sabato 1 agosto 2009

On. Cambursano: ci troviamo di fronte ad un comitato d'affari


Cara Amica e caro Amico,
Ti invio la dichiarazione di voto dell'On. Cambursano dell'Italia dei Valori trasmessa in diretta televisiva il 24 luglio 2009 sul decreto anticrisi.
Ti consiglio di leggerla perchè è molto interessante e penetrante. Ti dimostra chi abbiamo veramente al governo del nostro paese.

Saluti

Rebecchi Lorenzo
www.italiadeivalori-galliate.com
3470900421

"L’Italia dei Valori non darà la fiducia a questo Governo, poiché la fiducia è una cosa seria e si dà a persone serie.
Qui, invece, ci troviamo di fronte ad un comitato d’affari, a un insieme di affari privati in atti pubblici: affari personali e di famiglia, ancorché allargata, di clan e di casta. Un grande giornale economico internazionale scriveva nei giorni scorsi che il vero scandalo italiano non è quello delle escort.
In proposito, aveva ragione la mia concittadina Simona Ventura quando, qualche giorno fa, scriveva: Presidente, chiuda almeno la porta! A noi dell’Italia dei Valori non interessa ciò che fa il Presidente del Consiglio dietro la porta, ci interessa ciò che fa fuori, dobbiamo guardare e non possiamo non vedere.
E vediamo che lei, signor Presidente del Consiglio che non c’è, dimentica troppo spesso di essere il Presidente del Consiglio dell’Italia. Quel prestigioso giornale economico, l’Economist, non le «comunist», scriveva che il vero scandalo è quello di non accettare la crisi economica, che è devastante. E questo scandalo continua.
Due giorni fa, al Senato della Repubblica, signor Presidente, abbiamo visto due film: due film con la stessa trama, con due attori principali diversi e con due conclusioni completamente diverse. I due attori erano uno il Ministro dell’economia e l’altro il governatore della Banca d’Italia Draghi. Il primo, a giustificazione dell’operato di questo anno abbondante di Governo, diceva che avevano rispettato tutti e tre gli obiettivi che si erano prefissi, e quello di mantenere in ordine i conti pubblici, in linea con gli impegni internazionali.
Peccato che qualche ora dopo fosse smentito sempre al Senato dal Governatore, che diceva che i conti sono gravemente deteriorati. Quindi, delle due l’una: o il Governatore della Banca d’Italia ha preso un abbaglio, oppure Tremonti, il nostro « superministro », fa il gioco delle tre carte, quello che si faceva nei mercati rionali e nelle feste patronali.
La verità è che, purtroppo, ha ragione il Governatore della Banca d’Italia. Vediamoli questi conti: il deficit ha superato il 5 per cento; il debito sta veleggiando verso il 120 per cento; le entrate tributarie stanno calando vertiginosamente; le spese correnti stanno aumentando mentre quelle in conto capitale stanno diminuendo; la produzione industriale in questi primi mesi è caduta del 22 per cento. Soprattutto, la pressione fiscale è aumentata: e quelli che pagano sono quelli che hanno sempre rispettato le leggi e hanno sempre pagato le loro tasse e le loro imposte.
La pressione fiscale ha raggiunto il 43,4 per cento, una punta massima toccata soltanto nel 1998, quando il Governo Prodi per entrare in Europa fece pagare una tassa che però restituì agli italiani nella misura del 60 per cento già l’anno successivo, ora non c’è neanche quello scopo nobile.
L’evasione fiscale, in compenso, è ripartita alla grande proprio grazie ai provvedimenti adottati dal Ministro Tremonti e dal Governo Berlusconi all’inizio di questa legislatura; ed ora ci risiamo con i condoni nonostante nel marzo 2008, in piena campagna elettorale, proprio il Ministro Tremonti avesse detto: mai più condoni, sono immorali (e infatti oggi assistiamo all’ennesimo condono).
Ma ciò che più preoccupa, signor Presidente, Ministri, colleghi, è il disavanzo primario.
