giovedì 22 luglio 2010
Chiesta l'archiviazione su Antonio Di Pietro: la solita bufala
La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione per Antonio Di Pietro. Secondo il pm Attilio Pisani, che nel giugno scorso aveva iscritto il leader dell’Italia dei Valori nel registro degli indagati a seguito di un esposto presentato da Elio Veltri e Achille Occhetto nel febbraio passato, Di Pietro non avrebbe commesso alcun illecito in merito ai rimborsi elettorali percepiti per le europee del 12-13 giugno del 2004.
La vicenda, si ricorderà, è quella che ruota attorno cartello elettorale che per quella unica tornata elettorale vide alleati l’Idv e “Il Cantiere” di Achille Occhetto sotto il simbolo “Italia dei Valori - Società Civile - Di Pietro Occhetto”. Gli alleati di Tonino lo accusano di aver tenuto illecitamente per sè i rimborsi elettorali, ma vengono contraddetti da diverse delibere delle Camera dei Deputati (autoregolante in materie come quella dei rimborsi) e da qualche sentenza. Le cause in sede civile, proposte ai tribunali di Roma e Milano, vertono su un punto specifico. Si afferma: Di Pietro ha ottenuto rimborsi per “l’associazione IdV” e non per il “partito IdV”, tenendo in qualche modo per sè quei soldi. Dai dipietristi si obiettava che, essendoci un solo codice fiscale per la cosiddetta “associazione” e il partito, il soggetto destinatario dei rimborsi elettorali era il medesimo.
Nella richiesta di archiviazione il pubblico ministero non solo fa prevalere questa linea, ma dice di più: “Ai fini della configurabilità del reato astrattamente ipotizzabile, occorre verificare se i fondi pubblici elettorali erogati siano stati in qualche modo occultati o non rendicontati grazie all’artifizio dell’attribuzione di un codice fiscale relativo ad un soggetto diverso dal partito Idv; ebbene, dalla informativa della Gdf e dalla documentazione acquisita è emerso che le quote elettorali maturate dall’anno 2004 all’anno 2007 sono state regolarmente versate sul conto corrente bancario acceso presso la Banca di Credito Bergamasco sita in Bergamo e intestato al partito Italia dei Valori Lista Di Pietro”.
Il pm eccepisce anche sull’accusa, mossa al leader Idv, di “una gestione personale e privata” dei fondi erogati. Non ce n’è alcuna traccia documentale, nè tra quella ricavata dalle indagini della procura, nè dai riscontri forniti dal querelante. Di più, il 14 marzo del 2008, il gip di Roma archiviò un procedimento contro l’Idv che aveva per oggetto proprio la “gestione personale e privata” dei soldi dell’Idv.
Il codice fiscale, d’altronde, è esattamente quello comunicato nel 2004.È il numero affidato dal ministero delle Finanze al partito l’anno precedente 2003.
La conclusione del pm è tranchant: “Deve dunque escludersi la sussistenza di fattispecie penalmente rilevanti, così come peraltro evidenziato in fattispecie analoghe da altre Autorità Giudiziarie, destinatarie di esposti simili che hanno dato luogo ad altrettanti procedimenti penali tutti definiti con decreto di archiviazione”.
La fonte della notizia è indiscutibile: Eduardo Di Blasi – Il Fatto – 21 Luglio 2010
Rebecchi Lorenzo
Consigliere Comunale IDV
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