre sfide.
Questo può essere il trampolino di lancio per riorganizzare il partito e per investire poi sulle persone che vogliono lavorare sul proprio territorio.
Questi sono due punti purtroppo che non sono mai stati trattati anche per le piccole dimensioni del partito e per i pochi volontari presenti che volevano dedicare del tempo all’Italia dei Valori.
Più presenza sul campo e più persone sulle piazze, nei mercati e nei propri paesi di residenza. Ciò da visibilità al partito ed alle sue azioni.

Si deve innestare quindi la costruzione del movimento giovanile come mezzo per realizzare il futuro e soddisfare le passioni delle nuove leve che entrano con entusiasmo nel partito, collaborando sempre in modo fitto e proficuo con i suoi dirigenti. Il gruppo giovanile deve essere il mezzo con cui ci si occupa delle politiche giovanili e che contribuisce a formare il programma del partito.
Spazio alle donne ed ad una loro organizzazione interna per sensibilizzare i problemi e le esigenze del gentil sesso che ogni giorno subisce torti, ingiustizie, soprusi e violenza in tanti ambiti della società. Il caso della nostra Simona di Oleggio non può che insegnarci qualcosa a tutti noi.
La realizzazione di uno statuto provinciale può essere un metodo utile. E’ sempre mancato e non siamo riusciti a portarlo avanti con attenzione. Me ne assumo anche la responsabilità. E’ fondamentale avere delle regole interne per decidere e per gestire un movimento politico in crescita. Servono regole per istituire organismi di direzione e di controllo interno, per istituire cariche e competenze, per sancire i limiti di chi detiene responsabilità, per sottolineare le garanzie delle minoranze e per affermare i diritti di chiunque si iscrive al nostro grande partito.
Bisogna anche pensare a trovare come disciplinare le sezioni o circoli che si realizzano sul territorio.
La meritocrazia deve diventare comunque il metodo per dare spazio a chi vale e per trovare chi meglio può portare avanti le redini del partito, non accettando le logiche di chi si avvicina solo per avere candidature o posti di potere.
Sono necessari impegni, lavoro ed idee, ma è altrettanto necessario un supporto dall’alto per svolgere al meglio le nostre attività. Siamo d’accordo con l’autofinanziamento e che la passione politica non deve essere remunerata e rimborsata.
Vanno bene progetti di sostegno economico in cambio di risultati. Ma non nascondiamoci dietro ad un dito, c’è bisogno di aiuto dal partito a tutti i livelli per avere i fondi necessari utili da investire per le nostre azioni politiche per sostenere tutti i livelli dell’organizzazione, provinciale e comunale.
Faccio un appello all’on. Ivan Rota, noi vogliamo fare la nostra parte, ma anche voi dovete fare la vostra non potete lasciarci soli.

TEMI

- Non possiamo che svolgere un mandato in ogni territorio che sensibilizzi i temi della legalità e della cultura del rispetto delle regole. Lo è stato con Travaglio e con Pino Masciari. Diamo il via ad incontri su temi specifici e con personaggi qualificati che possono essere sensibilizzare la gente sulle nostre battaglie, dando visibilità e pubblicità al nostro simbolo.
- Federalismo demaniale può essere un mezzo per realizzare dei progetti utili per il nostro vivere quotidiano e nel nostro comune. Possiamo già cominciare a realizzare un corso per la conoscenza della normativa e per costruire delle proposte in merito per le prossime elezioni comunali.
- Massima attenzione alle categorie deboli ed alle famiglie in difficoltà. La solidarietà purtroppo viene spesso disattesa dalle forze del centro destra e nulla viene concesso ai chi si trova senza i mezzi per sopravvivere.
- Riduzione delle disuguaglianze sociali;
- Rafforzamento dei servizi sociali anche essi colpiti dalla crisi finanziaria ed dai tagli che i comuni troppo spesso fanno in modo indiscriminato senza alcun confronto con le parti sociali e con i soggetti interessati.
- Apertura e dialogo con le classi sindacali, con i rappresentanti dei lavoratori e con quella degli imprenditori. Bisogna prestare molta attenzione a chi svolge un ruolo fondamentali nei comuni con le sue attività. Le associazioni sono la linfa vitale ed insostituibile per le Amministrazioni locali che si servono del loro ausilio e della loro professionalità. Il dialogo e il loro esempio servono per costruire il nostro programma e per imparare a migliorare il nostro lavoro;
- Riduzione dei costi della politica;
- Snellimento, ammodernamento, informatizzazione dei servizi e delle tecnologie e delle procedure per tagliare sprechi ed inefficienze;
- Diffusione di internet anche con incentivi economici;
- Razionalizzazione della produzione e dell’uso dell’energia rinnovabile; risparmio energetico; contrasto del nucleare; investimento in ricerca e nuove tecnologiche;
- La tutela del nostro territorio e del nostro ambiente deve entrare per forza nella nostra agenda. Come ben ha sottolineato il prossimo coordinatore provinciale.
- La difesa del parco del Ticino troppo spesso depredato dall’uso improprio che ne fa l’uomo;
- Tutela della gestione pubblica dell’acqua;
- La Difesa delle nostre ricchezze naturali come laghi e fiumi.
- Sicurezza sui posti di lavoro e lotta al lavoro nero;
- Sostegno delle piccole e medie imprese ed in particolare a quelle che investono in innovazione tecnologica, ricerca, risparmio energetico e/o a tutte quelle che assumono a tempo indeterminato (soprattutto donne e giovani);
- Miglioramento dei servizi di trasporto locali basati sulle vere esigenze dei lavoratori, studenti e delle imprese;
- Attenzione ai problemi delle scuole ed alla sicurezza degli istituti.
- Lotta all’infiltrazione della criminalità organizzata in tutte le sedi istituzionali. Non dimentichiamoci di questo grosso problema. Non dice solo Rebecchi. La direzione distrettuale antimafia ha parlato dei rischi dell’infiltrazione mafiosa nella nostra provincia. A Borgomanero ci sono stati già dei sequestri di beni di provenienza mafiosa e di recente sapete che a Romentino c’è stato un delitto di un imprenditore che agiva nel settore dei rifiuti.