Da sempre abbiamo avuto un avanzo primario anche solo di poche cifrepercentuali, oggi invece siamo scesi al disotto. Per far capire agli italiani che ci ascoltano che cosa intendo dire, voglio ricordare un evento, quello del 1998, quando l’allora Presidente del Consiglio Prodi ed il Ministro dell’economia Ciampi furono ricevuti da Kohl, che disse loro: guardando i conti dell’Italia, io mi fido di voi e la fiducia sta nel fatto che avete accantonato avanzi primari notevoli, questo è un segno di buona volontà (segno di buona volontà che ora non vi è più).
Le conseguenze sono quindi quelle che vediamo davanti agli occhi di tutti noi, come quella di una disoccupazione crescente che ormai ha superato l’8 per cento (ed anche questo dato è in forte crescita, se sono vere le cifre che il CNEL ed il Governatore ci hanno messo davanti qualche giorno fa). Alcune centinaia di migliaia di lavoratori rischiano il posto, 1 milione 600 mila lavoratori non hanno alcuna copertura sociale in caso di cessazione dal lavoro. Questo è lo stato dei conti ed il giudizio lo lasciamo agli italiani, che hanno la possibilità di vedere. Ma il Presidente del Consiglio ieri l’altro ha detto: la crisi si è sfogata, italiani andate pure in vacanza, spendete. Ma chi può spendere, chi ha i soldi per spendere? Lui, probabilmente, quel comitato d’affari di cui parlavo prima, certamente non i lavoratori in cassa integrazione e in mobilità o i precari.
Il secondo obiettivo che avrebbe raggiunto – afferma ancora il Ministro dell’economia e delle finanze – è quello della tenuta sociale, ma la tenuta sociale non è avvenuta grazie al lavoro ed alle scelte di questo Governo, ma grazie al senso di responsabilità dei lavoratori tutti (dipendenti, precari ed autonomi, anche se rischiavano di persona). Questo è il vero senso di responsabilità che ha dimostrato il popolo italiano, e la tenuta sociale è avvenuta grazie anche agli 8 mila sindaci che si sono fatti carico in questi anni di rispondere alle esigenze dei loro cittadini.
Il terzo obiettivo è quello della struttura produttiva, che sarebbe stata sostenuta dal credito; ma questo vale solo per le grandi aziende, e non per le piccole e medie aziende che invece soffrono. Ci troviamo – concludo, signor Presidente – di fronte a due Italie. Una è l’Italia che fatica e che soffre, quella delle donne che lavorano e che adesso dovranno lavorare fino a 65 anni nonostante lavorino anche a casa, quella delle persone anziane che hanno bisogno di un’assistenza ma che non possono regolarizzarla, visto che il provvedimento al nostro esame non consente loro di regolarizzarla perché non hanno un reddito sufficiente, quella dei lavoratori di cui dicevo prima, quella dei terremotati d’Abruzzo che saranno chiamati a pagare le imposte e le tasse mentre invece ad altri, che hanno conosciuto la stessa disgrazia, sono state diminuite nel corso di parecchi anni. Questa è un’Italia; l’altra Italia è invece quella grassa, quella che si ingrassa a spese e a carico della prima, quella che questo provvedimento, signor Presidente, vuole ancora una volta premiare.
Infatti, le due chicche di questo provvedimento sono, una, lo scudo fiscale per far rientrare, nel totale anonimato, i capitali esportati clandestinamente all’estero.
Si tratta di soldi sporchi, soldi frutto di mafia, di 'ndrangheta, di camorra, dello sfruttamento dei minori e così via.
Che cosa pagano questi signori – signori si fa per dire – che rimpatriano i loro risparmi, i loro capitali ? Pagano l’1 per cento. Poi ci si viene a dire che anche Obama sta per adottare un provvedimento della stessa natura. Niente di più falso. In America, in Gran Bretagna, in Francia, pagheranno fino all’ultimo centesimo: il 100 per cento dell’imposta, più le sanzioni.
Qui, invece, pagano solo una sanzione nella misura dell’1 per cento; questo è il vero scandalo dell’Italia. Quindi, questo è un Governo che sostiene i mafiosi e gli evasori. Questa è l’Italia.
L’altro scandalo consiste nella sanatoria per le società concessionarie che gestiscono i giochi: 90 miliardi stavano per essere ripuliti con un colpo di spugna. Per fortuna, l’Italia dei Valori e chi parla l’ha combattuto duramente e se ne sono accorti".

On. Renato Cambursano

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