domenica 20 luglio 2008
Si colpisca anche l'assenteismo dei parlamentari
Il ministro Brunetta ha emesso una direttiva sugli statali molto interessante. Giustamente vuole modificare le regole sulla malattia per colpire l'assenteismo che costituisce una piaga in certi ambienti di lavoro ed è un costo che si scarica sulla collettività.
I dipendenti pubblici hanno una cattiva fama. Su di loro si dice di tutto. Assenteisti, con il doppio lavoro, raccomandati dai politici, scortesi con i cittadini. Il ministro della Funzione Pubblica ha deciso di dare un giro di vite all’assenteismo. La visita del medico fiscale sarà sempre obbligatoria anche nelle ipotesi di prognosi di un solo giorno. Nessuno potrà più sgarrare. Brunetta chiarisce che il medico potrà piombare a casa del dipendente pubblico a qualsiasi ora “al fine di agevolare i controlli”. Ad ogni malattia si applica la decurtazione di “ogni indennità o emolumento, aventi carattere fisso e continuativo e trattamento economico accessorio” quantificabili nel 25-30% della retribuzione.
Le sue direttive, ne sono sicuro, non colpiranno anche i dipendenti pubblici per eccellenza, i parlamentari.
Da una elaborazione de Il Sole 24 Ore, con riferimento ai dati Camera e Senato a fine 2007, si può scoprire chi sono gli assenti alle votazioni parlamentari. Silvio Berlusconi è infatti il primo assoluto con il 98,5% di assenze alla Camera. Se non è primo non è mai contento. L’attuale portavoce del PDL, Capezzone, ha totalizzato il 67,6%. Nei primi 10 c’è Sandro Bondi, in settima posizione, con l’87,5% e in quinta l’ex piduista Cicchitto con l’89,9%.
Al Senato per il PDL le cose non migliorano. La posizione numero uno è di Marcello Dell’Utri, 41,1% di assenze. Secondo assoluto il doppiolavorista Ghedini con il 38,7%. Un avvocato pagato dai cittadini con lo stipendio da parlamentare per difendere Berlusconi.
Se i dipendenti pubblici hanno queste regole, allora ai deputati e senatori si dovrebbero applicare anche gli stessi obblighi previsti per i sudditi.
Questa sarebbe giustizia? Siamo o no uguali davanti alla legge?
Questo è il classico atteggiamento prepotente ed arrogante del potere che impone ai cittadini di rispettare norme molto rigide con sanzioni molto severe, mentre la casta può permettersi di tutto e assentarsi dal lavoro senza perdere un euro come fanno Dell'Utri e come ha fatto già il caro Previti.
Se fossero veramente molto corretti perchè non prevedono regole severe per parlamentari e norme più elestiche per noi?
Comincino loro a dare il buon esempio; vedrete che la società civile dopo imparerà il buon senso e il rispetto delle regole.
Loro anche se non vanno in Parlamento lo stipendio lo prendono lo stesso e i dipendenti pubblici se mancano un solo giorno e subiscono dei controlli con il rischio di perdere una parte del salario.
E' scandaloso che gli uomini di potere si possono permettere il lusso di fare quello che vogliono mentre noi dobbiamo mantenere dei fannulloni. Vadano a lavorare e dopo diano lezioni di moralità.
Rebecchi Lorenzo
Segretario cittadino IDV
347/0900421
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