RAPPORTI CON IL PARTITO DEMOCRATICO

L’alleanza con i partiti del centro sinistra è fondamentale per costruire l’alternativa tanto cercata dal Presidente, Antonio Di Pietro. E’ essenziale costruire i rapporti basati su programmi e non solo sulle poltrone. Serve una sintonia per un’unica azione politica per riacquistare i voti di coloro che non vanno più a votare e che credono purtroppo alle bugie che ogni volta vengono propinate dal centro destra e dai mass media.
Fondamentale è la formazione di progetti condivisi, senza comunque nascondere e riaffermare la propria identità politica e le proprie priorità rispetto agli altri partiti.
Condivisione nelle scelte sui candidati che abbiano dato prova di fedeltà alle idee, impegno, volontà, radicamento sul territorio e che abbiano comunque un consenso elettorale indiscutibile.
Patti chiari ed amicizia lunga con il Partito Democratico, alleato sicuramente privilegiato. Anche noi abbiamo progetti interessanti e candidati altrettanto validi e preparati da proporre agli elettori. Sì al confronto, sì all’analisi, sì alla discussione, ma mantenendo e rispettando la dignità altrui.

CONCLUSIONI

Non possiamo negare che la sfida è e sarà lunga e difficile. Il problema non è Berlusconi in Italia, ma è la mentalità sporca di chi utilizza le istituzioni per interessi personali e di chi ambisce alla carriera politica non per passione, ma per agire nella più totale illegalità. Per questi signori le cariche istituzionali non sono il mezzo per raggiungere l’obiettivo, cioè per far trionfare le proprie idee, ma sono l’obiettivo per fare i propri interessi. I cittadini ormai sono stufi di questo e se ne sono accorti molto bene.
C’è un forte malcontento e indifferenza totale verso la politica e l’abbiamo notato durante la campagna elettorale del 2008. Tutti hanno osservato l’astensionismo dell’elezioni regionali. E lo vediamo tutti i giorni. Vi dico il perché e faccio un esempio: le famiglie non arrivano a fine mese, al di là di quello che dicono i mass media di parte e schierati con il Presidente del Consiglio. Ciò alimenta la rabbia verso la politica. La gente si sente distante dalla politica e non vede risposte ai problemi di tutti i giorni. Questa è la realtà e per questo dobbiamo dare delle risposte. I cittadini ci aspettano al varco.
Abbiamo posto degli obiettivi a medio - lungo periodo che si possono raggiungere con il gioco di squadra e con l’impegno di tutti. C’è bisogno dell’unità del partito per essere compatti e forti contro quell’avversario che non rispetta le regole democratiche e ne tanto meno la legalità.
No alle correnti, ma favorevoli alla lotta contro i poteri forti ed illegali che stanno logorando lo stato di diritto e la Costituzione.
Nessuna preclusione a chi vuol dare una mano, ma attenzione a chi si avvicina solo per avere la poltrona o solo la candidatura.
Solo così saremo trasparenti, credibili e vincenti. E’ così che possiamo recuperare la fiducia degli elettori delusi. Solo così possiamo trovare quei voti che servono per realizzare le speranze di chi ci affida il compito di realizzare i propri sogni e di chi ancora crede che la politica non è solo interesse e malaffare. Io sono tra quelli, che credono che la politica sia ancora passione per realizzare e riaffermare la giustizia che è quell’elemento indissolubile dello sviluppo economico, civile e politico, ma ancora tanto assente purtroppo nel nostro paese.
Questo è il partito che vogliamo. Di giustizia l’Italia e gli italiani ne hanno bisogno veramente.

Rebecchi Lorenzo
Consigliere Comunale di Galliate
Italia dei Valori

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