Nella notte tra il 14 e 15 giugno è stato ucciso un nostro amico, un fratello di partito, Peppino Basile, consigliere comunale dell’Italia dei Valori ad Ugento e consigliere provinciale a Lecce.
Un caro amico, lo ricordo sin dalle origini dell’Italia dei Valori, era sempre presente: voce grossa, determinato, si batteva sempre per i suoi ideali, tutto ciò che era illegale per lui andava combattuto senza avere riguardo a nessuno. Quando aveva preso posto come consigliere comunale aveva detto: “D’ora in poi qua non si farà più nulla di illegale, altrimenti bisogna passare sul mio corpo”. E cosi aveva detto al consiglio provinciale.
Se lo ricordano tutti, e io lo ricordo bene perché ad ogni nostra manifestazione arrivava per primo con la bandiera addosso e lo striscione tra le mani, e poi arrivavamo noi. Ha fatto dell’Italia dei Valori il suo punto di riferimento per le sue battaglie di legalità, insomma, era più dipietrista di Di Pietro. Ecco perché noi dell’Italia dei Valori vogliamo ricordarlo come un amico che non c’è più, come un amico che ha rimesso la vita per portare avanti i suoi ideali.
Lasciamo alla magistratura scoprire chi sono i colpevoli, crediamo che sia possibile scoprirli, crediamo che non sia difficile scoprirli, perché Peppino non ha mai tenuto nascosti i propri nemici, li ha sempre affrontati a cuore aperto, li ha affrontati nelle aule consiliari, li ha affrontati nelle piazze, li ha affrontati a muso duro, e quindi si può sapere per nome e cognome chi ha ritenuto di chiudere la partita con una decina di coltellate, evidentemente date perché non andava bene come lavorava Peppino.
Non è la prima volta e non è il solo dell’Italia dei Valori che viene minacciato. Lui era già stato minacciato in precedenza. Se ne sa poco, ma settimana scorsa un altro nostro consigliere, Vittorio Giunta, al terzo municipio di Roma, apre la posta e trova un bossolo con minacce bene esplicite di smetterla, perché altrimenti fa una brutta fine.
Vittorio Giunta si occupa di lotta all’usura, si occupa di un commercio trasparente nel suo territorio. Anche lui ha detto che qui le cose bisogna farle secondo legalità, e questo suo contrasto all’usura lo ha portato a queste minacce durissime. Gli siamo vicini, e a tutti i nostri dell’Italia dei Valori diciamo: mai come in questo momento ci sentiamo tutti una famiglia unita, perché le illegalità, ma soprattutto la prevaricazione, le minacce, e le violenze, possano finire.
Non ci intimidiscono e non ci lasceremo intimidire, anche per ricordare in questo modo il lavoro di Peppino Basile, che era una persona vera, con un grande cuore, che credeva nei suoi ideali. Una persona che è morta per i suoi ideali.
Antonio Di Pietro
lunedì 16 giugno 2008
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